Da sabato 3 a domenica 18 luglio, a Grimacco (Ud), un borgo isolato e suggestivo, dove fino a pochi anni fa “finiva” l’Occidente, diventa uno snodo di incontri, sperimentazioni, scambi culturali: questa è Stazione di Topolò-postaja Topolove, sulla cima di una valle che nel fitto del bosco, sopra il paese, diventa Repubblica di Slovenia, vent’anni fa Repubblica di Jugoslavia o “Est” e, prima ancora, Impero Asburgico. Topolò, da sempre frontiera, è ancora Italia, comune di Grimacco, per poche centinaia di metri e la lingua che si parla da sempre è un arcaico dialetto sloveno.

Non ci sono bar né negozi, qui finisce l´asfalto, non ci sono collegamenti con il fondovalle e vi risiedono solo 30 abitanti. Eppure, oggi qui c´è un aeroporto, benché per soli arrivi, un ufficio postale per Stati di coscienza, quattro ambasciate, un Istituto di Topologia, un ostello per i suoni trascurati, resti di terme e di gloriose sinagoghe, il quartier generale dell´Officina Globale della Salute. Non è un festival la Stazione-postaja. Non è un contenitore di spettacoli itineranti.

Vengono realizzati progetti ispirati direttamente dal contatto, dalla conoscenza del luogo, che diventa così il motore e non lo scenario passivo degli accadimenti; la sperimentazione che si innesta sulla tradizione. Gli incontri avvengono nelle piazzette, nei vicoli, nei fienili, nei boschi che assediano il paese, senza palchi, senza quinte, senza separazione tra abitanti, artisti e pubblico tanto da ricavarne un´impressione di quotidianità e di partecipazione corale. Si svolgono, inoltre, “cantieri”-laboratorio dedicati a bambini e ragazzi e c´è, come in ogni stazione, una Sala d´Aspetto per incontrare poeti e scrittori in transito. E il tutto è gratuito.

Informazioni: www.Stazioneditopolo.it