A cura di Mario Gomboli, con la collaborazione di Licia Ferraresi, Andrea Pasini, Alessandra Mangalaviti e il contributo di Gianni Bono, Dario Paolillo e Claudio Acquistapace. Progetto dell’arch. Folco Orlandini, realizzazione Wwstand. “Cinquant’anni vissuti diabolikamente” è il titolo della grande mostra, patrocinata dal Comune di Milano, che verrà ospitata dal 10 al 21 Novembre 2012 – in concomitanza con il 50° anniversario di nascita di Diabolik – presso il padiglione Olona del Museo della Scienza e della Tecnologia. In realtà una sorta di “diaboliko museo” itinerante, che ha già toccato numerose tappe italiane con grande partecipazione da parte del pubblico e che chiude il suo percorso proprio a Milano, la città che ha dato i natali alla Casa Editrice Astorina e che ancora oggi ospita la redazione.

Nemmeno la scelta della location è casuale, la tecnologia e l’innovazione, uniti alla creatività, sono da sempre presenti negli albi del Re del Terrore: l’ideazione di colpi apparentemente impossibili, la costruzione di marchingegni e apparecchiature futuristiche, le fughe rocambolesche per sfuggire agli agguati dell’implacabile Ispettore Ginko, caratterizzano da sempre le avventure di Diabolik.

La mostra si articola in un percorso tematico costituito da 20 tappe, rappresentate da teche contenenti scritti, tavole e oggetti che approfondiscono e descrivono gli aspetti distintivi del mondo di Diabolik. Particolare attenzione è stata posta all’evoluzione del personaggio nei decenni: Diabolik è stato ed è testimone del suo tempo, e l’impegno nelle campagne sociali a favore del divorzio, contro la pena di morte o l’abbandono degli animali, documentate in una sezione della mostra, ne sono un esempio. Sono per la prima volta esposti al pubblico numerosi cimeli di grande interesse per gli appassionati del fumetto e i semplici curiosi: le tavole originali dei primi numeri, l’introvabile e prezioso numero 1 del 1962, rari gadget d’epoca, pagine delle sceneggiature che hanno fatto la storia di Diabolik. Di notevole importanza la parte multimediale della mostra: alcuni monitor mostrano ai visitatori filmati d’epoca, gallerie d’immagini, il trailer del film “Diabolik” del 1968 girato da Mario Bava… e sono solo esempi della ricca documentazione proposta. Sono inoltre disponibili tre totem interattivi per permettere al pubblico di “sfogliare” elettronicamente il primo numero di Diabolik e di interrogare la banca dati della redazione alla ricerca di curiosità, di episodi o nomi apparsi nei quasi 800 albi pubblicati fino ad oggi. Infine un maxi schermo proietta il documentario “Le Sorelle Diabolike”, curato da Michele Buongiorno e dedicato all’appassionante vita di Angela e Luciana Giussani. Particolare attenzione è poi dedicata alla Jaguar E-type coupè del ’61, da sempre compagna d’avventure di Diabolik. Oltre all’auto vera, impeccabilmente restaurata per l’occasione, una serie di bacheche ospiterà modelli in scala della stessa, modificati per mostrare tridimensionalmente alcuni dei più spettacolari trucchi messi in opera dal Re del Terrore durante i suoi cinquant’anni di ininterrotte fughe.

L’iniziativa “Cinquant’anni vissuti diabolikamente” vuole così rendere omaggio alla città di Milano – capitale del Fumetto Italiano, città di autori ed editori di primissimo livello e popolarità – che ha visto nascere Diabolik e muovere i suoi primi passi verso un successo che dura tutt’ora. Nel lontano 1 Novembre 1962, infatti, appariva nelle edicole italiane il primo numero di Diabolik. Il titolo, “Il Re del Terrore”, non lasciava dubbi sulla natura dell’albo e certamente, all’epoca, dovette suscitare un certo stupore il sapere che la paternità del fumetto era da attribuire a due colte ed eleganti signore della buona borghesia milanese, Angela e Luciana Giussani. Diabolik nacque a Milano, così come milanesi erano le sue creatici, ed a Milano gli anni del boom si misuravano anche dal flusso incessante di pendolari che, scesi dai treni delle Ferrovie Nord, transitavano ogni mattina da Piazzale Cadorna. Tale andirivieni non poteva passare inosservato dalle finestre della casa editrice Astorina, appena fondata dalle due sorelle, che sul piazzale si affacciava. Fu proprio per alleviare la noia del viaggio di quei pendolari che Angela e Luciana pensarono di ideare un fumetto. Un fumetto che, a differenza di tutti gli altri in edicola all’epoca, sarebbe stato rivolto a un pubblico adulto. E allora ecco l’intuizione di sfruttare il genere giallo, allora in voga sia sulla carta che sul grande schermo, la scelta di una durata di lettura pari al tempo medio di percorrenza dei pendolari e di un formato tascabile tale da poter essere facilmente letto anche in un vagone affollato. Così nacque quel Diabolik che, ancor oggi, si presenta ogni mese in edicola con una storia inedita (e due ristampe per gli appassionati) ed è tra i più letti e venduti fumetti italiani. Ma il successo di Diabolik fu anche il successo, inusuale in quei primissimi anni ’60, dell’imprenditoria femminile, e non è un caso se fu proprio a Milano che potè realizzarsi. Allora, come oggi, il capoluogo lombardo dimostrò di saper accogliere e valorizzare iniziative e progetti innovativi, nell’assoluta convinzione che le buone idee non hanno sesso