INCA. Origine e misteri delle civiltà dell’oro. PLUS ULTRA. Oltre il Barocco. Segni d’identità nell’arte latinoamericana.

2010. Bicentenario dell’Indipendenza dell’America Latina dal dominio coloniale. Brescia omaggia questa ricorrenza con una doppia iniziativa espositiva nel nome dell’archeologia, dell’arte e della cultura. Dal 4 dicembre 2009 al 27 giugno 2010, al Museo di Santa Giulia, sono infatti in programma le due mostre INCA. Origine e misteri delle Civiltà dell’Oro e PLUS ULTRA. Oltre il Barocco. Segni d’identità nell’arte latinoamericana.

INCA. Origine e misteri delle Civiltà dell’Oro, promossa dal Comune di Brescia, da Artematica, dalla Regione Lombardia, dalla Fondazione Brescia Musei, col patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, dell’Ambasciata del Perú, della Fondazione Civiltà Bresciana, della Fondazione CAB, presenterà 200 opere, tutte provenienti dai maggiori musei peruviani, quali il Museo Oro del Perú, il Museo Nacional Sicán, il Museo Nacional de Arqueología, Antropología e Historia del Perú, e altri ancora in grado di ripercorrere l’intera storia delle Civiltà dell’Oro.

L’iniziativa è organizzata in stretta collaborazione col governo peruviano, che ha concesso, per questo appuntamento, tesori finora mai esposti al di fuori dei confini nazionali, e gode del sostegno delle istituzioni politiche peruviane sul territorio italiano.

Il progetto è curato da Paloma Carcedo Muro de Mufarech, studiosa esperta d’arte precolombiana della Pontificia Universidad Católica del Perú di Lima, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Walter Alva Alva, direttore del Museo Tumbas Reales de Sipán di Lambayeque, Antonio Aimi, professore di Letterature Ispanoamericane all’Università degli Studi di Milano, Andrés Alvarez Calderón Larco, direttore del Museo Larco di Lima, Carmen Arellano Hoffmann, direttore del Museo Nacional de Arqueología, Antropología e Historia del Perù, Claudio Cavatrunci, archeologo e Responsabile sezione “America”, Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “L.Pigorini” di Roma, Carlos G. Elera Arévalo, direttore del Museo Nacional Sicán di Lambayeque, Heidi King, ricercatrice al Metropolitan Museum of Art di New York, Francesca Morandini, conservatrice e archeologa dei Civici Musei di Arte e Storia di Brescia, Victoria Mujica Diez-Canseco, direttrice del Museo Oro del Perú di Lima, Giuseppe Orefici, direttore Centro Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane di Brescia, Fernando Rosas Moscoso, docente Universidad Ricardo Palma e Pontificia Universidad Católica del Perú, Carlos Wester La Torre, direttore Museo Arqueológico Nacional Brüning di Lambayeque.

Il percorso espositivo, articolato in sei sezioni – La Linea del Tempo, Le Tecniche di trasformazione del metallo, La Cosmovisione, I Costumi, I Rituali, Il Mondo Ultraterreno -, si articola lungo l’intera storia delle Civiltà dell’Oro, attraverso lo studio delle culture precolombiane meno note, sviluppatesi nel Perù dell’entroterra e costiero, a partire dall’VIII secolo a.C.

Un viaggio attraverso gli aspetti inconsueti e meno conosciuti di questi popoli, con la ricostruzione dell’ambiente e del contesto socio-culturale originario.

In mostra s’incontreranno le sagome dei sacerdoti con le vesti tipiche e verranno ricostruiti i rituali religiosi con le maschere funebri e una mummia, concessa in prestito in via del tutto eccezionale.

Grazie alla maestosità e alla qualità tecnica dell’antica oreficeria precolombiana delle Ande centrali, il pubblico avrà un’occasione unica per scoprire come la spiritualità di un popolo, le sue credenze e i suoi riti, le tradizioni della vita terrena e ultraterrena, il suo modo di rappresentare il potere politico e religioso e soprattutto la sua unione con gli spiriti dell’aldilà dopo la morte, si siano forgiate attraverso il metallo.

PLUS ULTRA. Oltre il Barocco. Segni d’identità nell’arte latinoamericana., promossa dal Comune di Brescia, da Artematica, dalla Regione Lombardia, dalla Fondazione Brescia Musei, col patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, dell’Ambasciata del Perù, della Fondazione Civiltà Bresciana, della Fondazione CAB, si prefigge di riportare l’attenzione sull’America Latina e sulla sanguinosa lotta decennale (1810-1822) da essa sostenuta per l’affermazione della propria identità politica ed etnica.

L’esposizione presenterà 150 capolavori del Barocco coloniale latino-americano, il movimento che conserva ancora chiaramente gli influssi dei modelli artistici europei. Le opere esposte provengono dai maggiori musei del Centro e Sud America – la Casa Museo Quinta de Bolívar e il Museo de Arte Colonial di Bogotà, Colombia, il Museu de Arte Sacra di Salvador Bahía, Brasile, il Museo Soumaya e il Museo de la Basílica de Guadalupe, Messico – e d’Europa – la Galleria Borghese di Roma, la Galleria degli Uffizi e il Museo degli Argenti di Firenze, il Museo de América di Madrid, il Museo delle Belle Arti di Budapest.

Curata da Giorgio Antei, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Alfonso de Maria y Campos, direttore generale dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia del Messico, Silvia Athayde, direttrice del Museo de Arte da Bahia, László Baán, direttore generale del Museo delle Belle Arti di Budapest, Cecilia Genel, direttrice del Museo Nacional del Virreinato di Città del Messico, Fidel González Fernández, professore presso la Pontificia Università Urbaniana, Brenda Porra, coordinatrice nazionale musei, Città del Guatemala, Martha Reta, direttrice del Museo della Basilica di Guadalupe di Città del Messico, Rodrigo Rivero Lake, antiquario di Città del Messico, Constanza Toquica, direttrice del Museo de Arte Colonial e del Museo de Santa Clara di Bogotá, Plus Ultra ripercorrerà i passi che, nell’ambito dell’arte e della creatività, hanno portato all’attuale fisionomia culturale dei paesi che si estendono a sud del Rio Grande.

Nel corso di quattro secoli l’influsso dei modelli europei sull’arte latino-americana si è andato attenuando. Tuttavia esso è ancora ben visibile nel barocco coloniale, il fenomeno artistico e spirituale più rappresentativo del non facile rapporto fra Nuovo e Vecchio Mondo. Infatti, in seno al barocco americano, accanto a inconfondibili impulsi espressivi indigeni e creoli, è chiaramente riconoscibile l’impronta spagnola.

La mostra dedica ampio spazio all’arte intesa come “fabbrica d’identità”, in quanto proprio questa funzione “formativa” rappresenta la cifra più caratteristica dell’arte latino-americana.

Il percorso espositivo è articolato in quattro sezioni – L’invenzione dell’America. Percorsi allegorici fra il Vecchio e il Nuovo Mondo; Le vergini contese. L’arte barocca come espressione di spiritualità e progetti nazionali; Rinascita indigena. L’eredità precolombiana, gli indios e la realtà creola; Immagini in corso. Visioni contemporanee.