Sabato 5 aprile alle ore 17,30 il Comune di Casalmaggiore – Assessorato alla Cultura – in collaborazione con la Delegazione di Casalmaggiore dell’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani inaugura la mostra – a cura di Valter Rosa – dedicata allo scultore Italo Lanfredini A-Temporale, che si potrà visitare fino al 18 maggio al Museo Diotti.

Il Museo Diotti si offre come spazio ideale per le opere di Lanfredini, installazioni capaci di instaurare un dialogo col luogo in cui sono chiamate a vivere. Sono opere da attraversare, da abitare, da accogliere.
La mostra si snoda attraverso gli spazi aperti e ampi del museo, a partire dal cortile dove sono installate le 24 stele dell’opera A-Temporali, sculture in terrecotte dalle sommità variamente modellate, sagomate, incise o sfrangiate che si pongono come misteriose chiavi rivolte al cielo. Il giardino è segnato dalla presenza della Foresta impugnabile, figure in terracotta plasmate dalle mani dell’artista e che ne conservano le impronte. Quindi La scernita, un grande setaccio adagiato sulla sabbia davanti e dietro al quale stanno miriadi di piccole sculture in terracotta, ci riporta alle arene del Po alle sue implacabili secche ai “preziosi riporti: pietruzze legni ferri, grumi e sassi.. arsi e riarsi, sommersi emersi e ancora riemersi. Plasmati dall’Acqua e dall’Aria, cotti al sole d’agosto. Strozzati da sabbie e limen nelle giornate di piena e ancora rivoltati e smangiati dal vento e dal tempo”.

Nel grande spazio convesso della sala Rossari è installata La barca delle essenze pregiate: versi da versare, fischietti per sognare, una sorta di piroga, lunga più di 6 metri ricavata da un gigantesco tronco d’albero di pioppo e pazientemente scolpita, adagiata sui suoi trucioli-limen.
La barca è simbolo di viaggio, nell’antichità le essenze preziose venivano trasportate attraverso il mediterraneo su barche, le essenze erano contenute in vasi, anfore di argilla.
Nella mia barca ci sono delle anfore di tipo antropomorfo, zoomorfo, fitomorfo contenenti essenze pregiate: sono i versi dei poeti, la parola alta, i versi da versare.
Alla barca è anche associata l’attività della pesca. I pescatori gettano le reti in mare, ma nella rete non restano impigliati solo i pesci, che ci daranno nutrimento, restano impigliate alla rete anche stelle, conchiglie, ecc.., un pescato casuale, non cercato ed è questo che mi sta a cuore perché sono stelle, soli, cuori, lune, che diventano scaturigine per viaggi altri, di sogni, di piccole magie. Ne ho tratto dei pretesti per dei fischietti, un po’ come quando si prende in mano una conchiglia e la si avvicina all’orecchio per ascoltarne il suono o la si avvicina alla bocca per emetterne un suono, il suono del mare, del mondo, dell’universo, della vita. Fischietti che diventano fiabe, storie, aperti alla meraviglia , allo stupore di quei i viaggi altri.
Oltre la soglia conclude e allo stesso tempo apre all’ideale viaggio intrapreso attraverso l’opera di Italo Lanfredini.

Italo Lanfredini nasce a Sabbioneta nel 1948. Dopo la prima formazione all’Istituto d’Arte Giulio Romano di Mantova, sotto la guida di Albano Seguri e Aldo Bergonzoni – col quale condividerà in seguito lo studio – si iscrive all’ Accademia di Belle Arti di Firenze che lascia dopo il primo anno per trasferirsi a Milano, all’Accademia di Brera. Segue il corso di scultura di Luciano Minguzzi e le lezioni dello storico dell’arte Guido Ballo. Incontra lo scultore Francesco Somaini, che subito si interessa al suo lavoro e lo invita a lavorare presso il proprio studio. Presto però Lanfredini lascia lo studio del maestro temendo di rimanere troppo influenzato dalla personalità dell’affermato scultore. Agli inzi degli anni settanta si stabilisce a Mantova. Inizia l’insegnamento di Plastica ed Educazione Visiva al Liceo d’Arte Giulio Romano. A questi anni risalgono la serie delle opere Incontri e Fonte di vita, a seguire gli Dei, le Veneri, le Colonne squarciate.

A partire dagli anni ottanta la scultura di Lanfredini acquista una dimensione più ampia, non più opere oggettive, ma che dialogano col luogo e la sua “Aura”. Opere da attraversare, da abitare, da vivere: le Soglie, i Labirinti, i Giardini. Nel 1987 Il Labirinto di Arianna vince il Concorso Internazionale di Scultura indetto da Antonio Presti – ideatore della Fiumara d’Arte – l’ opera viene realizzata nel 1988-89 sull’alto promontorio dei Monti Nebrodi a Castel di Lucio (Messina). Nel 1996-97 realizza a Pradello di Villimpenta Il Giardino delle Forze Rigeneratrici.Negli stessi anni apre la casa-studio La Silenziosa, sorta di museo permanente, dove sono installate opere quali il Grande raggio, Terra della terra o giardino dell’anima, Origine, I nidi, Grembo del Seme e tante altre. La Silenziosa vuole anche essere un luogo aperto, di scambio, d’incontro, di interazione.
L’artista vive e lavora a La Silenziosa (Commessaggio – Mn)