Sabato 29, domenica 30 e lunedì 31 ottobre la casa-museo di via Manzoni propone una Family map dedicata a Halloween.

Halloween deriva dallo scozzese All Hallow Even, Vigilia di Tutti i Santi. La festa cristiana di Ognissanti, un tempo celebrata a maggio, fu spostata all´inizio di novembre nel 1048 per contrastare la festa pagana di Samhain, che cadeva la notte dell´ultimo giorno di ottobre. Questa ricorrenza di origine celtica segnava il passaggio tra l´estate e l´inverno, il momento in cui, secondo la tradizione, era minore la separazione tra i vivi e i morti. Durante quella notte si usava fare scherzi, a volte anche spaventosi! Tra le immagini di Halloween oltre alle zucche ci sono scheletri e teschi. Ma i teschi compaiono anche nelle opere d´arte. Cercateli nelle sale del museo.

Nella terza Saletta dei Lombardi Bernardino Luini, San Gerolamo Il teschio, uno degli attributi tradizionali del santo, lo accompagnava durante le sue meditazioni nel deserto. Nella Sala del Perugino Sul retro del Ritratto di uomo di Andrea Previtali un teschio allude alla vanità della bellezza terrena. Ö capovolto perché la cornice aveva forse un supporto girevole. Il teschio, dipinto sul retro di un piccolo altare portatile di Mariotto Albertinelli, ricorda al devoto il destino di tutti gli uomini. Nella Sala dei Trecenteschi Su un lato della Croce di Bernardo Daddi è dipinto un cadavere, con il volto ridotto a un teschio e la tunica nera del condannato all’esecuzione; sull’altro lato sono rappresentati alcuni santi decapitati. Queste macabre immagini fanno pensare che la croce servisse per il conforto dei condannati a morte.

Nella Sala degli Ori – Un teschio con le ossa del cranio ben delineate decora un anello tedesco in oro e smalti degli inizi del Seicento. Anelli di questo tipo, chiara allusione alla morte, spesso erano regalati in occasione di funerali. Nella Sala del Palma. Nell’allegoria della vanità di Giulio Campi un putto sorprende una coppia facendo apparire un teschio da sotto il tavolo. Il teschio si riferisce alla morte, lo spartito musicale davanti alle due figure allude alla fugacità della musica così come dell’amore. Nella Sala Trivulzio. Ne La maga Circe del Grechetto la presenza di oggetti come il teschio, i libri abbandonati, un uccello morto avvicinano l’immagine a quella della Malinconia. Nella rappresentazione di San Carlo Borromeo del Magatti, il santo sfiora con la mano il teschio in un momento di sofferta meditazione. Nella Sala degli Orologi. Nell’orologio a Calvario (Germania, 1620 circa) c’è un teschio con le tibie incrociate ai piedi della croce, tra la Madonna e san Giovanni. Un altro Orologio (Germania, 1638) è sorretto da un putto a cavallo di un teschio, per ricordare lo scorrere del tempo verso la morte.