Il dream catcher, l’acchiappasogni, appartiene alle leggende più suggestive legate alla mitologia indiana. Diffusa oggi tra tutti i popoli Indiani del Nord America, pare abbia avuto origine nelle terre degli Oneida.

L’acchiappasogni viene appeso in genere nella cameretta: è costituito da pochi elementi che hanno un profondo significato. I sogni negativi si disperderanno nella ragnatela dell’amuleto, finendo imprigionati in una perlina; quando le prime luci dell’alba raggiungono la perlina, il sogno negativo viene annientato. Ai sogni positivi invece, è dato il potere di trovare una via attraverso la trama della ragnatela e di raggiungere, calandosi lungo le piume, colui che dorme. Ma questa è solo una delle interpretazioni legate al magico acchiappa sogni.

Ecco il materiale occorrente per realizzare il cattura sogni:

  • un cartoncino
  • un gomitolo di cotone o di lana
  • 5 piume colorate
  • 3/5 perline
  • forbici e un pastello

Ricavate da un cartoncino due cerchi di uguale dimensione, a cui toglierete un cerchio più piccolo all’interno, in modo da ottenere due corone. Potete aiutarvi ad esempio con un bicchiere e una tazzina capovolti.

Affiancate le due corone e iniziate ad avvolgere intorno il filo di lana o cotone. E’ più semplice se tagliate prima due o tre fili ben lunghi.

Una volta ricoperto il cartoncino, tessete la vostra ragnatela centrale, legando alla corona una prima estremità e inserendo le perline man mano che fermate il filo intorno alla corona. Al termine legate ben stretto il filo con tre nodi, in modo che la ragnatela rimanga ben salda.

Scegliete 5 piume e unitele con il filo tra loro, facendo un nodo a ciascuna. Man mano che legate una piuma fate un giro di filo intorno alla corona, nella parte bassa, in modo che anche le piume rimangano ben ferme.

Infine, legate un ultimo filo in alto, in modo da poter appendere nella cameretta il vostro magico cattura sogni.

La leggenda del dream catcher secondo la cultura dei Cheyenne

Molto tempo prima che arrivasse l’uomo bianco, in un villaggio Cheyenne viveva una bambina il cui nome era Nuvola Fresca. Un giorno la piccola disse alla madre, Ultimo Sospiro della Sera: ”Quando scende la notte, spesso arriva un uccello nero a nutrirsi, becca pezzi del mio corpo e mi mangia finché non arrivi tu, leggera come il vento e lo cacci via. Ma non capisco cosa sia tutto questo”.

Con grande amore materno Ultimo Sospiro della Sera rassicurò la piccola dicendole: “le cose che vedi di notte si chiamano sogni e l’uccello nero che arriva è soltanto un’ombra che viene a salvarti” Nuvola fresca rispose: “ma io ho tanta paura, vorrei vedere solo le ombre bianche che sono buone”.

Allora la saggia madre, sapeva che in cuor suo sarebbe stato ingiusto chiudere la porta alla paura della sua bimba, inventò una rete tonda per pescare i sogni nel lago della notte, poi diede all’oggetto un potere magico: riconoscere i sogni buoni, cioè quelli utili per la crescita spirituale della sua bambina, da quelli cattivi, cioè insignificanti e ingannevoli. Ultimo Sospiro della Sera costruì tanti dream catcher e li appese sulle culle di tutti i piccoli del villaggio cheyenne. Man mano che i bambini crescevano abbellivano il loro acchiappasogni con oggetti a loro cari e il potere magico cresceva, cresceva, cresceva insieme a loro. Ogni cheyenne conserva il suo acchiappasogni per tutta la vita, come oggetto sacro portatore di forza e saggezza.

Il significato dell’acchiappasogni secondo i Cheyenne

Ancora oggi, a secoli di distanza, ogni volta che nasce un bambino, gli Indiani costruiscono un dreamcatcher e lo collocano sopra la sua culla. Con un legno speciale, molto duttile, plasmano un cerchio, che rappresenta l’universo, e intrecciano al suo interno una rete simile alla tela del ragno. Alla ragnatela assegnano quindi il compito di catturare e trattenere tutti i sogni che il piccolo farà. Se si tratterà di sogni positivi, il dream catcher li affiderà al filo delle perline (le forze della natura) e li farà avverare. Se li giudicherà invece negativi, li consegnerà alle piume di un uccello e li farà portare via, lontano, disperdendoli nei cieli…

La leggenda del Dreamcatcher secondo la cultura Dakota

Nei tempi antichi un vecchio stregone si trovava sulla cima di un monte ed ebbe una visione. Iktome, grande maestro di saggezza, gli apparve sotto forma di ragno e gli parlò in una lingua sacra. Disse al vecchio lakota dei cicli della vita, di come iniziamo a vivere da bambini passando dall’infanzia all’età adulta, e alla fine diventiamo vecchi e qualcuno si prende cura di noi come se fossimo diventati un’altra volta bambini, così si completa il ciclo.

Mentre parlava, il ragno prese all’anziano un cerchio che aveva con lui, era un cerchio di salice al quale erano attaccate delle piume e delle crine di cavallo abbellite da perline. Prese il cerchio e iniziò a tessere una rete all’interno, mentre tesseva continuava a parlare e disse: “in ogni periodo della vita vi sono molte forze, alcune buone e altre cattive, se ascolterai le forze buone queste ti guideranno nella giusta direzione, ma se ascolterai quelle cattive andrai nella direzione sbagliata e questo potrebbe danneggiarti.

Mentre il ragno parlava continuava a tessere nel cerchio la sua tela, quando finì di parlare Iktome consegnò all’anziano il cerchio con la rete e disse: “la ragnatela è un cerchio perfetto con un buco nel centro, utilizzala per aiutare la tua gente a raggiungere i loro obiettivi, facendo buon uso delle idee, dei sogni e delle visioni. Se crederete in WAKAN TANKA, la rete tratterrà le vostre visioni buone, mentre quelle cattive se ne andranno attraverso il foro centrale”.

L’anziano stregone raccontò in seguito questa visione alla sua gente e da allora i Lakota ritengono l’acchiappasogni un oggetto sacro e lo appendono all’entrata dei loro tepee per filtrare i sogni e le visioni. Quelli buoni sono catturati nella rete e quelli maligni scivolano nel buco centrale e scompaiono per sempre.