Dal Ceppo delle tradizioni celtiche

L’albero di Natale deriva dall’antichissima tradizione del Ceppo… oggi le luci e le luminarie sono le scintille dei falò, le decorazioni sono la speranza di prosperità: e’ così che la tradizione cristiana e pagana si è fusa. Ma il primo albero di Natale, non è l’abete del nostro immaginario, introdotto dai missionari per la sua forma triangolare, simbolo della Santissima trinità, bensì la quercia del ceppo.
Gli antichi germani appendevano alle querce alcune pietre colorate in modo da richiamare gli spiriti fuggiti con la caduta delle foglie. Col tempo si sostituirono con ghirlande, nastri e frutti colorati. Nel Medioevo veniva decorato con ghirlande, uova dipinte e dolciumi.
L’abete non è comunque solo segno cristiano: gli Egizi lo ritenevano l’albero della Natività sotto cui era nato il dio di Biblos. In Grecia l’abete era l’albero sacro di Artemide, protettrice delle nascite. Presso le popolazioni dell’Asia settentrionale, l’abete era considerato l’albero cosmico, piantato in mezzo all’Universo. Nel calendario Celtico l’ abete era consacrato al giorno della nascita del Fanciullo Divino, giornata supplementare che seguiva il solstizio d’ inverno.

Il primo albero di Natale

La leggenda, o meglio, le leggende sono tante. Le più note fanno risalire il primo albero al 1611 o al 1840.
Nel 1611, in Germania, la duchessa di Brieg aveva già preparato tutto nel suo castello per festeggiare la ricorrenza del Santo Natale. Il salone era addobbato quasi interamente, ma la duchessa notò che un angolo appariva vuoto rispetto al resto della stanza. Avvoltasi nel suo scialle, uscì nel parco adiacente al castello sicura che la natura le avrebbe offerto qualcosa. Mentre passeggiava pensierosa, notò un piccolo abete e pensò che sarebbe stato sicuramente benissimo. Chiamò quindi uno dei suoi giardinieri e chiese loro di trapiantare l’alberello in un grosso vaso che venne poi trasportato nel salone delle feste.
Oppure, ci spostiamo nel 1840 a Parigi, dove la principessa Elena di Mecklenburg, sposa del duca d’Orleans, preparò il suo albero di Natale alle Tuileries, suscitando lo stupore della corte.
Ciò che è sicuro è che in Italia l’uso dell’albero si é diffuso solo appena dopo la seconda guerra mondiale.

Gli abeti: conosciamoli

ABETE BIANCO (Abies alba): Alto fino a 40-60 m ha un tronco dritto e colonnare, corona piramidale, corteccia liscia, rami verticillati e orizzontali, foglie solitarie di colore verde scuro. Fiorisce in maggio-giugno, vive in tutta Europa principalmente nelle zone alpine. Il legno è bianco-opaco leggero e tenero. Diverse specie del genere Abies sono state introdotte e coltivate in Italia.

ABETE ROSSO (Picea excelsa): Alto sino a 50 m ha un tronco dritto e cilindrico, corona piramidale-acuta, corteccia rossastra, rami orizzontali, le foglie sono solitarie, verdi e pungenti. Fiorisce da aprile a giugno. Si trova in gran parte d’ Europa: dalla Scandinavia ai Balcani. Il legno è di colore bianco giallognolo tenero e lucido. Diverse specie del genere picea sono state introdotte in Italia per finalità_ ornamentali.

Se scegliete un abete vero come albero di Natale…

Chi non vuole rinunciare all’albero vero, acquisti solo esemplari con radici, con il marchio del corpo forestale o che provengono da vivai autorizzati. Gli abeti, che per altro non fanno parte delle nostre tradizioni, hanno vita breve nelle case italiane. Per esperienza, possiamo dirvi che in casa vi ritroverete ben presto pieni zeppi di aghetti in ogni dove, assistendo ad una inesorabile morte della creatura verde che tanto amate.

Per evitarne la strage basta però seguire alcune regole fondamentali: annaffiare spesso le piante e tenerle lontanissimo da fonti di calore, scegliendo invece la zona più fresca e luminosa della casa. La scelta migliore sarebbe quella di addobbare l’albero di Natale in terrazzo o in giardino, e tenerlo all’aperto per tutto il periodo delle festività: gli appartamenti, spesso poco luminosi e troppo riscaldati, costituiscono sempre e comunque una tortura per gli abeti. In alternativa, avendo il posto per collocarli, si potrebbero comprare ad esempio querce, lauri e alberi da frutta: sono piante più adatte ai nostri climi, e quindi possono essere trapiantati.

Attenzione: passate le feste, non gettate via gli abeti sconsideratamente. Informatevi all’atto dell’acquisto a chi potrete riportarli per il trapianto in terra; talvolta, vi viene restituito alla consegna il costo dell’acquisto, se la pianta è in buone condizioni e contribuirete alla riforestazione di giardini.