Io Nino 2008 – Ninovisione

Sant’Andrea di Suasa (PU) 18-19-20 gennaio LA FESTA DEL NINO
Fabriano (AN) 29-30 marzo COLTI E MANGIATI
Pergola (PU) 5-6 aprile LE TRADIZIONI NEL PIATTO
Senigallia (AN) 19-20 aprile GOLOSITA’ EN PLEIN AIR

Siete pronti per sintonizzarvi con La Festa del Nino? Sta per iniziare “uno spettacolo di festa”. Ninovisione questo è il titolo che campeggia sull’immagine 2008 ricercata, ammiccante quasi da rivista patinata, glamour e alla moda. Un’edizione la sesta che ha l’obiettivo di raccontare la cultura gastronomica del territorio rivolgersi anche ai giovani riservando loro spazi e appuntamenti. Aperitivi, con musica e video per allenare il gusto, spettacoli per sollecitare la consapevolezza alimentare. La Ninovisione, ovvero ti mangio con gli occhi.
Sarà cosi l’occasione per parlare delle nostre buone e cattive abitudini a tavola partendo dalla certezza che una nuova modalità di gustare e di percepire il sapore degli alimenti è quella che spesso adottiamo utilizzando esclusivamente gli occhi. Osservando un’immagine o una sequenza filmata infatti riusciamo a sentirne il sapore o a desiderare talmente tanto un piatto che pur non avendolo ancora assaggiato lo identifichiamo come buono e desiderabile.

Il tutto nelle quattro tappe previste della rassegna denominata Io Nino 2008 – Ninovisione

La Festa del Nino 18-19-20 gennaio – Sant’Andrea di Suasa (PU);
Colti e mangiati 29-30 marzo – Fabriano (AN);
Le tradizioni nel piatto 5-6 aprile – Pergola (PU);
Golosità en plein air 19-20 aprile – Senigallia (AN)

Sul sito www.festadelnino.org è possibile trovare ulteriori dettagli e i programmi dei vari appuntamenti e naturalmente il video di presentazione della rassegna inserito anche su youtube.com.
Prendete posto e buona visione, vi lascerà sicuramente a bocca aperta!

Nullum est sine nomine saxum, ovvero: “Non c’è sasso in terra che non abbia un’identità da mostrare e una storia da raccontare”

“L’idea di fare la “Festa del Nino” venne in mente, sette anni fa durante una gita in pullman da Urbino a Pennabilli, ad un gruppo di persone curiose che andavano alla ricerca, per strade secondarie, dei segni del mutare del paesaggio agrario. Si passava, curva dopo curva, davanti a vecchie case prima di mattoni poi di pietra bianca o d’arenaria dello stesso colore della terra dei campi. Cammin facendo i pioppi del fondovalle e i pini marittimi in cima ai colli lasciavano il posto ai frassini e ad un certo punto, nell’alta valle del Marecchia, lastre d’ardesia sostituirono i coppi sui tetti delle case. Dovunque, però, grandi querce fortificavano i seminativi argillosi, le strade o i ciglioni dei campi. Qualcuno chiese: “Il paesaggio cambia ad ogni curva ma qual è l’elemento che, costante, è presente dovunque sì da incarnare la tradizione e quasi lo spirito delle genti che abitano od hanno abitato questi luoghi?” Venne da rispondere: “Il Nino!”, perché non c’era casa di campagna che non avesse vicino lo “stalletto” ombreggiato dai fichi.”
Con queste parole il Prof. Ivo Picchiarelli, ideologo della Festa del Nino, ricorda la nascita della rassegna che s’appresta a vivere la sua sesta edizione.

“ll Nino essenziale: il ciclo delle provviste attraverso le fatiche fino alle feste. Per aspera ad astra”

Gli antichi latini con questo motto intendevano il percorso obbligato per gli eroi, attraverso le più aspre fatiche e difficoltà (“aspera”) alla gloria trionfante fino al cielo ed alle stelle (“astra”). “La “storia” (con la “s” minuscola) degli umili – spiega il Prof. Tommaso Lucchetti, curatore scientifico della rassegna – ci insegna come allo stesso modo tutti gli uomini e le donne abbiano ugualmente, anche al di fuori di imprese epiche ed altisonanti, condotto la quotidiana, spesso appunto “aspra”, lotta per sopravvivere attraverso il lavoro.
Il Nino, accompagnato da uno straordinario successo di pubblico, ha sempre celebrato il sudato ciclo delle provviste, dalle asperità delle fatiche dei campi fino al traguardo stellare della festa come gioia della mensa ed al tempo stesso ringraziamento ai protettori celesti. Questa rassegna ha narrato ed offerto il giusto tributo ai piccoli, tantissimi ed anonimi eroi delle campagne, al loro durissimo lavoro per raggiungere episodici momenti di felicità.
Giunto al giro di corda dei suoi primi cinque ricchi anni il Nino in questa edizione si fa “essenziale”, per ribadire con efficacia e raccontare con pochi ma significativi appuntamenti il senso elementare di questo antico, se non eterno, “ciclo delle provviste”, che è anche il senso della stessa esistenza terrena. Si racconterà il percorso umano, “dalle asprezze alle stelle”, dalla durezza della terra con le fatiche per sfruttarla, passando attraverso i lavori di trattamento e conserva per la dispensa, quindi i saperi ed i gesti di cucina, ed infine ai riti ed alle arti per celebrare al meglio la gioia della celebrazione conviviale, assieme al ringraziamento rivolto alla divinità celeste.
Si offre così il racconto di quattro tappe del ciclo delle provviste e della stessa esistenza terrena, con i suoi sguardi e le aspettative verso l’alto.
Perché il percorso, anche solo immaginario, dalla terra al cielo e ritorno spetta a chiunque.”