La mostra, curata da Carlo Ghielmetti, col patrocinio dell’Instituto Cervantes di Milano, propone, oltre alla planche originale del capolavoro picassiano, anche la rara prova biffata della stessa proveniente dalla Francia e uno stralcio del film Le mystère Picasso di Henri-Georges Clouzot, premiato col Premio speciale della giuria al festival di Cannes del 1956.

Il foglio, il primo della serie dei Saltimbanques, inciso nella tecnica dell’acquaforte su zinco, venne terminato nel settembre del 1904 a Parigi, in quel periodo di snodo che segna la fine del periodo blu e l’inizio di quello rosa.
Autentica icona della grafica del Novecento, il Repas frugal presenta le figure di due personaggi, un uomo e una donna, seduti a una tavola scarsamente imbandita, avvolti da un’atmosfera di grigiore e di inquietudine, che rimanda a una sensazione di rassegnazione e incomunicabilità.
Il soggetto è una metafora dell’esistenza degli uomini e, al tempo stesso di quella dell’artista, che porterà Picasso a eseguire una serie di dipinti e incisioni sul tema del saltimbanco e in particolare dell’Arlecchino.

Il Repas frugal vede la luce a Parigi, nel Bateau-Lavoir, situato nella Maison du trappeur, in rue Ravignan 13, a Montmartre. Qui, Picasso vive con Fernande Olivier, sua compagna fino al 1912, in profonde ristrettezze economiche, tanto da non poter uscire di casa anche per due mesi, perché senza scarpe. L’atelier, vera ghiacciaia d’inverno e sauna d’estate, è al centro di un quartiere di povera gente, di malfattori, di prostitute, di mendicanti e di poveri artisti, esclusi sociali a cui appartiene anche Picasso. L’estrema indigenza in cui vive, lo costringe a riutilizzare lastre già incise da altri. Ed è ciò che accade anche per la lastra di zinco su cui incide il Repas frugal, già usata per un paesaggio da Juan Gonzales.
Ma non è solo l’aspetto biografico a caratterizzare il Repas frugal. La miseria rappresentata dai due personaggi ritratti, va ben oltre alla semplice riproposta di una tranche de vie del momento. E ne è un segnale il primitivo titolo, l’Aveugle (Il cieco), riferito al personaggio maschile del foglio. Ciò costringe a pensare come questa coppia di diseredati sia solo l’aspetto esteriore di un contenuto più profondo che ha preso forma sulla carta, ben oltre le apparenze che velano risvolti più nascosti.

Accompagna la mostra un catalogo (edizioni Galleria Bellinzona) con testi del curatore, di Marco Fragonara, Luigi e Michele Tavola, Giovanni Invernizzi, Flavio Arensi, Francesco Garrone, una conversazione tra Oreste Bellinzona e Christine Stauffer (Galerie Kornfeld, Berna) e una testimonianza di Yves Lebouc.

LE REPAS FRUGAL di PABLO PICASSO
Milano, Galleria Bellinzona (via Volta 10)
20 novembre 2009- 15 gennaio 2010
Orari: dal martedì al sabato 16.00-19.30; giovedì fino alle 21.00.
Ingresso libero
Catalogo: edizioni Galleria Bellinzona

Inaugurazione: venerdì 20 novembre, dalle 19.00 alle 23.00

Informazioni: Galleria Bellinzona, tel. 336.341038; www.galleriabellinzona.com