Nasce a Ravenna il Festival Meditaeuropa, festival delle culture del Mediterraneo frutto dell’esperienza accumulata dall’associazione Meditaeuropa all’interno di un percorso ormai avviato da alcuni anni. Nasce per celebrare il Mediteranneo quale “luogo del rapporto fra culture e popoli”, in una città di dialogo e di “frontiera” come Ravenna. Con una formula innovativa e originale: unire saperi diversi. Ospiti di Meditaeuropa Autori di fama internazionale, da Michelle Nouri a Ornela Vorpsi, da Nedim Gürsel a Tahar Ben Jelloun, da Amid Ziarati ad Amara Lahkous. Ma vi saranno anche registi, architetti, artisti e studiosi provenienti dalle più diverse discipline.

La prima edizione di Festival Meditaeuropa s’inaugura presentando la mostra della celebre fotografa Monika Bulaj. Aperta dal 2 al 26 maggio 2007 nella splendida cornice della Biblioteca Classense di Ravenna, la mostra espone le magiche e inconsuete atmosfere che gli incredibili scatti del progetto “Gente di Dio” permettono di riprodurre.

In mostra 130 fotografie dell’artista polacca Monika Bulaj, famosa per la forza emotiva dei suoi scatti. Con il progetto Gente di Dio la Bulaj ha vinto nel 2005 il Grant in visual art da parte di European association for Jewish culture. Le immagini di queste foto svelano le realtà paesaggistica e antropologica dell’Europa orientale, sono le immagini della fede dei popoli e indagano le frontiere interne e immateriali delle fedi.

Con questa mostra fotografica, Meditaeuropa intende portare un suo contributo all’esigenza dell’incontro, della condivisione e del confronto. Per ricomporre un clima di conoscenza reciproca tra le genti e tratteggiare assonanze e fonti ispirative comuni. La mostra vuole compiere anche un passo nella rivendicazione della città quale spazio “laico” della comunità e luogo di comunicazione.
Per gli stereotipi che contesta, questo “viaggio nel sacro” di Monika Bulaj – viaggio parallelo che esplora i territori franchi di coabitazione tra monoteismi, mondi in bilico fra cristianesimo, islam e ebraismo, cattolicesimo e ortodossia – rappresenta una voce dissacrante e di grande sincerità.

Nelle sue foto l’Autrice ci mostra musulmani che festeggiano il sabat; ebrei che leggono il Corano; musulmane che segnano la croce sul pane prima di metterlo in forno e che pregano la Madonna; cristiani che invocano gli alberi e la luna, mentre sgozzano capre nei templi; feste della fertilità cui accorrono islamici e cristiani; sciiti e sunniti fratelli all’inaugurazione delle moschee. Anche l’orizzonte fisico si amplia, andando di molto oltre il mondo carpatico, spingendosi lontano in una nebulosa di luoghi ignorati e arrivando ai confini del Mar Caspio. Poi scende lungo il Bosforo, si addentra nella Istanbul più segreta, risale sui monti della Bulgaria dove suonano le zampogne, si perde tra Tibisco e Danubio, nella terra dove vivono gli zingari, risale a nord verso l’Ucraina occidentale, nei monasteri dove sopravvive l’ortodossia più antica. Luoghi di fede passionale, centri di resistenza quasi clandestina contro l’aggressione dei pensieri unici e delle intolleranze. Mondi viscerali, nemici dei dogmi e delle gerarchie, ma anche straordinari anticorpi allo scontro tra fondamentalismi.

Non sono solo le periferie d’Europa. Sono anche le periferie delle fedi. Periferie speciali, dove i monoteismi oggi in conflitto generano – a sorpresa – terreni di coabitazione. Ed è un mistero che proprio questi territori, devastati da tanti massacri e deportazioni, siano riusciti a generare una capacità di incontro che altrove il mondo sta perdendo. Fedi passionali, che i chierici dell’Islam, del Cristianesimo o dell’Ebraismo bollano spesso come superstizione. Fedi popolari, radicate al territorio, all’anima delle acque, dei boschi, alla tomba di un profeta o di un santo, ma capaci, anche, di travolgere le frontiere implacabili delle confessioni. Una risorsa formidabile, miracolosa e spesso ignorata.

Monika Bulaj, nata a Varsavia nel 1966, vive e lavora in Italia. Fotografa, antropologa e scrittrice lavora per vari periodici italiani ed europei. Lavora soprattutto sulle terre e le fedi di frontiera e abbina in modo originale testo ed immagine. Lavora sui film documentari, espone le sue foto a Roma, Milano, Budapest, Sofia, Varsavia, Bruxelles, Berlino, Parigi, New York, Ginevra, Helsinki, Madrid, Mosca, Gerusalemme, Teheran e Istanbul, scrive sceneggiature per documentari, fra cui “Romani Rat” 2002 di M. Orlandi (sull’olocausto dei Rom, realizzato con il contributo di Shoah Visual History Foundation). Collabora con “D – La Repubblica”, “Io Donna – Corriere della Sera”, “National Geographic”, “East”, “Courrier International”, “Gazeta Wyborcza”, “Internazionale”, “GEO”. Ha pubblicato i volumi: “Libya felix”, Bruno Mondadori, 2003; “Donne, storie…”, Alinari, 2005; “Gerusalemme perduta…” con Paolo Rumiz, Frassinelli, 2005; “Figli di Noe”, Frassinelli, 2006. Regista, fotografa e sceneggiatrice del film documentario “Figli di Noè” (produttore: Lab80 FILM). Ha presentato varie mostre fotografiche individuali in Italia e Europa. “Genti di Dio” è il suo progetto più grande, realizzato dal 1985 al 2005.

Il Festival Meditaeuropa è patrocinato da: Parlamento Europeo, Ministero degli Esteri, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Ravenna.

Mostra: “Gente di Dio.”
Artista: Monika Bulaj
Curatore: Associazione Meditaeuropa
Sede: Sala Manica Lunga, Biblioteca Classense
via Baccarini, 3 – 48100 Ravenna
Periodo: dal 2 al 26 maggio 2007
Orari mostra: da martedì a venerdì: 15 alle 18 – sabato mattina: 10 alle 13
chiuso domenica e lunedì
Ingresso: Gratuito

Inaugurazione: mercoledì 2 maggio ore 18,30

Informazioni:
Associazione Meditaeuropa Viale della lirica, 11 48100 Ravenna tel 0544 281611
Istituzione Biblioteca Classense Tel. 39.0544.482112 – fax +39.0544.482104 – www.classense.ra.it