La Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Liguria riceve in dono due coppie di significativi esempi dell’argenteria genovese del Settecento: quattro candelieri punzonati Torretta, provenienti dalla collezione dell’antiquario genovese Severino Crosa, destinati alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, nella ricorrenza dei 50 anni dalla donazione della dimora da parte dei marchesi Paolo e Franco Spinola allo Stato Italiano.

Per sottolineare questo significativo arricchimento del patrimonio museale, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Liguria, dalla quale la Galleria dipende, ha programmato una mostra di argenti genovesi “Per allumare” Argenti per la luce del ‘700 genovese, a cura di Franco Boggero e Farida Simonetti, che, prendendo spunto dai candelieri donati, è incentrata sul tema degli oggetti d’argento legati alla necessità di illuminare.

L’esposizione, aperta al pubblico fino al 9 marzo 2008, è allestita negli ambienti dell’“Appartamento del marchese”. In questo contesto, i candelieri donati sono presentati insieme a un nucleo composto da circa ottanta argenti, tra candelieri, doppieri, lucerne, bugie e smoccolatoi, scelti per la loro particolare rilevanza al fine di meglio illustrare sia l’articolarsi delle diverse tipologie, sia il loro evolversi stilistico. Grazie alla donazione di quattro candelieri punzonati Torretta, il Palazzo si arricchisce di esempi di quella preziosa argenteria genovese che arricchiva le dimore della città e che la donazione Spinola allo Stato Italiano non comprendeva.

Significativa è anche la provenienza di questi preziosi oggetti donati al museo, poiché facevano parte della straordinaria collezione di argenti – di cui per la prima volta si ricompone in mostra un nucleo di sedici pezzi – riunita da Severino Crosa (1897 – 1979), antiquario attento e colto, nonché personalità di rilievo nella vita culturale genovese per tutto il corso della sua vita, come ricostruito in catalogo da Farida Simonetti. Sia nella sua attività di antiquario, condotta sino a metà degli anni Sessanta presso Palazzo Cattaneo Adorno di via Garibaldi, sia nella sua dimora privata di Palazzo Saluzzo Granello, rigorosamente arredata a ricostituirne i fasti settecenteschi, con gusto raffinato, Crosa, si contorna di pezzi di qualità, soprattutto nell’ambito delle arti decorative, in particolare dell’argenteria e delle ceramiche. Partecipa, all’inizio degli anni Sessanta, alle più grandi mostre nazionali d’antiquariato, a Milano a Palazzo Reale e alla Biennale Internazionale di Firenze a Palazzo Strozzi, mentre oggetti della sua collezione vengono presentati nelle esposizioni e in pubblicazioni che per la prima volta documentano e presentano la produzione genovese di arti decorative, tessuti, maioliche e argenti.

LA MOSTRA – La mostra raccoglie più di ottanta argenti di manifattura genovese, tutti realizzati fra la fine del Seicento e i primi dell’Ottocento e punzonati Torretta, scelti per la loro particolare rilevanza al fine di meglio illustrare l’articolarsi delle diverse tipologie di oggetti utili per illuminare, tema cui è dedicata la mostra, e cioè candelieri, doppieri, lucerne, bugie, appliques e smoccolatoi. Per ricordare il ruolo avuto da Crosa nella formazione del collezionismo cittadino, i pezzi in mostra sono tutti provenienti da collezioni private italiane. Per la prima volta viene eccezionalmente riunito, in occasione di questa mostra, lo straordinario “servizio Cusani” (presentato in catalogo da Franco Boggero), composto da una lucerna e da una coppia di candelieri a due bracci che appartengono oggi a collezionisti diversi.

IL TEMA: “PER ALLUMARE” – La mostra è stata colta come l’occasione per ricostruire gli usi della luce nelle dimore aristocratiche, partendo dall’esempio di Palazzo Spinola. Grazie ai documenti d’archivio relativi a questo argomento, Farida Simonetti ripercorre in catalogo le tappe dell’evoluzione dei mezzi tecnici per l’illuminazione: dalle spese per “candele e sego” di Nicolò Agostino Pallavicino nel 1698, alle bollette pagate da Gaetano Spinola per l’illuminazione a gas del palazzo nel 1898, alle attuali bollette per l’energia elettrica pagate dallo Stato per illuminare la dimora diventata museo grazie alla donazione di Paolo e Franco Spinola nel 1958. La mostra consente di focalizzare l’attenzione anche sugli strumenti che hanno permesso di illuminare il palazzo nel corso dei secoli: dagli storici lampadari della dimora, voluti già a fine Seicento dalla famiglia Pallavicino, alle appliques a drago o delfino volute da Maddalena Doria Spinola negli anni Trenta del XVIII secolo, fino all’inserimento delle prime lampade all’argan all’inizio dell’Ottocento.

Per far rivivere direttamente al pubblico l’esperienza dell’illuminazione originaria della dimora, venerdì 8 febbraio e venerdì 7 marzo 2008 dalle ore 17 alle ore 19, saranno eccezionalmente accese le candele della galleria degli specchi. Oscurata ogni altra forma di illuminazione, il pubblico potrà godere dell’effetto di questo tipo di luce su specchi, ori e stucchi, meglio comprendendone la funzione. Per consentire al maggior numero di persone di vivere tale percezione, sarà possibile accedere alla Galleria sino alle ore 20. www.palazzospinola.it