Gradara presenta: il “Tagliolino con la Bomba”. Il piatto povero, e quasi dimenticato, della tradizione contadina diventa, ufficialmente, dal 16 settembre 2007, il piatto tipico di Gradara. Sarà possibile ordinarlo d´ora in avanti nei ristoranti di Gradara al prezzo fisso di 6 euro e, in particolare, alla Sagra di domenica 16 settembre sarà possibile assaggiare il saporito piatto “con la bomba” nel centro storico di Gradara, per soli 5 euro e con in omaggio la ciotola ufficiale della sagra.

Ad accompagnare la degustazione ci saranno un mercatino artigianale e di prodotti tipici, uno spettacolo di danza, a cura di “Studio Danza il Castello”, e musica fino a sera. Il Sindaco di Gradara Franca Foronchi afferma: “Il 16 settembre sarà una data storica per Gradara perché, finalmente, anche la nostra cittadina medievale avrà il suo piatto tipico. Finalmente Gradara può inserirsi nel fortunato filone del turismo eno-gastronomico con un piatto che stava rischiando di essere dimenticato, ma che è strettamente legato al nostro passato, alla storia dei nostri nonni e bisnonni. Dopo una ricerca durata tutto l´inverno e dopo aver consultato molti “storici” Gradaresi DOC, siamo giunti alla identificazione di quello che sarà il piatto tradizionale di Gradara. Parlo ovviamente dei ‘Tagliolini con la Bomba’. Un nome d´effetto, sicuramente, che fa subito pensare al passato turbolento di Gradara e della sua fortezza, testimone di cento battaglie. Niente di più sbagliato! Nessuno meglio del compianto Delio Bischi, instancabile ricercatore della storia di Gradara, può spiegare come sono fatti i “Tagliolini con la Bomba”. Bischi li racconta nel suo libro “La cultura contadina nelle tre valli. Conca, Foglia e Metaturo”, citando le parole di Riccardo Romagna noto e anche lui “storico” Gabiccese. Vi propongo un piccolo estratto, che illustra la preparazione del piatto e qualche gustoso aneddoto. Colgo l´occasione per invitare tutti alla prima edizione della Sagra e per ringraziare i ristoratori del centro storico di Gradara che hanno organizzato l´evento, la banda di Gradara e l´AVIS di Gradara per il suo immancabile sostegno. Grazie e buon tagliolino con la bomba a tutti!”.

TAGLIOLINI CON LA BOMBA – Piatto tipico rustico nelle famiglie numerose, a cavallo della prima guerra mondiale. Tratto da: “La civiltà contadina nelle 3 valli (Metauro, Foglia, Conca”, a cura di Delio Bischi, ed. Ghigi, 1980): “Negli enormi camini delle case di campagna, nel periodo invernale, c´è sempre il fuoco acceso e, appeso alla catena, il caldaio in rame, è sempre quasi pieno d´acqua ad elevata temperatura. A mezzogiorno “l´azdora” mette del sale nell´acqua ed aumenta il fuoco sotto il caldaio, poi si accinge a fare la sfoglia con farina e acqua. La sfoglia, non tirata tanto sottile (tre o quattro millimetri di spessore) viene tagliata a fettuccine sottili, ottenendo dei tagliolini a sezione quadrata. Quando l´acqua nel caldaio bolle, butta dentro i tagliolini e contemporaneamente “l´azdora” su dei carboni accesi, in un tegamino di terracotta, fa soffriggere dei cubettini di lardo o di pancetta grassa e quando questi sono rosolati, i tagliolini nel caldaio hanno raggiunto la cottura. L´”azdora” scopre il caldaio e versa il contenuto del tegamino sui tagliolini bollenti. Il lardo (o pancetta) bollente a contatto dell´acqua, pure bollente, produce una esplosione di vapore (“bomba”). Poco dopo, circa un minuto, tira giù il caldaio e tutto il contenuto, amalgamato, lo versa nelle terrine o pentoloni in terracotta e lo serve a tavola.

Non si sa per qual motivo (dicono oggi) è un piatto che veniva mangiato bollente: forse, con la fame che avevano in corpo, speravano di prenderne ancora un piatto, prima degli altri e prima che finissero. Si dice che i ragazzi di allora avessero il naso sempre spellato, perchè affamati e per poterne mangiare un secondo piatto, mangiavano col risucchio e talmente in fretta che i tagliolini, nello svincolarsi dal piatto, sbattevano bollenti sul naso, producendo delle scottature che difficilmente riuscivano a guarire, perché il piatto in parola veniva mangiato quasi tutti i giorni, e quindi le ferite non facevano in tempo a rimarginare. A proposito del risucchio raccontano che i componenti (n. 19) della famiglia di Martnett, che abitava in una casa colonica a pochi metri dalla ferrovia, un giorno, mentre erano a tavola a mangiare i tagliolini con la bomba al risucchio, non hanno sentito passare il diretto Bologna-Ancona delle ore 12,30, dal gran fragore prodotto dal risucchio”.