Come ogni anno, nei mesi di ottobre e novembre Grado riscopre la propria specialità d’eccellenza, il “Boreto a la Graisana”, attraverso una rassegna gastronomica che fa di questo piatto semplice e gustoso l’assoluto protagonista dei menu d’autunno in tutti i ristoranti dell’isola.

Un piatto la cui ricetta racchiude la storia stessa dell’isola di Grado, di preparazione e aspetto semplice, ma sorprendentemente gustoso e saporito, il “Boreto a la Graisana” è il vero protagonista dell’autunno a Grado. Nato come piatto povero dei pescatori, è oggi la pietanza principe dei menu dei ristoranti dell’isola che, per tutto il mese di ottobre e novembre, ne fanno il protagonista dell’omonima rassegna gastronomica. Grazie a speciali menu di degustazione, i turisti potranno scoprire questa specialità gradese e le molteplici interpretazioni, frutto di ricette familiari tramandatesi negli anni.

Emblema di una vita fatta di mare e di pesca, nell’incantevole scenario della laguna, il “Boreto a la graisana” è una pietanza unica per la semplicità degli ingredienti e della preparazione, nato come piatto povero dei pescatori e tramandato di generazione in generazione, è divenuto uno dei capisaldi della cucina isolana. Ogni famiglia custodisce una propria speciale variante della ricetta, così come ogni ristorante, che ne propone la propria interpretazione.
Quando la vita dei gradesi si svolgeva per gran parte nei “casoni” lagunari e il principale sostentamento derivava dalla pesca, infatti, il piatto tipico divenne appunto il boreto, realizzato con il pesce di scarto, ma comunque freschissimo, che non poteva essere venduto al mercato, cotto e insaporito con i pochi ingredienti a disposizione: sale, pepe, olio e aglio. Come contorno la polenta bianca, più economica, che veniva scambiata con il pesce con i commercianti dell’entroterra.
La preparazione è estremamente semplice: all’olio insaporito con l’aglio selvatico a spicchi interi si aggiunge il pesce (cefali, rombi, anguille o altre varietà), un po’ di sale, pepe nero in abbondanza, un bicchiere di aceto. Si lascia sul fuoco fino a evaporazione e poi si copre d’acqua il tutto, lasciando cuocere fino a ottenere quell’intingolo denso che ben si sposa con la polenta bianca, immancabile contorno del vero Boreto. In origine si mescolavano gli scarti di diverse varietà di pesce, ma ora può essere impiegata anche una sola qualità. Da non dimenticare, naturalmente, l’accompagnamento con il vino: un tempo esclusivamente bianco, oggi, in prevalenza rosso. A seconda del tipo di Boreto, si passa dal Merlot al Refosco e, in rari casi, al Cabernet.