Riprendono quest’anno le celebrazioni di San Martino Vescovo, patrono di San Martino al Cimino, in provincia di Viterbo. Tradizionalmente, fino al 1802, San Martino Vescovo veniva celebrato l’11 novembre, ma dal 1803 la festa religiosa fu spostata alla seconda domenica di maggio, mentre i festeggiamenti civili e popolari rimasero fissati all’11 novembre.

Una serie di eventi culturali, visite guidate, mercatini d’antiquariato, spettacoli e degustazioni enogastronomiche faranno da cornice ai festeggiamenti che si protrarranno per due giorni, durante il fine settimana del 12 e 13 maggio. Per quel che riguarda le celebrazioni religiose, la processione in onore del santo patrono avrà luogo alle ore 10.15 di domenica 13 maggio. Durante i due giorni di festeggiamenti avranno luogo le celebrazioni delle messe e una serie di visite guidate alle sale dell’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino.

Notizie riguardanti la festa di S. Martino Vescovo

Fino all’anno 1802 la festa di S.Martino Vescovo Patrono del paese veniva celebrata il giorno 11 novembre.
Nel 1803 venne separata la festa religiosa che si celebra la seconda domenica di maggio da quella civile popolare che ha luogo il 11 novembre.
Lo spostamento della festa viene ricordato da un documento dell’anno 1802 conservato presso l’archivio storico della Confraternita di S.Martino in cui l’abate dell’epoca Josef De Gubernatis stabiliva che:

” vista la poca affluenza di partecipazione alla processione religiosa del Santo Patrono che si celebra ogni anno il dì 11 novembre in quanto la comunità contadina del borgo è molto impegnata nei lavori dei campi in opere di aratura e semina, si decreta che la processione venga trasferita alla seconda domenica di maggio in quanto mese povero di lavori agricoli. Deliberiamo inoltre che la festa popolare con la rispettiva fiera rimanga come stabilito il di 11 novembre”

Nell’anno 1646 la Principessa di S.Martino Donna Olimpia Maidalchini Pamphili stabiliva che:
“la fiera avesse una durata di otto giorni con inizio il giorno 11 fino al giorno 18 di novembre e che ogni Padrone o Garzone delle mercanzie fossero liberati da ogni peso o gabella”.

Colombo Bastianelli (Fonti di archivio)

La visita: palazzo Doria Pamphili e l’abbazia cistercense di San Martino al Cimino

L’abbazia

L’edificio dell’abbazia, dall’aspetto austero e solenne, è ornato da un rosone e da una grande polifora gotica e ai suoi lati si stagliano due basse torri campanarie sormontate da cuspidi piramidali. Armonioso e affascinante, il retro della costruzione possiede un abside poligonale di pietra. Sul fianco della chiesa si aprono i resti del chiostro di cui non restano che poche colonne sobrie ed eleganti. L’interno, semplice ed austero, ricorda le grandi cattedrali gotiche e le abbazie cistercensi per l’altissimo soffitto a crociera, le ampie finestre ed il colonnato con pilastri a croce.
L’abbazia è direttamente collegata con il vicino palazzo Doria Pamphili, tramite una sorta di corridoio costruito sopra un arco che collega il chiostro con la piazza retrostante la stessa abbazia. Nella parte sottostante ci sono alcuni locali oggi sede della confraternita, all’interno dei quali, in una vela del soffitto di una piccola stanza, è raffigurato in un affresco, il castello di Montecalvello, feudo della famiglia Pamphili e successivamente, proprietà di Donna Olimpia.
All’interno dell’abbazia, nella navata centrale è sepolta Donna Olimpia Maidalchini, morta di peste a San Martino al Cimino il 26 settembre 1657 all’età di 63 anni.

Palazzo Doria Pamphili

Palazzo Doria-Pamphili venne costruito utilizzando materiali provenienti dalla ristrutturazione del palazzo di famiglia in piazza Navona a Roma, sugli antichi ambienti dell’Abbazia, per volere della principessa Olimpia Maidalchini (1594-1657) che, affidò all’architetto Marcantonio De Rossi la trasformazione urbana di San Martino al Cimino. Le casette a schiera addossate le une alle altre, una grande novità per quell’epoca, digradano dal sontuoso palazzo signorile verso una delle due porte d’ingresso al borgo. Attualmente il palazzo gode di grande vitalità ed è sede dell’Azienda di promozione turistica.
Possiede inoltre varie sale, riccamente decorate, utilizzate per congressi, feste, corsi di formazione ed eventi di varia natura. Il Cantinone, che durante le giornate della castagna ospiterà le degustazioni più golose dell’evento, è la parte più antica del Palazzo ed è diviso da grandi pilastri su cui poggiano le volte cistercensi della primitiva abbazia.
Secondo quanto si è appreso, all’interno del Palazzo, il soffitto a cassettoni della stanza da letto di Donna Olimpia ha una particolarità comune soltanto ad altri due palazzi in Europa: si può abbassare tramite un sistema di carrucole per ridurre il volume totale della stanza, favorendone il riscaldamento.

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