Il rito bizantino italo-greco è quello proprio della Chiesa di Costantinopoli, l’antica Bisanzio, seconda sede episcopale del mondo cristiano dopo Roma. Il nucleo più antico di questo rito deriva dalle usanze della Chiesa di Antiochia: s. Giovanni Crisostomo (morto nel 407) prima di diventare vescovo di Costantinopoli era prete di Antiochia, e introdusse nel rito bizantino una preghiera eucaristica antiochena (l’anàfora), che ancora oggi porta il suo nome.

Nel IX secolo il rito bizantino assume una fisionomia sempre più marcatamente monastica. Figure di grandi riformatori del monachesimo come s. Teodoro Studita e s. Atanasio dell’Athos danno grande risalto alla poesia liturgica, e i loro discepoli hanno composto migliaia di inni per le più svariate feste e circostanze. Dalla stessa epoca si manifesta anche un influsso della Liturgia di Gerusalemme, i riti assumono così un aspetto marcatamente “orientale”. La sintesi definitiva tra questi elementi è avvenuta attorno al XIV secolo, epoca a cui risale il rito bizantino quale lo conosciamo oggi.

Ma non dovunque. Per esempio in questo nostro Monastero di Grottaferrata, a motivo anche della posizione di non facile contatto con l’Oriente, si segue il rito bizantino in una versione più antica, propria del nostro Typikòn, libro che regola giorno per giorno le celebrazioni liturgiche.

Tra i riti occidentali e orientali non vi sono differenze (a parte quelle culturali) riguardo allo scopo della loro esistenza, che è quello di celebrare su questa terra la gloria di Dio.

La liturgia italo-bizantina viene proposta a pellegrini e turisti in tutta la completezza dell’anno liturgico. Particolarmente significative sono le Liturgie della Settimana Santa.

La Settimana Santa (o Grande) spicca in modo particolare, sia per la differente impostazione delle celebrazioni rispetto ai riti occidentali, sia per alcune caratteristiche proprie del rito di Grottaferrata. Al Giovedì ha luogo il lavaggio dell’altare, la lavanda dei piedi e la Liturgia della Cena del Signore.

Nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, alle ore 04.00, viene celebrata l’ufficiatura della Passione del Signore, con la lettura di dodici pericopi evangeliche. Nel tardo pomeriggio del Venerdì, dopo il Vespro, si snoda per le strade della cittadina la processione con il tafos (tomba) che reca il Cristo morto. Al Vespro del sabato si celebra quella che in epoca antica era la prima parte (battesimale) della veglia pasquale.

Basilica di Santa Maria di Grottaferrata

La comunità del Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata celebra i riti del Triduo Pasquale della Morte e della Resurrezione del Signore in conformità all’antica tradizione italo-bizantina che le è propria, richiamata alla sua primitiva integrità e purezza, secondo i seguenti orari:

-1 aprile – Domenica delle Palme
ore 10.30
Benedizione delle Palme e Divina Liturgia

-2-3-4 aprile – Lunedì, Martedì e Mercoledì Santo
ore 18.30 Liturgia dei Presantificati

-5 aprile – Giovedì Santo
ore 15.15 Lavanda dell’Altare
ore 15.30 Vespri e Liturgia eucaristica di San Basilio
ore 18.00 Lavanda dei piedi degli Apostoli

-6 aprile – Venerdì Santo
ore 04.00 Mattutino con lettura dei 12 Vangeli della passione
ore 08.00 Ore Prima e Terza
ore 10.30 Ore Sesta e Nona e adorazione della Croce
ore 15.45 Vespri, canto dinanzi alla Croce e distribuzione dei pani benedetti
ore 18.30 Mattutino anticipato del Sabato Santo e processione con la Sindone

-7 aprile – Sabato Santo
ore 15.45 Vespri con letture bibliche,
solenne ingresso in chiesa dei celebranti,
spargimento delle foglie di alloro;
Liturgia eucaristica di San Basilio con il Vangelo della Resurrezione

-8 aprile – Domenica di Pasqua
ore 06.00 Processione pasquale e Mattutino con distribuzione dei fiori e scambio dell’abbraccio pasquale;
Divina Liturgia
ore 09.30 Divina Liturgia (in Italiano)
ore 11.00 Divina Liturgia solenne con lettura del Vangelo in varie lingue
ore 16.00 Vespri solenni