Isola Bella e Isola Madre, Lago Maggiore. Il freddo di questo lungo inverno ha ritardato di qualche settimana la fioritura delle camelie nei giardini delle Isole Borromee. Un ritardo in qualche modo provvidenziale che consente al pubblico di assistere a fioriture che di norma non si possono ammirare. Come è noto, infatti, la riapertura dei giardini delle Isole Borromee avviene con lo scoccare del primo giorno di primavera e da molti anni, per questa data, una parte delle magnifiche fioriture è già svanita.

Non quest’anno, per cui le prossime saranno settimane veramente magiche per chi vorrà ammirare il trionfo floreale di questa elegantissima specie.
Ma veniamo a loro, le celebri Camelie delle Isole Borromee. Presenti con esemplari imponenti all’Isola Bella, è all’Isola Madre che le camelie trovano il posto di assolute regine. Nei giardini di questa isola, paradiso della botanica, sono presenti più di 150 varietà, nella stragrande maggioranza antiche, compresa la meravigliosa Camelia Pink Rosea che è stata qui piantata più di 130 anni fa.
E’ quasi oggetto di venerazione per i molti cultori delle Camelie, la Mitronesson Vera, la Hagoramo la varietà più antica del Giappone, il cui nome significa “abito di piume (Franklinia alatamaha), varietà che qui vegeta meravigliosamente ma che risulta estinta in natura.

La passione dei Borromeo per le Camelie, generazione dopo generazione, è continuata e così i visitatori potranno ammirare (e fotografare) le prime, abbondanti fioriture delle ultime varietà messe a dimora, ovvero le C. Cuspidata, C. Saluensis C. Salicifiglia e C. Transnokoensis.

Una passione, quella della Famiglia per le Camelie, che risale a Giberto V Borromeo e a suo figlio Vitaliano IX Borromeo che decisero, con Giuseppe e Renato Rovelli, giardinieri dell’Isola Madre, di introdurre le camelie nel giardino dell’Isola.
Era il 1828 e fu il primo luogo nel nord Italia ad ospitare questa “nuova” affascinante pianta. Furono così messi a dimora numerosissimi cultivar come la C. japonica Alba Plena, la C. japonica Montironi, la C. japonica Incarnata, e tantissimi altri ancora. Venne anche avviato il lavoro di selezione di nuovi ibridi, e alcuni di quei cultivar sono ora considerati il simbolo del florovivaismo del lago Maggiore, come la C. japonica Gloria delle Isole Borromee e la C. japonica Gloria del Verbano.

Dopo anni di lavoro arrivarono ad ottenere circa 500 varietà che riempivano l’isola per ogni dove, tanto che l’Isola Madre veniva definita come “l’isola delle camelie”.
Nel corso dei secoli la collezione è stata ampliata introducendo anche le C. reticolata, la C. sinensis (Camelia del The, primo sito conosciuto in Europa), la C. sasanqua, la C. Granthamiana, la Gordonia, la Tutcheria, la rarissima Franklinia alatamaha, che risulta estinta in natura. Trattandosi di un giardino storico alcuni esemplari hanno assunto le dimensioni di alberi.
Le piantine collocate a dimora in quel lontano 1828 tra la curiosità di tutti, hanno creato una moda tanto che oggi le camelie, che restano la prima e più raffinata fioritura primaverile del giardino dell’Isola Madre, hanno “colonizzato” l’intero Lago Maggiore, dove vi è la massima concentrazione europea di camelie.

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