L’esperienza del ritmo è riconducibile agli albori della vita e la stessa razza umana, nella sua lenta evoluzione, ha sviluppato un percorso ad esso strettamente vincolato e tuttora vivo e dinamico.
In questo percorso numerose sono state le esperienze vissute e gli strumenti creati ed è meraviglioso sapere che uno degli strumenti principe della tradizione italiana, tuttora attivamente utilizzato in molteplici aree della penisola, abbia origini così antiche.

Il tamburello infatti appartiene alla grande famiglia dei membranofoni a cornice e tale famiglia è presente il tutto il mondo con le più diverse forme e dimensioni. La sua nascita non è catalogabile se non in funzione degli studi iconografici delle differenti culture, relativamente rappresentativi della reale età dello strumento stesso. Numerosi sono i documenti iconografici che attestano già da epoche antichissime l’esistenza del tamburo a cornice monopelle rotondo, basti ricordare tutti i numerosi bassorilievi mesopotamici nei quali questo strumento è visibilissimo sin dal 1700 a.C.. Lo studio dell’iconografia in Italia denota che il tamburello penetra e si attesta in questa area geografica probabilmente soprattutto tramite le presenze greche nella parte meridionale della penisola, come dimostrano le numerose rappresentazioni iconografiche del V e IV secolo a.C. anche se, in epoche più recenti, dovette avere influenza determinante anche la cultura araba presente in molte regioni della stessa area.
Questa grande tradizione che nell’arco della sua storia ha conosciuto la buona e la cattiva sorte passando dall’assoluto riconoscimento sociale al totale disinteresse collettivo è fortunatamente sopravvissuta fino ai giorni nostri con tutta la sua forza e le sue differenze e sono proprio queste ultime che rendono il tamburello in Italia uno strumento di straordinario interesse e che fanno sì che tale area d’indagine sia, nonostante il grande successo mediatico, ancora per gran parte inesplorata dal grande pubblico.

Il tamburo a cornice monopelle è di gran lunga il membranofono più diffuso ed importante della tradizione italiana, esso è oggi ancora costruito e utilizzato secondo le norme tradizionali in tutta l’Italia centrale e meridionale ed in particolare nelle Marche, nel Lazio, in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. In Sardegna è attestato l’uso di un piccolo tamburello chiamato tedazzeddu, e fonti storiche e orali attestano tale strumento ad epoche relativamente recenti anche in Italia settentrionale, infatti ancora oggi sopravvive l’uso del tamburello in Valle d’Aosta e presso le comunità istro-venete di territorio jugoslavo. Ad una così vasta diffusione corrisponde un’altrettanto vasta varietà di tecniche e diteggiature con cui viene suonato, addirittura suonatori portavoce delle stesse comunità applicano tecniche di esecuzione differenti tra loro. Questa grande diffusione ovviamente non è cristallizzata in dei confini ma come tutta la tradizione è soggetta al dinamismo del costante scambio tra le differenti culture e così tuttoggi dove fino a qualche anno fa l’uso del tamburello era completamente estinto tende a ritornare con forza.
Se allargando lo sguardo non si osserva solo tale realtà, si riesce a percepire che quello che troviamo in Italia, con livelli e con valenze differenti, lo si trova in tutto il mondo e senza dover attingere informazioni a studi dettagliati e specifici, si denota subito un magnifico panorama racchiuso nella grande famiglia dei tamburi a cornice a cui si legano le più diverse etnie e culture e le più disparate tradizioni sia religiose che pagane.

È partendo da questi evidenti presupposti che a nelle periferie di Roma est presso il C.I.P. (Centro di Iniziativa Popolare) centro sociale dell’alessandrino in via delle Ciliegie 42 nasce e si sviluppa il Meeting Italiano del Tamburello, oggi giunto alla sua 4° edizione e che va a lavorare, come primo grande evento nazionale in materia, su un argomento culturale così vasto nella sua tipicità ed al tempo stesso così sottovalutato dalle istituzioni addette ai lavori.
Sembra quasi surreale che una realtà così antica e così forte debba essere oggetto della salvaguardia di strutture associative attente all’argomento ed appartenenti al terzo settore e soprattutto surreale è l’attenzione che le istituzioni prestano alle richieste di aiuto nel tentativo di miglioramento e crescita che tali realtà no-prifit curano per un interesse collettivo. Straordinario è il disinteresse delle istituzioni all’aspetto dinamico ed in costante crescita che tale argomento presenta in ogni sua forma, sia dal punto di vista culturale che lavorativo, ne sono oggettiva testimonianza gli innumerevoli corsi e seminari presenti e condotti ormai in ogni dove e, ancor di più, i numerosi artigiani-liutai che con grande cura e attenzione hanno fatto della costruzione dei tamburi a cornice, e nello specifico dei vari tipi di tamburelli italiani, un vero e proprio mestiere.

Probabilmente la cultura classica musicale, di cui l’Italia è stata ed è portavoce in tutto il mondo, nel suo lento processo di cristallizzazione, ha lasciato all’esterno tutta la grande fetta di cultura proveniente dal popolo e di cui, d’altronde, si è largamente nutrita in passato. Quest’ultima, invece, viva e dinamica ha continuato a svilupparsi ed a crescere in un costante ed informale interscambio, fino a portare i propri strumenti ad artigianati di alta liuteria ed a tecniche di esecuzione e studi correlati di grande sensibilità ed attenzione, tali da rendere tra i vari strumenti della tradizione anche il tamburello italiano non più un semplice oggetto al servizio della cultura popolare, ma un vero e proprio strumento musicale dal quale si può ottenere qualsiasi risultato.
Il Meeting Italiano del Tamburello nasce dall’idea di pochi e diviene in meno di un anno la realtà di tanti, perché l’idea di Gian Michele Montanaro, Davide Conte e Paolo Cimmino è, più che un interesse e passione di molti, una vera e propria necessità.

In questa bisogno ignorato si sviluppa e cresce il meeting, che nello spazio e nel tempo è un momento d’ incontro, confronto e scambio, ma nella realtà della sua azione dinamica, sono persone, da addetti ai lavori a semplici appassionati, che credono a tonalità differenti ma con la stesso amore ad una propria appartenenza. Il Meeting Italiano del Tamburello, unico evento in suo genere riguardo tale argomento, l’evento no-profit italiano della millenaria tradizione del tamburo a cornice in Italia, è l’incontro della cultura, del lavoro e del divertimento ma soprattutto della consapevolezza di una radice musicale comune in cui potersi identificare che, allargando lo sguardo, unisce tante culture di tutto il mondo così diverse tra loro ma al tempo stesso così simili.

PROGRAMMA COMPLETO :
http://www.myspace.com/meetingtamburello
http://www.tamburiacornice.it/

INFO seminari, iscrizione, programma e cucina,:
[email protected] 348 9364507 – 328 7736308
FACEBOOK : Società Tamburi A Cornice
LOCATION: C.I.P. (Centro di Iniziativa Popolare) v. delle Ciliegie 42 Roma