Si può certo dire che se Dionisio pesava i versi, a Campogalliano, si pesa la percezione del sapore, tra senso del gusto e dell’olfatto, con la necessaria attenzione per la consistenza, la temperatura e l’aspetto!

Consigliamo vivamente a chi viene a Campogalliano nel mese di ottobre di non perdere questi appuntamenti nei ristoranti! Come fare per prenotarsi, se si vuole gustare il menù de I PIATTI DELLA BILANCIA? Scelto il menù e il ristorante che lo propone é consigliabile avvisare almeno 24 ore prima.

Il costo per la consumazione di ogni menù, comprensivo di bevande e caffè, è di 28 euro. E se il menù di un ristorante non è sufficiente per far scoprire al palato la bontà del territorio se ne possono scegliere tanti, anche tutti!
I menù restano disponibili tutto l’anno previo accordo con i ristoratori che sono in grado di offrire, nella cornice più rappresentativa d’ogni singolo locale, dalle colazioni di lavoro alle cene più raffinate, menù ispirati sia alla tradizione del territorio che alla fantasia.
Il circuito dei ristoranti: Trattoria Barchetta (venerdì e sabato sera, 059 526218), La Ca’ di mat (giovedì sera, 059 527675), Ristorante Il Cacciatore (tutti i giorni a pranzo e a cena, 059 526227/338 8635638), La Falda (venerdì sera, 059 528416), La Gentile (tutti i giorni a pranzo e a cena dal lunedì al venerdì, la domenica a pranzo, 059 525938), Ristorante Laghi (venerdì e domenica, 059 526988), Ristorante il Volante (tutti i giorni a cena dal lunedì al venerdì, 059 851505)

A Campogalliano, Città della Bilancia e sede del Museo della Bilancia, unico in Italia, da tanti anni l’appuntamento con I PIATTI DELLA BILANCIA attira curiosi e buongustai, appassionati e dilettanti della cucina. La prima cosa che salta all’occhio nei menù dell’edizione del 2008 è la cura meticolosa nella descrizione del contenuto dei piatti e una cucina che sa di natura, dentro e fuori.
Una selezione rigorosa e sapiente delle materie prime, si manifesta in eclettiche e fantasiose interpretazioni della cucina locale; i talenti culinari che ne sono autori meritano “nutriti” approfondimenti.
La varietà delle espressioni enogastronomiche di questi ristoranti di Campogalliano la scopriamo nelle ricette semplici ed elaborate, tutte testimonianti una deliziosa armonia di sapori gentili e stuzzicanti che si fondono in un perfetto equilibrio cha ha a cuore la ricca cucina emiliana.
Al lavoro un pool di esperti ristoratori che ricerca, sempre con garbo e originalità, una cucina d’alta qualità fatta di prodotti tipici della nostra terra, tutti ugualmente invitanti e indovinati.
Piatti spesso eleganti nella presentazione grazie a chef che sanno coniugare i sapori della cucina locale e presentare con semplicità anche piccoli tocchi raffinati dalla cucina internazionale.
I menù de I PIATTI DELLA BILANCIA riflettono la qualità e la stagionalità degli ingredienti ed una misurata creatività nell’elaborazione delle ricette; come per le edizioni precedenti hanno la capacità di produrre preziose alchimie gastronomiche e di “regalare agli ospiti un’emozione” attraverso l’armonia dei sapori, le sensazioni che risvegliano il palato, i gusti e le consistenze.

Un po’ come l’alchimia generata dall’antico movimento dei piatti della bilancia, sensibili alla più piccola vibrazione che genera mille e più di mille ondeggiamenti e cattura lo sguardo finché lo strumento raggiunge il bilanciamento, simbolo di proporzione ed armonia, di misura e d’equilibrio fra due poli. Così in cucina: se l’equilibrio di tutti i profumi e sapori, o il loro contrasto, è assicurato, allora il piatto ha una ricchezza di gusti capace di incantare il commensale. Questa è un po’ la scommessa dei ristoranti che animano I PIATTI DELLA BILANCIA.
L’itinerario da percorrere, nelle vie del centro storico, nelle frazioni o vicino alle acque dei laghi Curiel, è la pura esaltazione del cibo o meglio della cucina strutturata in ricette e pietanze da gustarsi e da leggersi con linguaggi del tutto personali. Un percorso che, assaggiando e assaporando quanto di buono e di sfizioso offrono le liste – dal flan di zucca con prosciutto croccante, alle rosette all’ortica e mozzarella di bufala, dalle costine di cinghiale con pere, castagne, ribes e polenta, al tosone con pancetta, dai quadrucci di polenta e fagioli profumati al lardo, al semifreddo mantecato alla caciotta di Arnaldo con fichi all’aceto e loro salsa e al flan di pan dorato affogato alla crema inglese, ai vini abbinati per contrasto e affinità – può definirsi una ricerca per rafforzare il buongusto assieme al senso estetico e fare in modo che la nostra percezione non s’intorpidisca.