Il più grande evento dedicato alla pizzica ed alle tradizioni popolari italiane a Milano. Il 13 giugno 2010 al Papaya Beach Club, la discoteca all’aperto immersa nel verde del parco dell’Idroscalo di Milano, si terrà la terza edizione di “La Taranta A Milano”, il festival di musica popolare organizzato dall’omonima associazione.

L’evento è ormai un appuntamento attesissimo tra gli amanti della musica e delle tradizioni popolari per la qualità e l’originalità della proposta musicale e per la forza evocativa dell’atmosfera che si respira durante la serata. L’obiettivo infatti è quello di far rivivere al pubblico milanese le atmosfere tipiche delle piazze di paese del sud Italia che nei giorni di festa, soprattutto d’estate, sono luoghi di aggregazione dove ascoltare musica popolare e gustare i prodotti della tradizione. Anche in questa edizione, dopo l’exploit dello scorso anno, l’organizzazione ha puntato soprattutto sulla programmazione musicale con gruppi di musica popolare di assoluto rilievo nel panorama della worldmusic nazionale ed internazionale, frequentatori assidui dei principali festival di musica popolare in Italia e nel mondo a cominciare dal noto festival “La notte della Taranta” di Melpignano. La serata sarà una miscela esplosiva di sonorità che vanno dall’essenzialità dei suoni e delle forme musicali tradizionali, alla riproposizione moderna della pizzica fatta di suoni elettronici e contaminazioni.

La “Taranta a Milano” sarà aperta da un monumento della musica popolare italiana Otello Profazio, memoria storica ed enciclopedia vivente dell’etnoantropologia musicale del Sud, considerato, anche dai suoi colleghi, il “Principe dei cantastorie”. In oltre 40 anni di attività e di ricerca il cantastorie calabrese ha scritto, scovato e riscritto innumerevoli canti e documenti canori che ha catalogato per temi e che costituiscono il suo archivio personale. Moltissime le canzoni pubblicate in numerosi dischi dove reinterpreta la storia del Sud, o meglio, ne canta la controstoria! Tutte le sue canzoni, anche quelle che al primo ascolto potrebbero sembrare “allegre”, “leggere”, o “scandalose”, sono canti di protesta, di lotta “poetica”, di analisi critica della realtà sociale, espressi con l’uso della satira, arma molto pericolosa nelle sue mani, contro i potenti, quelli “che avrebbero dovuto fare” per il Sud e “non hanno fatto”! Vale la pena ricordare almeno “Qua si campa d’aria”, il cui omonimo lp gli ha ottenuto il disco d’oro per aver venduto più di un milione di copie, primato mai raggiunto per un’opera cantastoriale. A seguire la proposta musicale degli Sciacuddhuzzi, formazione costituita per la maggior parte da giovani pugliesi residenti nel Nord Italia e che da anni a Milano sono attivi in una importante opera di rinnovamento della più autentica tradizione popolare del sud Italia. Gli Sciacuddhuzzi, padroni di casa del festival essendo parte integrante del progetto culturale dell’Associazione Taranta a Milano, sono sicuramente la band di musica popolare salentina maggiormente apprezzata e seguita a Milano e nel Nord Italia. Anche quest’anno la band ospiterà le incursioni de I Canta Milano, gruppo storico di riproposizione della canzone dialettale milanese e lombarda, con i quali esiste una proficua collaborazione artistica. Chiuderanno la serata i Nidi d’Arac. Il gruppo salentino che da sempre sperimenta la tradizione della propria terra attraverso le macchine e gli strumenti del nuovo millennio, propone un concerto insolito che rappresenta la sintesi e il punto d’arrivo del percorso artistico intrapreso nel 1998 e portato avanti sino ad oggi attraverso sperimentazioni sonore, innumerevoli esibizioni e memorabili collaborazioni con gli artisti più prestigiosi del panorama nazionale e internazionale della World Music.

Un vero e proprio viaggio quindi, che parte dalla musica tradizionale del Salento fatta di canti d’amore, di lavoro, di pizziche per arrivare all´innovazione attraverso la contaminazione dei suoni metropolitani: come fossero rave di musica etnica, i concerti dei Nidi d’Arac diffondono lunghe onde emotive all’interno di costruzioni sonore molteplici, che partono da antichi spartiti di pizzica, per deformarli con ritmi trance, sintetizzatori alieni e componenti elettronici in cortocircuito. A Milano il gruppo presenta in prima assoluta il suo ultimo lavoro discografico dal titolo Taranta Container che comprende tra gli altri anche alcuni remix nati dalla collaborazione con artisti del panorama della World Music internazionale come Piers Faccini, Gaudi, Dj Click, Dj Mps Pilot, Mr Tos.

Programma dell’evento: Ore 19.00 Apertura Cancelli Ore 20.00 Otello Profazio Ore 21.00 Sciacuddhuzzi Special Guest: I Canta Milano Ore 22.30 Nidi D’arac Ore 00.00 Dj set Alessandro Mele

Parte del ricavato della serata verrà devoluto a sostegno dell’attività di Oltre Food For Brains. Oltre è un’associazione per la cooperazione internazionale allo sviluppo. La missione è fornire cibo per le menti ‘Food For Brains‘, cioè cultura, intesa nel senso più ampio del termine, nei paesi dove tale bisogno è maggiore. Questa missione trova espressione in tre linee guida: sostenere il diritto all’istruzione, attraverso borse di studio agli studenti e finanziamenti a sostegno delle scuole pubbliche dei paesi in cui opera; sostenere il diritto di accesso alla conoscenza, attraverso l’allestimento di biblioteche, centri multimediali, reti fra scuole e la diffusione di libri; sostenere il diritto alla valorizzazione delle culture locali, attraverso la realizzazione di laboratori artistici e scambi culturali.

Per ulteriori informazioni www.oltrefoodforbrains.it , http://oltrefoodforbrains.wordpress.com

L’associazione “La Taranta a Milano” nasce con la finalità di promuovere in Italia e Europa musica, cultura e prodotti delle tradizioni regionali italiane con particolare riferimento alle regioni del sud. La costituzione dell’associazione è una tappa di un percorso iniziato nel 2003 nelle aule dell’Università Bocconi di Milano dove un gruppo di studenti e docenti universitari pugliesi iniziarono ad organizzare eventi all’interno dell’università con l’intento sia di promuovere e far conoscere la cultura pugliese, attraverso la musica e la gastronomia, sia di alimentare e mantenere nel tempo il legame con i propri territori di origine. Ancora oggi il nucleo dell’Associazione è costituito da docenti, laureati e studenti pugliesi dell’Università Bocconi, ma grazie ai numerosi eventi organizzati la rete delle persone che collaborano stabilmente alle attività si è notevolmente allargato. La “pizzica” è la musica che scandiva l´antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, il pericoloso ragno velenoso. La tradizione vuole che per liberare la vittima, di solito una donna, si suonassero incessantemente i tamburelli a ritmo vorticoso finché non veniva sciolta dall´incantesimo. Al suono dei tamburelli si accompagnava un ballo ossessivo e ripetitivo, che contribuiva ad esaurire il veleno. Altre varianti della pizzica tarantata sono il ballo del corteggiamento tra uomo e donna e la “danza dei coltelli” anche detta “pizzica a scherma”. Otello Profazio, memoria storica ed enciclopedia vivente dell’etnoantropologia musicale del Sud, è considerato, anche dai suoi colleghi, il “Principe dei cantastorie”.

Fin da giovane ha sentito prorompente il bisogno, diventato poi necessità, impegno civile, di raccogliere e divulgare il patrimonio etnomusicale del Sud; di tutto il Sud e non solamente della Calabria (dove è nato) o della Sicilia (di cui è considerato, a ragione, degno rappresentante), ma della Basilicata, Lucania, etc. In oltre 40 anni di attività e di ricerca ha scritto, scovato e riscritto innumerevoli canti e documenti canori che ha catalogato per temi e che costituiscono il suo archivio personale. Moltissime le canzoni pubblicate in numerosissimi dischi dove reinterpreta la storia del Sud, o meglio, ne canta la controstoria! Tutte le sue canzoni, anche quelle che al primo ascolto potrebbero sembrare “allegre”, “leggere”, o “scandalose”, sono canti di protesta, di lotta “poetica”, di analisi critica della realtà sociale, espressi con l’uso della satira, arma molto pericolosa nelle sue mani, contro i potenti, quelli “che avrebbero dovuto fare” per il Sud e “non hanno fatto”! Vale la pena ricordare almeno “Qua si campa d’aria”, il cui omonimo lp gli ha ottenuto il disco d’oro per aver venduto più di un milione di copie, primato mai raggiunto per un’opera cantastoriale; in questa canzone, i versi, macigni scagliati contro i potenti, costituiscono un alto contributo civile alle “Questioni meridionali! Otello non vuole cambiare il mondo con le sue opere (non potrebbe!): il suo unico intento è di riuscire a far riflettere chi ascolta; indurre ad una presa di coscienza e quindi ad una scelta di campo, senza ipocrisia o interessi privati.

Vincitore del premio Pitrè, il più alto riconoscimento culturale siciliano, Profazio dedica gran parte dell’anno all’attività concertistica in Italia e all’estero, Brasile, Stati Uniti, Canada, Australia, Svizzera, Germania, etc., dove è molto conosciuto, apprezzato e richiesto. E’ inoltre autore di commenti musicali di famosi film (tra cui L’amante di Gramigna, Delitto d’amore,…) e di sceneggiati televisivi, nonché di numerosi programmi radiofonici e televisivi che, negli anni ’70, hanno dato lustro e rianimato una tradizione culturale che stava scomparendo. Per oltre 15 anni ha tenuto una rubrica settimanale, “Profaziate”, sul quotidiano “la Gazzetta del Sud”. Fino ad oggi ha pubblicato 4 libri di Profaziate Il brigante Musolino (Mc,cd) rieditato nel 2003 con la voce autentica del brigante Musolino Il treno del sole (Mc) I paladini di Francia (Mc) L’italia cantata dal Sud (Mc) Gesù Giuseppe e Maria (Mc, Cd) Sollazzevole (Mc) Qua si campa d’aria (Mc) Scibilia Nobili (Mc) Amuri e pilu (Mc) Calabria (Mc) Patti Marina in Sicilia (Mc) Storie e leggende del Sud (Mc,cd) Tra Scilla e Cariddi (Mc) Mannaja all’ingegneri (Mc) Il filo di seta

Info: www.Otelloprofazio.it

Gli Sciacuddhuzzi, primo gruppo di pizzica salentina che nasce fuori dal Salento, è costituito da ex-studenti della Facoltà di Musicologia di Cremona, dell’Università Bocconi di Milano e da alcuni giovani salentini che lavorano prevalentemente nel Nord Italia. Il termine “Sciacuddhuzzi” corrisponde al nome attribuito al folletto salentino stravagante e mattacchione che tuttora vive nell’immaginario collettivo della popolazione locale ed assume denominazioni differenti a seconda delle zone (Lu Lauru, Lu Scanzamurieddhu, U Monacid, ecc…). Far rivivere i riti agresti e le tradizioni popolari è stato proprio l’intento del fondatore del gruppo, Francesco Attanasi, musicologo, polistrumentista e compositore originario di Soleto, scomparso all’età di 26 anni il 20 febbraio 2005 in un incidente stradale alle porte di Cremona, di ritorno dal suo ultimo concerto. Francesco fonda gli Sciacuddhuzzi a Cremona, nel 1999, in collaborazione con musicisti della facoltà di Musicologia, ma avvalendosi anche di contaminazioni portate da artisti israeliani, greci e provenienti da altre zone d’Italia.

Con gli Sciacuddhuzzi, primo gruppo di pizzica salentina che nasce fuori dal Salento, prende corpo il progetto di Francesco: esportare la musica e la tradizione salentina nel Nord Italia, prediligendo i paesini sperduti nelle campagne, nelle montagne e nei boschi alle piazze e ai palcoscenici, proprio per favorire il contatto immediato con la gente e le tradizioni del luogo. Dopo la scomparsa di Francesco, è il fratello Giuseppe a raccogliere il testimone ed a far rinascere gli Sciacuddhuzzi assieme ad altri musicisti con cui Francesco aveva collaborato. Il progetto musicale degli Sciacuddhuzzi è attualmente uno degli assi portanti del progetto culturale dell’Associazione Taranta a Milano, e rappresenta la band di musica popolare salentina maggiormente apprezzata e seguita a Milano e nel Nord Italia. Gli Sciacuddhuzzi hanno partecipato a numerosi festival ed eventi di musica popolare in Italia e dal 2006 sono ospiti stabili del festival “La notte della Taranta” di Melpignano.

Al momento, il gruppo etnico Sciacuddhuzzi è una ensemble di strumenti acustici che propone un repertorio frutto di stravaganti ed appassionanti indagini di carattere etnomusicologico e di ricercate contaminazioni con altri generi e tradizioni musicali popolari, nel solco tracciato da Francesco, lu Sciacuddhuzzi. La band è composta da: Giuseppe Attanasi, voce e chitarra Filippo Giordano, violino Luciarosaria Giordano, voce Antonio Giuranna, chitarra Vincenzo Granatiero, basso Giuseppe Mangione (detto Billy), voce e tamburello Pierpaolo Mezzanotte, tamburello Vincenzo Russo, fisarmonica Marco Tridici, tamburello I Canta Milano sono un gruppo dialettale formato da quattro elementi che hanno in comune la passione per la ricerca della tradizione nella canzone dialettale Milanese e Lombarda.

Durante gli spettacoli, rievocano la Milano d´altri tempi attraverso canzoni, aneddoti, modi di dire e di fare, con tanta allegria ed una sottile vena di malinconia. I paragoni fra la Milano di ieri e di oggi nascono attorno al tavolo di un´osteria, ricreata con pochi elementi sul palco, e le canzoni e l´ironia contenuta in esse, sottolineata dalle battute genuine del gruppo. È garantita una serata allegra e spensierata della durata di due ore circa. Hanno inoltre ampliato la loro popolarità attraverso i canali televisivi di Antenna Tre e Telelombardia, essendo ospiti fissi delle trasmissioni “Festa in Piazza” e “Tutta un´altra musica”. Nella loro lunga carriera hanno ricevuto diversi riconoscimenti da varie autorità presenti nella Regione Lombardia per la divulgazione della memoria e della cultura meneghina. Il repertorio comprende canzoni dei grandi autori milanesi, come D´anzi, Di Miccoli, Waldi, Rossi… Oltre che brani da loro scritti, arrangiati o anche solo rivisitati. Il Gruppo è composto da: Angelo Truffi, voce Marco Biassoni, chitarra Luigi Villa, fisarmonica e pianoforte

Info: 333.3542668, www.Tarantamilano.it

La tradizione raccontata dalla modernità.

E’ il gruppo tra i più propositivi nel panorama di quella nuova tendenza musicale che, contaminando la tradizione popolare italiana con le nuove tecnologie sulla base di ritmi comuni, è diventando un autentico fenomeno culturale. La loro musica fa parte di una nuova espressione artistica universale che, grazie alle sue caratteristiche tipiche della modernità, potrebbe portare la cultura popolare salentina ad essere riconosciuta tra le più antiche ed affascinanti culture etniche del Villaggio Globale. Alla base di questa meticolosa ricerca “c’è il bisogno di raccontare al mondo di una tradizione musicale, quella del Sud Italia, che è viva e che , attraverso aggiornate formule estetiche vuole comunicare i suoi valori di modernità e universalità.” A.coppola. Il progetto Nidi d’Arac nasce nel 1998 a Roma, città in cui le nuove espressioni musicali si incontrano, si fondono e traggono nuovo slancio. Il nome è l’anagramma di “aracnidi”: una parola circolare ‘nidi d’ aracnidi’ dove il nido è inteso come luogo di provenienza, di nascita e custodisce i segreti più nascosti e remoti di questa tradizione così antica.

La band presenta delle caratteristiche atipiche rispetto alle classiche formazioni (rock, pop, folk, ecc) , molti sono i musicisti, produttori, dj che ruotano intorno al progetto e grazie a questo concetto di gruppo “aperto” il loro contributo artistico, sia nei live che in studio, permette un suono sempre differente ma allo stesso tempo filologico. Leader è il musicista leccese, Alessandro Coppola, il cui genio creativo e l’amore per la propria terra, il Salento, hanno dato frutto ad un’appassionata e consapevole ricerca di contenuti inscritti nella tradizione musicale, poetica, folklorica del patrimonio della cultura popolare mediterranea, assimilati e rielaborati. Al centro della loro poetica musicale dei Nidi d’Arac c’è il morso della tarantola – il mitico ragno che fa ballare- e la forza terapeutica e liberatoria che solo la musica può offrire. La musica del gruppo salentino, nasce proprio dal cortocircuito sperimentale e sempre sorprendente fra la pizzica, emblema di radici culturali vissute con la profondità della memoria collettiva, e le euritmie delle avanguardie del nuovo millennio. Il loro stile è il risultato della modernità, è un incrocio tra riflessioni sulla tradizione, in particolare quella salentina con tutte le sue influenze armoniche e timbriche (violino, flauto, organetto, tamburello, l’ utilizzo del dialetto ed adattamenti di brani tradizionali) ed elettroniche accellerazioni metropolitane (campionatore, groove-box, computers) e viceversa. La loro ricerca approda con consapevolezza nell´ apertura, nel confronto tra Salento e mondo odierno, tra tamburello e computer, tra Internet e Santi, tra pizzica e break-beat, tra gli Ucci (il più antico Gruppo della Tradizione salentina) e i Chemical Brothers. Attraverso i loro sei albums, i Nidi d’Arac, hanno sviluppato un’ interessante metodologia di ricerca etno musicale occupandosi di due complementari aspetti della musica: i contenuti e la forma. Nel primo aspetto lo scopo è quello di descrivere l’essenza profonda della cultura salentina con una sensibilità sud- orientale e consapevolezza occidentale attraverso la composizione o la re interpretazione di testi e musiche. I loro testi raccontano le contaminazioni storiche linguistiche e culturali , le poetiche paesaggistiche, i problemi sociali, i riti coreutici, tribali e religiosi dell’antico Salento. Le loro composizioni musicali sono spesso frutto dello sviluppo dei moduli musicali salentini (già studiati da alcuni ricercatori) che pur simile alle molteplici sonorità del mediterraneo, sono unici al mondo. La seconda riguarda la parte estetica dove, grazie alla malleabilità tipica della musica ed alle nuove metodologie di produzione, è possibile spaziare tra le varie e differenti forme di arrangiamento in cui non ci sono regole stilistiche, la digitalizzazione del suono permette di concepire semplici e complesse costruzioni sonore, che partono da antichi suoni di violino e tamburello, per poi affiancarli ai ritmi trance, sintetizzatori delle frequenze sonore più svariate. Già protagonisti al fianco di Teresa De Sio nel progetto discografico e live “La Notte Del Dio Che Balla”, ospiti e finalisti dell’ edizione 1998 del “Premio Tenco”, gruppo spalla di Robert Plant a Roma, il gruppo ha inoltre, aperto il concerto di Joe Zawinul nell’edizione del 2000 della “Notte della Taranta” e di Kimmo Pohjonen nell’edizione del 2003. Hanno invece ospitato all’interno del progetto ‘Salento E Occitania tra tradizione e postmodernità’ i marsigliesi Lo Cor de La Plana nell’edizione del 2007. Coautori di “Musica ´E Scantinato” con Enzo Avitabile e Mory Kante (“Mane E Mane”, 1999) i Nidi D’arac sono stati anche ospiti nel 1999 dei Simple Minds e nel settembre 2001, nel concerto a Roma degli Hooverphonic. Dal Salento al Portogallo, dalle isole di Capoverde alla Spagna, da Londra a Berlino, dal Brasile sino a New York il gruppo ha saputo esportare e divulgare, con passione e professionalità, in occasione dei più importanti festival europei, la cultura popolare del nostro bacino geografico