Creare energia con processi analoghi a quelli stellari? Sarà possibile. E’ questo il messaggio di ‘Fusion Expo’, mostra itinerante promossa dall’European Fusion Development Agreement (EFDA) della Commissione Europea e organizzata dall’Istituto di fisica del plasma (Ifp) “Piero Caldirola” del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifp-Cnr) e dall’Università degli Studi ‘Bicocca’ di Milano.

L’evento, che si terrà dal 18 al 27 febbraio nella Galleria della Scienza dell’ateneo, intende illustrare, attraverso percorsi tematici, la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare come nuova fonte di energia, sulla base degli incoraggianti risultati ottenuti dagli esperimenti. Il percorso si articola in quattro isole tematiche – energia, fusione, reattore sperimentale ‘ITER’, fusione e ambiente – divise in sezioni multimediali, nelle quali è possibile interagire con modelli di macchinari e assistere ad alcuni esperimenti.

“Nel Sole, isotopi di idrogeno si fondono in elio”, spiega Paola Platania dell’Ifp-Cnr, “e questo processo fornisce l’energia che, irradiata, permette la vita sulla Terra. Da circa quarant’anni sono in corso ricerche per produrre in laboratorio lo stesso tipo di energia in modo controllabile. I risultati ottenuti hanno consentito di progettare il reattore sperimentale ITER, che sarà costruito, nei prossimi dieci anni, in Francia attraverso un’ampia collaborazione internazionale”.

Nel viaggio a ritroso dallo spazio alla Terra, i visitatori potranno osservare l’energia delle stelle attraverso una spettacolare immagine della nebulosa della Tarantola, nella Grande Nube di Magellano; guardare da vicino un plasma, gas ionizzato rinchiuso in una boccia e percorso da scariche luminose. I filamenti luminosi che si vengono a creare dentro i contenitori possono essere spostati con il semplice movimento delle dita appoggiate al vetro.

La fusione sulla Terra invece è rappresentata da modelli e sezioni di macchine sperimentali, come un anello dell’italiana RFX, il tokamak di Frascati (FTU) e una sezione del dispositivo stellarator.

Ma come appare il plasma e come si comporta in presenza di un campo magnetico? Il visitatore lo sperimenterà osservando una colonna di plasma “accendersi” all’interno di una vera e propria “camera da vuoto” e “reagire” all’effetto del campo magnetico. Grazie a una porticina trasparente, potrà osservare i dispositivi per la creazione del vuoto, l’immissione e la ionizzazione del gas. Un vero esperimento di fusione in miniatura!

La storia delle ricerche, iniziate 80 anni fa, è invece illustrata attraverso una carrellata di eventi e immagini che vanno dalla pagina del primo articolo scientifico fino ai grandi esperimenti di oggi. Particolare risalto, nell’ambito della mostra, è dato al progetto ITER: su un grande pannello ricurvo è possibile seguire passo dopo passo la costruzione del tokamak, macchina a forma di toro, in grado di creare le condizioni affinché si verifichi, al suo interno, la fusione termonucleare allo scopo di estrarne l’energia prodotta. Un modello interattivo, inoltre, permette di esplorare un reattore.

“L’Expo”, conclude Platania, “è rivolto a un pubblico vasto, ma è particolarmente indicato agli studenti che potranno contare sulla guida di ricercatori ‘Ciceroni’ per apprendere i contenuti espositivi e sviluppare approfondimenti sull’energia e la fusione, insieme con gli aspetti della sicurezza e del rispetto ambientale”.