La XIII° edizione del Presepe vivente di Giulianova aprirà con il corteo dei figuranti che sfileranno in abiti d’epoca fino all’altezza di Piazza del Popolo. L’edizione 2008, dal titolo:”Il tempio della salvezza”, verrà rappresentata attraverso la realizzazione di 18 scene che racconteranno i momenti salienti della storia della salvezza. L’ingresso verrà riproposto dal Torrione di Porta Napoli (Via del Popolo), mentre, sulla omonima Piazza, ci sarà una corsia preferenziale per i portatori di handicap e per i genitori con passeggini al seguito. In un clima di particolare atmosfera, sotto la luce delle fiaccole, nelle viuzze antiche della città alta si svolgerà la XIII° edizione. Il percorso sfocerà su Largo La Marmora (zona Torrione Il Bianco) dove all’interno di un caratteristico fondaco sarà collocata la scena della Natività: “Il Verbo si fece carne”. La Regia dell’evento, da ben 13 anni consecutivi, è diretta dal giuliese Domenico Canazza.

Si invitano i visitatori a partecipare con pazienza, in silenzio e con i cellulari spenti, per non interferire con le apparecchiature di amplificazione e per non disturbare i narratori. Ulteriori informazioni si potranno avere sul sito Web: www.presepevivente.net , dove sono riportate tutte le edizioni dell’evento.

Il presepe vivente di Giulianova, edizione 2008, nasce con l’intento di raccontare la storia della salvezza, partendo dalla prima parte del prologo di Giovanni, sviluppandosi attraverso le alleanze stabilite da Dio con gli uomini riportate nell’Antico Testamento e concludendosi con la seconda parte del prologo di Giovanni. “La Parola divenne carne e si attendò tra di noi” (Gv 1,14). Nel testo greco del Vangelo di Giovanni troviamo il termine “eskénosen” (piantò la tenda) che richiama l’ebraico “shekinà” usato per indicare la dimora di Dio con il suo popolo, ora resa presente dall’Emmanuele.

La tenda, fatta di tessuti realizzati con peli di capre, diversa dalla casa costruita con mattoni, è il riparo del nomade e si distingue dalla capanna che, invece, porta con sé l’idea di provvisorietà. L’immagine della tenda, ha un filo conduttore che si radica nell’Antico Testamento. Prima della costruzione del tempio di Salomone, la tenda è la dimora di Dio, il luogo in cui viene custodita l’arca dell’alleanza che contiene le tavole della legge. In questo senso è sinonimo di Tabernacolo (luogo della manifestazione della gloria di Dio, resa visibile dalla nube) che in ebraico conosce due sfumature utili per comprendere lo spessore spirituale del termine: “miskan”, dimora e “ehel mo’ed”, tenda dell’incontro, luogo in cui Dio abita in mezzo al suo popolo e si manifesta, si rivela. Si può confrontare a questo proposito il brano di Esodo 33,7-11, in particolare:”Mosè ad ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori dall’accampamento … Chiunque cercava il Signore usciva verso la tenda del convegno … (nella tenda) il Signore parlava con Mosè faccia a faccia …”.

La testimonianza biblica è rafforzata dall’esistenza, tra i nomadi del deserto siriano fino a tempi abbastanza recenti, di tende-santuario portatili. “Egli mi custodirà nel suo tabernacolo … offrirò nella sua tenda sacrifici di esultanza” (Sal 27,5-6: cf anche Sal 61,5 e altri). L’edificazione del tempio sostituisce la tenda-santuario. L’umanità di Gesù è la nuova tenda e il nuovo tempio (cf Gv 2,21) in cui Dio si rivela senza più mediazioni e senza veli. La tenda dell’Esodo che ha accompagnato Israele nel deserto e il tempio desiderato da Davide, sono adesso sostituiti dal corpo di Gesù di Nazaret, l'”Emmanuele”, il “Dio con noi”. “La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Colui che nasce povero e fragile è la Parola di Dio per eccellenza. Per mostrare la dignità di questo Bambino, Giovanni risale solennemente all’inizio d’ogni cosa:”In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio e la Parola era Dio … tutto è stato fatto per mezzo di essa” (Gv 1,1). Il Bambino nato a Betlemme è la Parola , il Figlio di Dio, rivelazione perfetta del Padre. Lui è il gran paradosso del mistero del Natale: la Parola di Dio si manifesta oggi in un Bambino che non sa parlare. Tuttavia, Gesù di Nazaret, nella sua umanità, ci rivela Dio infinitamente di più che qualsiasi visione soprannaturale o discorso umano anche se molto profondo. Dio si fa uomo e il Natale impone a tutti un’esigenza: diventare anche noi più umani ogni giorno, più rispettosi della dignità dell’uomo, perché soltanto così assomiglieremo ogni volta di più al Dio vivente che ha voluto condividere la nostra condizione.

INFO:
Regia e Coordinamento generale: Domenico Canazza
Ufficio Stampa: Walter De Berardinis
Sito Web: www.presepevivente.net