Il Salone della Qualità Artigiana Italiana, in programma a Modenafiere dal 27 febbraio al 1 marzo, si arricchisce di un grande evento collaterale con l’esposizione del patrimonio storico della Sartoria Teatrale Alberani. Nata alla fine del 19° secolo dall’estro del musicista Lorenzo Alberani, l’omonima sartoria ha prodotto per oltre cent’anni costumi e accessori per i maggiori teatri d’opera italiani e stranieri. Tra le più antiche d’Europa, la sartoria bolognese rappresenta l’emblema della tradizione artigianale italiana in cui si coniugano abilità, conoscenza e creatività. In oltre cent’anni di attività, la Sartoria Alberani crea gli abiti e gli accessori per le opere più note della storia del melodramma indossati sulla scena da artisti di fama internazionale, e partecipa alla realizzazione di sontuosi allestimenti.

Abiti, gioielli, cappelli, ventagli, armi e flabelli provenienti dagli allestimenti di scena delle opere liriche più famose della storia del melodramma sono esposti nella bella mostra ospitata all’interno di Artigiana Italiana. La mostra, corredata da un ricco apparato documentario, libretti d’opera, locandine, bozzetti e fotografie, racconta la storia dell’allestimento del teatro d’opera in Italia e all’estero a partire dalla fine del diciannovesimo secolo attraverso la creatività della famiglia Alberani. Gli abiti realizzati per gli artisti più importanti del panorama internazionale, da Luciano Pavarotti a Katia Ricciarelli, da Mirella Freni a Renato Bruson, testimoniano con lo sfarzo e la cura dei dettagli il saper fare di una tradizione di sarti e costumisti capaci di ricostruire con pizzi e merletti le atmosfere di epoche remote e di terre lontane, e di restituire al pubblico dei melomani la suggestione di opere come Madama Butterfly, Aida, Rigoletto, Carmen.

In mostra gli abiti di Madama Butterfly, di F. B. Pinkerton e del Principe Yamadori disegnati da Giancarlo Bignardi sono accompagnati dagli arredi utilizzati nella stagione lirica 1972-73 al Teatro Comunale di Bologna e realizzati dalla stessa Sartoria Alberani: lampade di carta, ventagli, ombrellini e un mobiletto con un buddha dorato. Un flabello dorato e smaltato, ispirato all’originale ritrovato nella tomba del faraone Tutankamon, è esposto accanto agli abiti di Radames e di Amneris, rivale di Aida. Mentre uno splendido Duca di Mantova indossato da Luciano Pavarotti nella rappresentazione del Rigoletto che risale alla metà degli anni ’60, ed Escamillo, Carmen e Don Josè sono altrettanti contributi di Libera Amatesi Alberani, nuora di Lorenzo fondatore della Sartoria, alla storia del costume teatrale. Dalle teche in cui sono esposti curiosi accessori di scena come la corona, le unghie e il cappello di Turandot, la tiara, il collare e la cintura del Nabucco, risuonano le note di Puccini, Verdi, Donizetti, Monteverdi, Bizet.

La mostra allestita nell’ambito della seconda edizione del Salone della Qualità Artigiana Italiana rappresenta un’occasione unica per avvicinare il fascino del teatro e per scoprire i segreti dei maestri artigiani a cui dobbiamo la magia della scena. Un’area infine è dedicata alle memorie della famiglia Alberani. Mentre da segnalare sono le fotografie dei bozzetti realizzati da Emanuele Luzzati per il Barbiere di Siviglia, il celebre melodramma in due atti di Gioacchino Rossini.