È datata 1965 la prima mostra tenutasi alla Galleria Flaviana di Locarno che vedeva insieme le opere di Arturo Bonfanti e Carlo Nangeroni. Dopo oltre quarant’anni, negli spazi espositivi della Lagorio Arte Contemporanea, in collaborazione con Lorenzelli Arte, viene presentata al pubblico una nuova mostra che propone una selezione dei lavori dei due maestri .L’esposizione, aperta fino al 30 maggio, sarà l’occasione per testimoniarne il percorso artistico, le assonanze e i contrasti, attraverso una ventina di opere, che lo renderanno originale e raro anche per la critica così come per il pubblico interessato a questa particolare ricerca astratta.
Le opere di Carlo Nangeroni scelte per questa occasione, spaziano dagli anni ’60 (periodo nel quale approfondì la sua ricerca in direzione dell’arte astratta-geometrica) agli anni 2000.
I lavori presentati di Bonfanti abbracceranno il periodo della sua piena maturità artistica, a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70.
La mostra Bonfanti Nangeroni è accompagnata da una pubblicazione in edizione limitata che ripropone il documento della mostra Bonfanti Nangeroni del 1965 con un testo di accompagnamento del curatore della mostra Luca Massimo Barbero.

Arturo Bonfanti (1905- 1978) nasce a Bergamo. Nel 1926 si trasferisce a Milano e qui si dedica all’arte grafica ed applicata. La sua prima personale viene tenuta a Bergamo nel 1927. Nel 1930 sposa Luisa Ferravilla, figlia del celebre attore, e due anni dopo nasce Adriana. Durante la guerra torna a Bergamo con la famiglia. Dal 1946 sono frequenti i suoi viaggi all’estero: a Parigi instaura rapporti di amicizia con Magnelli, Schneider, Charchoune e Arp; a Zurigo con Bill; a Monaco con Baumeister, Fruhtrunk; a Londra con Nicholson e Pasmore. A Lione nel 1948 progetta e realizza un’architettura d’ambiente che consegue il primo premio. Il 1947 è l’anno in cui perviene all’astrazione geometrica. Ritorna a Milano nel 1952, interessandosi attivamente ad esperienze cinematografiche e realizzando cortometraggi che presenta all’VIII Festival d’Amateurs di Cannes dove ottiene nel 1954 con La chiave di Calandrino il Prix du Film des Marionettes. È sua la scenografia della Panchina di Sergio Liberovici al Teatro Donizetti di Bergamo nel 1956.
Dal 1960 al 1975 allestisce mostre personali e collettive in varie città italiane, d’Europa e d’America; partecipa con sale personali alla IX Quadriennale di Roma (1965), alla XXXIV Biennale Internazionale di Venezia (1968) e alla X Biennale di San Paolo del Brasile (1969). Ritrova e frequenta in Canton Ticino gli amici Arp e Nicholson e sempre in Ticino, presso l’Atelier Lafranca di Locarno, realizza buona parte della sua produzione grafica. Nel 1975 si sottopone ad un grave intervento chirurgico che lo obbliga a ridurre notevolmente la sua attività creativa. Muore a Bergamo nel 1978 per un improvviso malore.

Carlo Nangeroni (1922) nasce a New York. Nel 1926 raggiunge l’Italia. Nella primavera del 1948, tornato negli Stati Uniti, incontra lo scultore Alexander Archipenko, in quel tempo a New York, e ne frequenta lo studio. In quegli anni entra in contatto con le idee ed i protagonisti dell'”action painting” come Willem de Kooning e Franz Kline. Nel 1949 allestisce la sua prima esposizione personale alla “New York circulating gallery of paintings”. Per un breve periodo dipinge con orientamento astratto espressionista. Le opere di questo periodo verranno poi esposte in una personale del 1958 alla Meltzer gallery della 57° strada.
Dal 1954 al 1957 lavora ad una serie di opere quasi monocrome (bianco con piccole aggiunte di colore) a forte “texture” e lieve rilievo, dove ricordi figurali si mescolano a partiture inoggettive. Nel 1960 ritiene concluso il suo periodo informale e muta le libere pennellate in elementi plastici definiti cominciando a sperimentare un’organizzazione razionale. Da pennellate arcuate derivano elementi semicircolari e da questi nasce il cerchio che diventa una costante di base del suo lavoro. A Milano prende contatto con l’ambiente artistico della città. Incontra artisti come Gianni Colombo, Piero Manzoni, Lucio Fontana, il gruppo T, i critici Franco Russoli, Marco Valsecchi, Carlo Belloli e molti altri. Nel 1963 conosce il gallerista Bruno Lorenzelli che gli propone un contratto in esclusiva che durerà fino al 1973. Nello stesso anno gli allestisce una mostra personale a Bergamo presentata dal critico Marco Valsecchi.
Dal 1981, affascinato dalle combinazioni, dalle variazioni tematiche e dalle ambiguità del colore esperimenta e sviluppa poi un cromatismo iridescente per mezzo di accostamenti di rette verticali colorate e piccole diagonali che formano un tessuto di microstrutture dove la luce è una preoccupazione costante del suo operare.
Nel 1986 viene invitato alla Biennale di Venezia nella sezione “Colore, aspetti della ricerca cromatica organizzata” e alla XI Quadriennale di Roma. Continua poi, negli anni novanta, questa sua ricerca frammentando in particelle di colore le campiture, per ottenere una maggiore vibrazione luminosa. Sono del 1994 due grandi esposizioni antologiche al Palazzo Ducale di Massa ed alla bibliomediateca comunale di Terni presentate dal critico Luciano Caramel.
Sue opere si trovano in collezioni negli Stati Uniti, in Francia, in Germania, in Italia, nella collezione d’arte contemporanea della New York University, alla galleria d’arte moderna di Torino, al museo d’arte moderna di Saarbrüken e in molteplici altre esposizioni negli Stati Uniti in Francia, Germania, Svizzera; è del 2006 la mostra personale tenutasi a New York presso la Esso gallery.

BONFANTI NANGERONI
Brescia, Lagorio Arte Contemporanea (via f.lli Bandiera 17/b)
15 marzo – 30 maggio
Orari: da martedì a sabato 9.30-12.30; 15.30-19.30. Domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero

Tel. +39 (0) 30 3759408
Fax. + 39 (0) 30 2809560
www.lagorioarte.it

In collaborazione con: Archivio Nangeroni e Archivio Bonfanti