L’appello è rivolto a tutti coloro che lavorano nel campo della enogastronomia italiana nel mondo e agli amanti della cucina italiana, a qualunque latitudine si trovino (inclusa l’Italia ovviamente). Tutti sono invitati a unirsi al GVCI, Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, il 17 gennaio 2009, nella celebrazione della cucina italiana autentica e di qualità. Come? Cucinando o mangiando in quella giornata un genuino risotto alla milanese.

Eccoli ritornare puntuali all’appuntamento. Centinaia di cuochi italiani e culinary professional del GVCI che lavorano in ogni angolo del mondo lanciano nuovamente l’appello per la GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE CUCINE ITALIANE – International day of Italian Cuisines (IDIC 2009). “Il 17 gennaio 2009 è un giorno dedicato a quelli che amano la cucina italiana nel mondo”, dice Mario Caramella, Executive Chef a Bali (Indonesia) e Presidente del GVCI, l’organizzazione che propone la iniziativa. “L’attuale boom mondiale della cucina italiana”, aggiunge da Melbourne Rosario Scarpato, giornalista enogastronomico e Presidente Onorario del GVCI, “ha generato una tale proliferazione di cattive imitazioni che i suoi consumatori non possono più accettare la sistematica contraffazione dei prodotti e il taroccamento della cultura culinaria italiana”.

L’anno scorso, il GVCI, con i suoi 800 associati in oltre 70 paesi, formò una storica ola, nella quale centinaia di cuochi, a tutte le latitudini, cucinarono un’autentica pasta alla Carbonara. Un grande successo. “Per la IDIC 2009 abbiamo scelto il Risotto alla Milanese, il padre di tutti i risotti italiani”, aggiunge Mario Caramella, “perché con pizza e spaghetti, risotto è certamente il piatto italiano più famoso nel mondo”. Il succeso del risotto è stato ed è tanto grande che oggi è diventato una specie di “tecnica”, usata in maniera spesso inappropriata in tutti i tipi di cucine. Proprio per questa sua popolarità il risotto è adesso tra i piatti più taroccati nel mondo. “In una città come New York, su 50 ristoranti che hanno il risotto nel loro menu, appena meno di un terzo è italiano”, ricorda Rosario Scarpato. Il resto sono principalmente i cosiddetti ristoranti di cucina neo-americana (38%). Ma anche ristoranti messicani, spagnoli, giapponesi e addirittura indiani hanno il risotto nel loro menu. Senza contare che il piatto è molto popolare anche nei ristoranti francesi di vecchio e nuovo stile e non solo negli Stati Uniti. La Table de Joel Robuchon a Tokyo e molti altri ristoranti francesi in Asia hanno il risotto (con Parmigiano) nel loro menu e prendono stelle dalle guide francesi. Le stesse che troppo spesso ormai ignorano deliberatamente i ristoranti italiani di qualità in Giappone, a Hong Kong e Macao.

L’appello del GVCI comunque vola molto più in alto delle guide, dei critici e delle stelle. E soprattutto della crisi e del pessimismo di questi tempi. “La IDIC è nata con una missione”, dice Mario Caramella, “certamente puntiamo ad educare i consumatori di cucina italiana nel mondo, ma vogliamo soprattutto difendere il loro diritto di avere quello per cui pagano quando vanno in locali che si fregiano del titolo di ristoranti italiani, e cioè cucina italiana autentica e di qualità”.

Per maggiori informazioni: www.itchefs-gvci.com
http://www.gvci.org/menu/eventi/Idic2009/idic2009 (in italiano)