L’ultimo giovedì di gennaio, ogni anno, si brucia la Giubiana a Cantù.

La tradizione popolare vuole che il manichino che viene arso su una pira, alla presenza del popolo e delle autorità, rappresenti la castellana traditrice della città. La Giubiana è diventata, pertanto, una sorta di rito celebrativo dell’identità e dell’orgoglio cittadini. Si tratta però soltanto di una leggenda completamente avulsa dalla realtà storica anche se la manifestazione nel suo complesso non manca di una sua originalità rispetto ai ben noti esempi di folclore lombardo dello stesso periodo diffusi in vari centri, come i falò di Sant’Antonio.

Le ipotesi sulle origini del rito sono diverse. Ci sono quanti prediligono una interpretazione “politica” vedendo nell’evento una manifestazione del conflitto tra popolo e tiranno (tra libertà e dispotismo, cioè) maturato nel secolo dei lumi e sfociato nelle insurrezioni popolari contro le monarchie assolute e nella conquista del potere da parte della borghesia. Altri preferiscono pensare ai tempi dell’inquisizione e della caccia alle streghe.

Altri si spingono ancora più indietro nel tempo (I secolo d.c.) e attribuiscono l’evento a residui di riti celtici: quando fantocci e manichini di vimini intrecciati e figure umane, e contenenti persone in carne ed ossa vive, erano date alle fiamme dai sacerdoti druidici per propiziarsi il favore degli dei in battaglia o per ottenere loro benevoli influssi nelle stagioni della semina e dei raccolti. Altri infine, e facciamo un passo avanti nel tempo, attribuiscono gli attuali roghi a quelli dei sacerdoti cristiani che nel IV secolo d.c bruciavano simbolicamente le divinità pagane.

Secondo questa interpretazione il nome Giubiana deriverebbe da Joviana, ossia Giunone (divinità venerata anche in Galliano).

Sia come sia, e ritorniamo ai giorni nostri, la Giubiana è diventata un’occasione per incontrarsi, fare festa (l’incendio della pira si conclude sempre sotto spettacolari fuochi d’artificio), e mangiare qualcosa in compagnia, magari il risotto con la luganiga, come prescrive la tradizione. Meglio per tutti, poi, se la Giubiana brucia bene: è un buon auspicio per l’anno appena iniziato.

Tratto da http://www.procantu.co.it