La 49° edizione della Sagra si tiene le prime 3 domeniche di ottobre dalle 10 alle 19.
Lo stand gastronomico sarà aperto dalle 11,30 fino a sera.

Se attorno ad un piatto tanto semplice quanto buono si rinnova ogni anno la Sagra della Polenta di San Cassiano significa che quel piatto e quella polenta hanno qualcosa da raccontare anche ai giorni nostri.

La polenta è stata anche nella nostra zona uno dei piatti tipici che ha accompagnato a tavola le generazioni dei nostri genitori e prima ancora dei nostri nonni e dei nostri bisnonni. La semplicità della preparazione e la possibilità di accompagnarla con tanti altri alimenti lo hanno reso un piatto per eccellenza in virtù del fatto che in ogni famiglia si coltivava il grano da trasformare in pane e il mais da trasformare in farina dorata. La “azdora” cominciava per tempo a rimestare nel paiolo sul fuoco del camino fino ad arrivare al momento del pranzo quando tutta la famiglia (e che numerose famiglie c’erano una volta!!!!) si ritrovava attorno alla tavola.
In certe epoche la polenta ha rappresentato l’unico piatto disponibile. Altri alimenti come la carne rappresentavano un lusso, che non sempre ci si poteva permettere se pensiamo anche solo alle uova che venivano raccolte e scambiate al mercato con altri beni di prima necessità come scarpe e vestiario.
Nell’Italia del dopoguerra e nel pieno dello sviluppo economico e industriale questa tradizione è rimasta accesa in ogni casa laddove c’è stata una donna che ha mantenuto la tradizionale preparazione del piatto. I tempi di preparazione di questo piatto sono al giorno d’oggi incompatibili con i ritmi di vita moderni. Riunire la famiglia attorno al tavolo non è più tradizione degna di rispetto. Piatti precotti e preparazioni veloci sono più adatte alla famiglia di oggi che tante volte non ha neppure la possibilità di trovarsi a tavola.
Cosa ha ancora da dire questo piatto al nostro tempo? Ci racconta storie che sanno di antico, ci mostra le nostre radici, da dove veniamo e come siamo fatti.
La particolarità della Sagra della Polenta è proprio questa capacità di rimettere a tavola insieme le generazioni più vecchie con quelle giovani. E ognuno su quel piatto racconta le proprie storie vissute o tramandate.
Io credo che se nel panorama delle sagre territoriali la nostra sagra è una delle più longeve è proprio perchè la Società Polisportiva e Culturale di San Cassiano che realizza l’evento ha mantenuto vivo il ceppo delle nostre radici che passa anche e soprattutto dalla tavola quando le generazioni di oggi si rimettono a tavola raccontando ed ascoltando esperienze di una volta.
Allora nel piccolo borgo di San Cassiano ogni anno ad ottobre si torna a respirare in pieno lo spirito della bellissima poesia che Carducci ha raccolto così nei suoi versi: “ma per le vie del borgo dal ribollir dei tini va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar. Gira su ceppi accesi/ lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando / sull’uscio a rimirar / tra le rossastre nubi / stormi di uccelli neri / com’ esuli pensieri nel vespero migrar”.