Dal 30 marzo 2007 al I luglio 2007, presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, icone e preziosi manoscritti della tradizione ortodossa bulgara, esposti per la prima volta in Italia, riveleranno la loro bellezza e spiritualità al pubblico.

Un’icona (dal greco åéêïí, “immagine”) rappresenta un gesto artistico, ma soprattutto è testimonianza di fede. Ciò che la consegna all’eternità non è solo la pregevolezza della fattura o dei materiali impiegati ma, in particolare, il senso profondo che essa esprime e, in questo caso, la vivacità delle varie culture, sociali e religiose che, incrociandosi, raggiungono un’immagine comune: attraverso le proprie raffi gurazioni, le icone permettono al fedele di stabilire un collegamento interiore con l’ultraterreno. Questo è tanto più vero in un contesto storico quale quello verifi catosi a partire dal Ix-x secolo in Bulgaria, quando la società slava si incrociò con la cultura ortodosso-bizantina, determinando una sorta di humus ibrido e fertile che diede origine, tra gli altri fenomeni, ad una venerazione trasferita sulle entità rappresentate in forma iconica, i cui esempi più signifi cativi, dalla Galleria Nazionale di Belle Arti di Sofi a, vengono ora presentati, per la prima volta in assoluto, in Italia.

Il visitatore ha inoltre l’opportunità di visionare alcuni tra i più pregevoli manoscritti provenienti dall’Istituto Ecclesiastico Storico Archivistico presso il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara. Nei manoscritti, ritenuti, in quanto tali, depositari del Logos divino, è insita una sacralità che li ha resi per secoli e secoli oggetto di venerazione, culto ed ammirazione, rappresentando, tra l’altro, per i Bulgari, un simbolo di identità nazionale. Queste opere d’arte sacra, oltre ad essere una fi nissima espressione di fede e devozione, sono testimonianze del senso profondo di tradizione, continuità e identità nazionale della Bulgaria, Paese quest’anno protagonista, insieme alla Romania, dell’ultimo allargamento dell’Unione Europea.