Il 19 dicembre 2009 è stata inaugurata al Museo di Storia Naturale di Milano (Corso Venezia 55) la mostra “L’oro della speranza. Un nuovo tesoro al Museo di Storia Naturale” in programma fino al 19 aprile.

L’esposizione presenta cinque straordinari campioni di oro nativo di recente acquisizione da parte del Museo di Storia Naturale. Due sono stati oggetto di acquisto con i fondi della rendita Ronchetti e tre sono stati ottenuti tramite donazione da parte degli scopritori, i gemelli Lino e Mario Pallaoro, Federico Morelli e Maurizio Prati. Tutti gli esemplari in mostra sono costituiti da oro nativo in matrice di quarzo, sono provenienti dal “Filone della Speranza” nel giacimento aurifero di Brusson, Val d’Ayas (Ao) e sono conosciuti a livello internazionale, essendo stati oggetto in passato di mostre, pubblicazioni e realizzazioni audio-video. Il titolo della mostra, “Loro della speranza. Un nuovo tesoro al Museo di Storia naturale”, trae origine dal nome storico del filone aurifero (“Filone della Speranza”) nel quale sono stati rinvenuti gli esemplari.

La Mostra è inoltre arricchita da tre altri tre importanti esemplari di oro nativo, sempre provenienti dal Filone della Speranza, oggetto di ritrovamenti del passato, già facenti parte delle collezioni del Museo di Storia Naturale, alcuni esemplari petrografici e mineralogici facenti parte sempre delle collezioni civiche rappresentativi delle porzioni meno mineralizzate del filone e delle rocce incassanti e alcune attrezzature storiche della miniera di Brusson (Ao) prestate dai gemelli Pallaoro. E ancora, carte geologiche e minerarie di documentazione dell’area della val d’Ayas, fotografie storiche e recenti di documentazione dell’attività di scavo del passato e delle ricerche compiute negli ultimi decenni. Viene anche proiettato un filmato inedito che documenta alcune fasi della ricerca che ha condotto alla scoperta degli esemplari esposti. Infine in mostra c’è anche una statua reliquiario di san Pietro del primo decennio del 1500. Rame sbalzato e dorato (corpo, base e ostensorio), argento sbalzato e dorato (testa), argento fuso (mani, piedi e chiavi, di cui una dorata), argento cesellato e smalti (croce reliquiario), gemma di vetro con catenella in ottone e croce in malachite facente parte delle Civiche Raccolte d’Arte Applicata del Castello Sforzesco.