Ceramiche modellate con i sedimenti dei fondali oceanici. Sono le opere d’arte, uniche nel loro genere, nate dalla ricerca artistica di Enzo Babini e da quella scientifica dell’Istituto per le scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Ismar-Cnr). Il maestro ceramista ha plasmato al tornio le ‘terre marine’ raccolte durante le missioni oceanografiche dall’Ismar del Cnr. Il risultato potrà essere ammirato nella mostra “Voci dal profondo. Dalla ricerca all’arte. Le argille degli oceani nelle ceramiche di Enzo Babini” che sarà inaugurata a Cervia (nelle Pescherie), 4 luglio e rimarrà aperta fino al 19 del mese.

L’esposizione, che fa seguito a quella realizzata nel 2008 a Bagnacavallo, raccoglie 70 opere: pesci, globi, volti umani, forme astratte, frammisti a resti di conchiglie. Le argille utilizzate provengono dai fondali dell’Antartide, degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico, del Mar Nero, del Mar Rosso e dell’Adriatico, solcati dalle navi – laboratorio del Cnr dal 1968 ad oggi.

“I sedimenti”, spiega Mariangela Ravaioli, “permettono di risolvere molti degli interrogativi relativi all’ambiente, in quanto costituiscono degli archivi naturali in cui sono stati registrati i cambiamenti geologici, climatici, fisici e biologici che la Terra ha subito dalla sua origine ai nostri tempi. I campioni sono ormai migliaia e vengono conservati in una ‘Carototeca’, cella frigorifera e freezer presso l’Ismar di Bologna, tra gli archivi più importanti in Europa”.

I risultati che derivano dalla lavorazione e dalla cottura di queste argille, a temperature dai 960° ai 1250°, sono inconsueti spiega Babini. “La plasticità, la gamma cromatica e la flessibilità delle terre ‘marine’ sono diverse da quelle che caratterizzano le argille continentali. Ogni sito indagato ha una storia geologica e sedimentologica peculiare ed è caratterizzato dalla presenza di minerali diversi che determinano plasticità, fusibilità e cromatismi particolari”. Enzo Babini, nato a Cotignola (Ra), non è nuovo alle sperimentazioni: in occasione del Giubileo 2000 ha realizzato novanta medaglioni in terracotta policroma utilizzando le terre dell’intera regione, dall’Appennino alle Valli di Comacchio. Nel 2003 ha adoperato le argille dei cinque continenti per il monolite Pangea, testimone e messaggero di Pace dell’Emilia-Romagna.

La mostra curata dal Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (Ravenna) e dall’Ismar di Bologna, è accompagnata da un catalogo realizzato da EDIT Faenza.