In contemporanea la mostra
UGO MULAS FOTOGRAFA ARNALDO POMODORO

Dal 3 ottobre 2008 al 22 marzo 2009 la Fondazione Arnaldo Pomodoro ospita la mostra Arnaldo Pomodoro. Grandi Opere 1972 – 2008 curata da Bruno Corà e allestita da Pierluigi Cerri.

L’esposizione, che coinvolge anche spazi esterni alla Fondazione, offre al pubblico una scelta rappresentativa delle opere monumentali realizzate dagli anni Settanta a oggi, in un percorso che segue l’evoluzione dell’artista nel suo rapporto con le grandi dimensioni, sfida prometeica allo spazio e al tempo: dal Cono Tronco del 1972 e The Pietrarubbia Group del 1975-76, passando per Giroscopio del 1986-87 e Le battaglie del 1995, fino a Punto dello spazio del 2003 e Cuneo con frecce del 2006.

L’elemento centrale della mostra è costituito da tre grandi opere inedite che rappresentano per l’artista un percorso di ricerca in sviluppo, componendo un ciclo in riferimento al mito e alla storia dell’uomo, con tutte le connesse significazioni culturali di memoria e di racconto:
Il Grande portale dedicato a Edipo, qui presente nella nuova versione in bronzo che misura dodici metri di altezza e 9 di larghezza, originariamente progettato per l’opera “Oedipus Rex” di Igor Stravinsky e di Jean Cocteau, messa in scena nella piazza del Duomo di Siena nel 1988;
L’Obelisco in corten con inserimenti di bronzo alto quattordici metri ideato ricordando gli obelischi dell’antico Egitto;
Ingresso nel labirinto, un environment dedicato a Gilgamesh, eroe del primo grande testo poetico e allegorico sull’esperienza umana scritto nel 2000 a.C. che rimanda al tema del viaggio e del labirinto come metafora della vita, e insieme vuole essere un omaggio alla scrittura e alla comunicazione. L’opera è collocata nella cavea del piccolo teatro della Fondazione dove resterà permanentemente.

Queste e diverse altre sculture di Arnaldo Pomodoro sono visibili a chi voglia entrare in questa “casa della scultura”: opere monumentali solitamente sparse nel mondo per entrare in relazione con ambienti ogni volta diversi per latitudine e cultura, ma ora riunite in un unico luogo, in un unico tempo: quello della Fondazione e dei suoi visitatori.