Domenica 31 gennaio alle ore 10. 15 si terranno l’inaugurazione del Centro civico “Cascina Ovi” – Via Olgia (angolo via Cassanese) e la presentazione della mostra “Segrate 1870-2010: 140 anni di storia comune, tradizioni, immagini”. Segrate festeggia il suo secolo e mezzo di vita come comune unito, con l’assetto e il territorio attuali, raccontandosi nella prima mostra in assoluto che ne ripercorre la storia, attraverso documenti, immagini, oggetti, di ieri e di oggi, e i progetti di domani.

Con il Regio Decreto 5167 del 21 giugno 1869, entrato in vigore il 1 gennaio 1870, Vittorio Emanuele Ii sopprimeva i comuni di Rovagnasco e Novegro aggregando il loro territorio a quello di Segrate. Finiva così il processo di unificazione degli attuali quartieri iniziato con Redecesio, annesso nel 1849. La storia della città di Segrate come comune unico, è cominciata da qui. Una raccolta di documenti, immagini, oggetti, con molti contenuti multimediali e “touch screen” per muoversi in modo interattivo tra passato, presente, futuro, racconta le radici contadine di Segrate, tra fontanili e cascine, e quello che la città è diventata nel tempo: una realtà dinamica, dalle tante eccellenze, che ha saputo crescere e cambiare guardando al futuro. La mostra è allestita nello spazio museale realizzato nella trecentesca Cascina Ovi, che, recuperata nella sua bellezza originaria, diventerà un importante centro di cultura e aggregazione, ritrovo e punto di riferimento per la vita e le attività della Segrate di oggi. In occasione dei 140 anni della storia di Segrate, l’associazione culturale Il Sinantropo e il Comune lanciano un concorso di pittura estemporanea che si svolgerà nei mesi estivi. Il soggetto, da rappresentare con tecnica libera, sarà la nostra città in tutte le sue sfaccettature. Maggiori informazioni arriveranno a breve.

Una medaglia ricordo con lo stemma araldico del Comune è stata realizzata per i 140 anni della storia di Segrate. La mostra “Segrate 1870-2010: 140 anni di storia comune, tradizioni, immagini” sarà aperta a Cascina Ovi – Via Olgia (angolo via Cassanese) dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 12.30, e il giovedì e il venerdì dalle 15.00 alle 18.30. Prati, marcite, campi coltivati, alberi e canali, mulini, strade bianche all’incrocio delle quali sorgevano le cascine. E poi le cave di sabbia e ghiaia, richieste dallo sviluppo della vicina Milano, che la presenza dei fontanili trasformò in piccoli e grandi laghi, come quello di Redecesio, uno dei primi spazi attrezzati per il tempo libero. La mostra racconta i luoghi della Segrate di ieri. La vita contadina è stata ricostruita attraverso gli attrezzi del lavoro agricolo e quelli necessari per l’allevamento e la cura del bestiame. Sono state ricostruite anche una cascina, che era il cuore della comunità, e una cucina, l’ambiente più vissuto, riprodotta in dimensioni reali, con elementi recuperati da cascine vicine, come la Lirone, e utensili che appartengono a famiglie segratesi da generazioni e generazioni. La mostra dà spazio al lavoro femminile di un tempo, ma si troveranno anche abiti, trini e belletti, particolari della moda di allora, dove l’eleganza era privilegio per poche. Sulla scala che dall’ingresso del centro civico conduce al piano superiore, fotografie in cui qualche segratese forse avrà modo di riconoscersi raccontano la storia della prima metà del secolo scorso.

Una sezione della mostra ospita anche una selezione di documenti dell’archivio storico comunale in cui ritroviamo gli eventi che segnarono la storia di Segrate, ma anche curiosità legate al vivere quotidiano. Costruito intorno al 1920 perchè anche Milano avesse uno scalo per gli idrovolanti, l’Idroscalo fu la prima importante infrastruttura realizzata sul territorio del Comune. Qualche anno dopo lì vicino sarebbe nato l’aeroporto di Linate. Mentre immagini e pannelli ne ricostruiranno la storia, nello spazio della mostra sembrerà pronto al decollo un vecchio Dakota della Lai, Linee Aeree Italiane. Su una parete, un’elica ricorderà gli esordi dell’epopea del volo, prima dell’arrivo degli aerei a reazione. Una parte della mostra è dedicata alla Segrate di oggi e al suo sviluppo, ai suoi luoghi di interesse e alle testimonianze urbanistiche e architettoniche di rilievo internazionale che si trovano sul territorio.

Un’altra sezione illustra invece, la “Nuova Segrate”, quella dei grandi interventi, in primis il Centroparco, che la stanno portando a essere una città vicina, per eccellenza e qualità della vita, ai più moderni centri internazionali. La mostra è stata pensata come luogo vivo in cui ritrovare il passato e immaginare il futuro, senza tralasciare il presente. Mappe interattive e postazioni multimediali permetteranno di viaggiare virtualmente tra la Segrate di oggi e quella di ieri e scoprire, nello stesso modo, anche i progetti di domani. Sarà possibile inoltre approfondire i contenuti tematici di maggiore interesse. Dalla ricostruzione della vita in cascina, dei metodi di allevamento del bestiame, dell’orto che con i suoi frutti bastava al sostentamento delle famiglie alla riproduzione della falda da cui nacquero i fontanili, che trasformarono le cave di sabbia e ghiaia in laghi: la mostra vuole essere percorso e spazio didattico per gli studenti. Le scuole potranno prenotare visite inviando un fax all’Ufficio Scuola del Comune, al numero 02. 26902304

Uno straordinario contributo alla realizzazione della prima mostra in assoluto sulla storia della città, dopo la raccolta prevalentemente iconografica di “Segrate dalle radici al futuro”, è stato dato da cittadini e associazioni che hanno messo a disposizione oggetti, fotografie, lettere, effetti personali. La raccolta è volutamente un “work in progress”, aperto a tutti coloro che vorranno inviare materiale, documenti, ricordi per arricchirne i contenuti. La prima testimonianza di Cascina Ovi risale al 1346. Negli Statuti delle strade e delle acque del contado di Milano di quell’anno vengono infatti nominate le “Cassine de Ove de la Pieva de Segrà”, ovvero le Cascine degli Ovi inferiore e superiore. Al Cardinal Giovanni Paolo della Chiesa, proprietario nel Xvi secolo, si deve forse la presenza di una zampa di leone in marmo rosa incastonata nell’edificio, proprio di fronte alla vicina Chiesetta del Crocefisso.

La Cascina, con la grande aia rettangolare, era il cuore della vita e dell’attività contadina. I campi circostanti erano coltivati a erba per le mucche da latte, riso, granoturco e frumento. Nelle marcite si riuscivano a fare anche 13-14 tagli d’erba l’anno. Tra gli abitanti della cascina esisteva una ferrea gerarchia: alle strette dipendenze del padrone c’era il fittavolo, con tutta la famiglia. Poi, il fattore, il fatùr, che vigilava su ogni cosa e distribuiva ogni giorno il lavoro da svolgere, quindi il camparo, il campè, addetto alla conduzione delle acque. Infine, il caporale, responsabile dei contadini che usavano la falce. Degli animali si occupavano cavallanti, garzoni e il cavalantin. Poi c’erano i mungitori (i famei) e i manzolai (manzulè). Tutti vivevano stabilmente nella cascina con le rispettive famiglie. Ma c’erano anche gli artigiani specializzati: l’uomo che faceva il formaggio, il lattè, il falegname, legnamè, il fabbro-maniscalco, ferrè, il selè, che aggiustava i finimenti degli animali da lavoro. Figura di passaggio era il tupè, addetto alla caccia e alla cattura delle talpe che infestavano la campagna rovinando i raccolti. La cascina ospitava dunque tra le proprie mura una piccola comunità in sè autonoma, dove i ritmi dell’esistenza individuale erano modellati sui tempi della campagna e della vita in gruppo. Il cuore della comunità di un tempo mantiene oggi la sua funzione di punto di riferimento e diventa centro civico e museo, spazio della memoria e luogo di cultura e aggregazione. Qui si svolgeranno anche incontri, convegni, rassegne.

La cascina, con i suoi edifici e le sue attività, era un microcosmo autonomo. Oggi, perfettamente integrata nel contesto cittadino, con le sue funzioni e i suoi spazi, lo valorizza e lo arricchisce di servizi. Si crea una continuità nuova tra Lavanderie e Milano Due, già collegati dalla passerella che attraversa la Cassanese, dalle piste ciclopedonali e dagli spazi verdi realizzati in precedenza. La Segrate di ieri ritrovata unisce due quartieri e regala eccellenza alla città. Nell’ambito del programma integrato di intervento che ha interessato il comparto di Cascina Ovi, Comune e operatore privato si sono posti l’obiettivo di recuperare gli edifici e gli spazi esterni e realizzare un sistema di piazze e cortili tra i fabbricati agricoli e la Chiesa del Crocefisso. Il Comune ha curato in particolare la ricostruzione e la riqualificazione della parte di Cascina che ospitava le stalle al piano terra e i fienili al primo piano e che andò distrutta nel 1944 a causa della caduta di un aereo. Cotto naturale e legno richiamano i materiali originali, coppi e travi a vista legano il presente al passato.

E’stata recuperata anche l’Arla, impalcatura di legno che serviva per immobilizzare le mucche tra due tronchi orizzontali nelle operazioni di medicazione e pulizia. Nel volume retrostante a questa particolarissima testimonianza delle nostre origini contadine, dove un tempo c’era la stalla sono stati sistemati gli impianti tecnici del nuovo edificio. Al piano terra del centro civico sono già attrezzate un’aula studio per i giovani e una saletta con postazioni internet fisse, anche se, grazie alla tecnologia wi-fi, si potrà navigare “senza fili” in tutto l’edificio. Ci saranno poi la biblioteca e un’emeroteca –sala lettura con giornali e riviste.

Al primo piano si aprono il museo, che funzionerà anche come spazio espositivo, e una sala conferenze dotata delle più avanzate tecnologie multimediali e con circa cento posti a sedere. Il portico esterno, dove è conservato uno degli ultimi carri agricoli che hanno caratterizzato il passato contadino della città, sarà un accogliente punto di ritrovo soprattutto nella bella stagione. Su due pareti dello spazio espositivo di Cascina Ovi, sono stati riprodotti gli affreschi del Quattrocento che si possono ammirare nella Chiesetta del Crocefisso e quelli più tardi, del 1700, “strappati” durante il recupero dell’oratorio dedicato a San Giovanni Battista. Con il benestare della Soprintendenza ai Beni Culturali, queste pregevoli testimonianze artistiche del passato, dalla Parrocchia di Lavanderie, dove sono attualmente custodite, troveranno sistemazione nel Museo di Segrate.