Sul palco da Erri De Luca a Paolo Briguglia con Med Free Orkestra, Selam, Pollock Project e la danza Sufi al femminile con il Pejman Tadayon Ensemble

Erri De Luca
Paolo Briguglia
Vincenzo Crivello
Med Free Orkestra
Pejman Tadayon Ensemble
Pollock Project

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Una vera e propria festa di chiusura per il Luglio Suona Bene 2013 presentata da Helikonia. Padrini della serata Erri De Luca, Paolo Briguglia e Vincenzo Crivello: un viaggio ricco di colori e di ritmi lungo le coste e le terre del Mare Nostrum condotto dalla Med Free Orkestra con i suoi amici di sempre che incontrerà ad ogni porto le musiche, le danze e le parole dei più disparati angoli del Mediterraneo e non solo: da Pejman Tadayon con il suo ensemble e con un originalissimo gruppo di danza sufi tutto al femminile, un progetto unico pensato in nome dell’universalità del messaggio di armonia, pace e uguaglianza che è alle origini delle confraternite sufismo; a Pollock Project (Marco Testoni, Massimiliano DI Loreto, Simone Salza, Cecilia Silveri) con il loro omaggio alla musica sefardita. Senza dimenticare Selam con le sue canzoni d’amore dal Corno d’Africa. E tanti altri ospiti della Med: Olen Cesari, Riccardo Bertini e i Mammooth, Angelo Olivieri. Una grande festa in cui la musica e i profumi mediterranei si intrecceranno con quelli balcanici, africani, medio-orientali portando sul palco energia e passione. E come per ogni festa che si rispetti è obbligatorio per il pubblico danzare.

Otto Paesi, tre continenti e sei lingue diverse, la Med Free Orkestra è un ensemble multietnico composta da un ensemble che, a seconda delle occasioni va dai dieci ai diciassette musicisti provenienti da varie aree del sud del mondo, Senegal, Grecia, Ucraina, Perù, Cile, Argentina, Iran e Sud Italia e rappresenta oggi una delle esperienze più interessanti e originali nell’ambito musicale italiano e del bacino del mediterraneo. La multietnica Med Free Orkestra pone Roma e l’Italia al centro del Mediterraneo in una contaminazione di suoni e sapori scaturita dall’incontro delle tante culture che compongono la singolare esperienza umana e musicale della Med Free Orkestra. La collaborazione attiva con “Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” caratterizza da sempre il percorso musicale della Med Free Orkestra ponendo al centro della propria attività l’impegno contro tutte le mafie e per il ripristino della legalità.

L’Ensemble di musica e corpo di ballo sufi diretto da Pejman Tadayon, unisce musica, danza e poesia per celebrare alcuni dei più grandi poeti mistici di tutti i tempi : Jalalludin Rumi, Hafez, Omar Khayyam, e per diffondere il loro messaggio universale di armonia e pace fra tutte le religioni e le culture, come è tradizione delle confraternite sufi. Insieme alla musica dal vivo si esibisce il corpo di ballo Sufi, per la prima volta tutto al femminile, trasmettendo un messaggio universale di uguaglianza dei diritti, così come dimostrano le antiche miniature persiane, dove la danza spirituale Sufi era praticata anchè dalle donne.

Pollock Project è un gruppo musicale che ha fatto del mashup uno degli elementi peculiari del proprio inconfondibile stile visionario: nei loro concerti la scena si riempie di immagini e musica che danno vita ad un emozionante dialogo visionario capace di navigare senza timori e formalismi fra atmosfere world e improvvisazioni jazz, elettronica, minimalismo e reminescenze rock. Sul palco: Marco Testoni caisa drum, Max Di Loreto batteria e percussioni, Simone Salza sax tenore e soprano e per l’occasione la special guest Cecilia Silveri al violino. A costruire la tela e i tratti di questo dipinto musicale la magia di un insolito strumento chiamato caisa drum e la scrittura raffinata e poliedrica delle percussioni su cui si adagia, intenso e raffinato, il canto del sax.

Selam è una cantante eritrea, nel suo repertorio canzoni e pensieri d’amore velati delle sfumature di una grande nostalgia per la propria terra. Ma soprattutto un viaggio della migrazione raccontato a ritmo di tre sedicesimi fra le armonie di mondi differenti. Selam, infatti, scrive e canta le melodie e la metrica di una tradizione antica, quella abissina. Ma racconta anche l’incontro con una cultura, quella occidentale, con la quale ha deciso di mescolarsi.