Giulio Cavalli presenta il suo nuovo testo, scritto in collaborazione al giornalista Gianni Barbacetto direttore di Omicron (l’Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord) dedicandosi nuovamente all’approfondimento del tema mafia.
Dopo lo spettacolo Do Ut Des, riti e conviti mafiosi che mette in luce alcune dinamiche della ‘parola dalle cinque lettere’, questa volta il nuovo lavoro si concentra sulla presenza delle famiglie mafiose al nord.
Lo spettacolo ha inizio con il profondo silenzio milanese che ha accompagnato non solo l’omicidio di Giorgio Ambrosoli, bensì anche il suo funerale, al quale parteciparono il Governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi e i soliti famigliari e amici.
Il silenzio assordante milanese avvolge anche le “gesta” di Raul Gardini, i 103 sequestri avvenuti in Lombardia per mano di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta calabrese tra il 1974 e il 1983, le retate delle forze dell’ordine ed i maxiprocessi contro la criminalità organizzata insediata nel territorio lombardo.
Milano non percepisce i nuovi mafiosi in giacca e cravatta, i giovani rampolli delle famiglie mafiose ormai radicate sul territorio milanese. Tuttavia, non solo i cittadini non avvertono la gravità del pericolo mafioso, bensì anche la politica sembra sottovalutarne la diffusione e la potenza economica. E potrebbe essere proprio il potere economico ad accompagnare la criminalità organizzata alle porte dell’Expo 2015.
Il pm Antimafia Vincenzo Macrì nel 2008 ha affermato che “Milano è oggi la vera capitale della ‘ndrangheta” e, tuttavia, la politica sembra non accorgersene.
Il lavoro di Cavalli e Barbacetto colpisce l’essenza stessa della mafia al Nord, mettendola a nudo, mostrandone la collusione con la politica e la sua capacità di infiltrarsi nei gangli di potere. Ma la mafia al Nord non rappresenta solo un pericolo per il corretto svolgimento della libera concorrenza…. a Milano e in Lombardia si uccide, come nel profondo sud, come a Gomorra.
Uno spettacolo supportato da dati e documenti per mappare l’attuale situazione, non per creare facile allarmismo, ma per segnalare alla coscienza civile la concreta e reale esistenza di un fenomeno criminale che si muove silenziosamente anche nell’operoso Nord Italia.
L’intervento è accompagnato dal musicista Gaetano Liguori, che culla la lettura teatrale rendendola, come afferma lo stesso Cavalli, “una ninna nanna dolce per un risveglio brusco di quella Lombardia che si crede immune dalla mafia”.

Giulio Cavalli (Milano 1977) fonda a Lodi nel 2001 Bottega dei Mestieri Teatrali, associazione che produce gli spettacoli di cui è autore, regista e interprete.
Dopo le prime esperienze di Commedia dell’Arte è la giullarata sulla Resistenza Kabum!…come un paio di impossibilità! a siglare l’inizio del percorso artistico che oggi si può individuare nell’approfondimento di temi ‘scomodi’ e di attualità raccontati con ironia e calati in una drammaturgia originale basata sull’analisi dei fatti e sull’inchiesta giornalistica che si intrecciano ad un linguaggio teatrale ritmico, musicale, spesso intessuto di grammelot.
Lo stesso percorso narrativo, fatto di strette collaborazioni con giornalisti, periti e giudici che hanno messo a disposizione del teatro la propria professionalità, lo ritroviamo in Linate. 8 ottobre 2001: la strage che svela molti punti oscuri dell’incidente aereo. La piéce, che debutta al Piccolo Teatro di Milano nel 2006, è seguita nel 2007 da Bambini a dondolo, favola senza bambini sul turismo sessuale su minori che debutta al Teatro Elfo di Milano e nel 2008 da Do ut Des, riti e conviti mafiosi in scena a Milano per la prima volta al Teatro Franco Parenti. Attualmente Cavalli ha in progetto tre nuove produzioni, che debutteranno tra la primavera e l’autunno 2009.
Dalla stagione 2007/2008 Giulio Cavalli è direttore artistico del Teatro Nebiolo di Tavazzano con Villavesco, nella provincia di Lodi.

Gianni Barbacetto, giornalista, è collaboratore di Repubblica. Ha lavorato al Mondo, all’Europeo, a Diario. Collabora a Micromega. È direttore di Omicron (l’Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord).
Laureato in Filosofia, ha cominciato a lavorare in radio (Radio Milano Libera, Radio Città, Radio Rai), poi ha collaborato al quotidiano Bresciaoggi, a Linus e a tante altre testate. Ha contribuito a fondare il mensile Società civile, che ha diretto per una decina d’anni. Ha condotto poi un programma televisivo di economia e finanza su una tv privata (Rete A). Più recentemente ha collaborato con Francesca Comencini per il soggetto del film “A casa nostra”. Per la rete franco-tedesca Arte ha realizzato, con Mosco Boucault, un documentario sul Lodo Mondadori che naturalmente in Italia non è mai stato trasmesso. Ha coordinato la redazione del programma di Michele Santoro, “Annozero” (Raidue). Ha collaborato con Carlo Lucarelli per la realizzazione di “Blunotte” (Raitre).
È autore di diversi libri d’inchiesta, tra cui gli ultimi : “Compagni che sbagliano” (il Saggiatore 2007) racconta la sinistra al governo e la trasformazione dei partiti italiani. “Il guastafeste” (Ponte alle grazie 2008) è un’intervista ad Antonio Di Pietro. Con Peter Gomez e Marco Travaglio ha scritto “Mani pulite” (Editori Riuniti 2002, Chiarelettere 2009), storia politica dell’Italia tra il 1992 e il 2000, e “Mani sporche” (Chiarelettere 2007), che riprende il racconto dal 2001 al 2007. Ha curato il “Dossier Dell’Utri” (Kaos 2005), la storia di una “relazione pericolosa” tra Milano e Palermo.

Gaetano Liguori, diplomato in Pianoforte e in Composizione Elettronica al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, si è presto affermato come leader del gruppo Idea Trio, con cui ha tenuto più di tremila concerti, raggiungendo, con la sua musica, le più svariate realtà.
Nel 1978 ha ottenuto il Premio della Critica Discografica per il suo disco, in duo con suo padre il batterista Lino Liguori. Ha partecipato ad una delle prime formazioni di free-jazz italiani, il Gruppo Contemporaneo, e sul fronte della sperimentazione musicale ha operato con Angelo Paccagnini. Ha inoltre diretto varie ensemble, tra cui la “Collective Orchestra”, ed altre numerose formazioni con i migliori talenti del jazz italiano ed europei (Paul Rutherford e Evan Parker).
Vanta partecipazioni a seminari e laboratori jazz con musicisti come Steve Lacy, Roswell Rudd, Don Cherry, e Lester Bowie; ha tenuto tournée in Germania, Francia, Svizzera, Portogallo, Cuba (Festival Internazionale della Gioventù) ed è stato, inoltre, il primo musicista jazz italiano a suonare in India, Thailandia, Singapore e Malesia.
Ha preso parte a numerosi viaggi di solidarietà in Eritrea, Senegal, Sahara, Amazzonia, Nicaragua, Gerusalemme e Sarajevo, dove ha suonato per “Time for Peace”, Beirut, per la commemorazione dell’anniversario di Sabra e Chatila e in ultimo Bagdad , Damasco,Aleppo.
Negli anni ’80 ha fondato l’etichetta discografica “Bull Records”. E’ molto attivo nella composizione musicale di colonne sonore, per teatro, cinema, radio e balletto ed ha collaborato, fra gli altri, con il Premio Nobel Dario Fo. E’ stato direttore artistico di varie rassegne.
E’ docente di pianoforte al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, dove tiene anche Laboratori di Improvvisazione. Insegna Storia del Jazz all’università Unitre di Milano ed è titolare di una Master Class presso l’Università “Luigi Bocconi” di Milano.
Ha scritto in collaborazione con Guido Michelone il libro “Una storia del Jazz”, Edizioni Christian Marinotti, Milano 1999 e, nel 2003 con Claudio Sessa, “Un Pianoforte Contro”, edizioni Selene Libri, Milano.
Ha registrato più di trenta tra dischi e CD e ha composto le musiche per “la salmodia della speranza”su testo di Davide Maria Turoldo.
Il suo ultimo progetto è un concerto multimediale intitolato “Ronin” inspirato al cinema di Akira Kurosawa. Si occupa anche di cinema, collaborando al dizionario “il Morandini”ed è attivo collaboratore dei giornali : laRinascita, Classic Voice, Buscadero.

Tutte le date su www.giuliocavalli.net