Un secolo di leggenda, un anno di sport, arte, cultura ed enogastronomia

Chissà cosa si prova a vincere una tappa dopo esser rimasti in fuga per 192 chilometri; o a indossare la maglia rosa del Giro d’Italia all’età di vent’anni; o ancora, a pedalare così veloce da essere irraggiungibile sia per gli avversari che per il cronometro. La mitica Cuneo-Pinerolo del 1949, il primo trionfo al Giro, il record dell’ora stabilito al Vigorelli: sono solo tre momenti speciali di una carriera unica, quella di Fausto Coppi, figura leggendaria del ciclismo internazionale e dell’Italia del Novecento, capace di vincere cinque Giri d’Italia, due Tour de France, un campionato mondiale su strada e due su pista, tre Milano-Sanremo, una Parigi-Roubaix e decine di altre gare. Nel 2019 il Campionissimo avrebbe compiuto cento anni e la sua regione, le sue terre, le sue strade lo ricordano con un eccezionale calendario di appuntamenti. È Storia di un Campione. 100 anni di Fausto Coppi, il grande progetto della Regione Piemonte, realizzato dalla Fondazione Circolo dei Lettori e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, in collaborazione con DMO Marketing e Piemonte Dal Vivo e la media partnership di La Stampa e Il Secolo XIX. Un anno di eventi che, tra incontri e reading teatrali, mostre e feste, gare ciclistiche e momenti di degustazione, racconta “la storia di un uomo entrato nella storia”.

In fondo lo si può immaginare proprio come un giro ciclistico, con tappe nei luoghi chiave in cui maturò il mito. La partenza non può dunque essere che da Castellania, anzi Castellania Coppi, come è stato ribattezzato a marzo il piccolo comune in provincia di Alessandria dove Fausto Coppi nacque il 15 settembre 1919. Qui la sera del 13 maggio si terrà l’anteprima di Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione, il reading di e con Gian Luca Favetto, con Michele Maccagno e Fabio Barovero, che tra parole e musica racconterà l’avventura dell’uomo e dell’atleta: i trionfi e le cadute, le passioni e le sofferenze. “L’hanno chiamato Airone, perché aveva ali al posto delle gambe e, invece di pedalare, volava”, dice Gian Luca Favetto. “L’hanno chiamato il Campionissimo, perché meglio di lui nessuno in sella a una bici. Ma Fausto Coppi era di più, è stato l’Achille e l’Ulisse della bicicletta: il mito, colui che ha riempito di sé quella che viene considerata l’età d’oro del ciclismo sportivo”. Un’età che aveva già i suoi nobili cantori – Dino Buzzati e Vasco Pratolini, Orio e Guido Vergani e Curzio Malaparte – le cui pagine saranno elemento fondante dello spettacolo. Prodotto dalla Fondazione Circolo dei Lettori e dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dopo Castellania il reading sarà in prima nazionale il 26 e 27 luglio al Teatro Carignano di Torino (in occasione degli European Masters Games), per poi essere presentato in altre città piemontesi (in collaborazione con Piemonte dal Vivo) e tornare nel capoluogo a fine novembre al Teatro Gobetti.

Il 14 maggio, il giorno successivo l’anteprima a Castellania, Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione sarà già protagonista di un altro incontro, rivolto alle scuole, in quello che è il secondo vertice del triangolo di Piemonte da cui Fausto Coppi è partito alla conquista del mondo: Novi Ligure. Su queste strade negli anni Trenta iniziò a pedalare: non era ancora Campionissimo, in bicicletta portava le consegne a domicilio di una salumeria, ieri si diceva “garzone”, forse oggi lo chiameremmo “rider”. A Novi Ligure, Fausto Coppi è ricordato in una casa speciale, il Museo dei Campionissimi, che condivide con un altro gigante del ciclismo, il novese di nascita Costante Girardengo. Negli spazi del museo saranno ospitati molti appuntamenti di “Storia di un Campione”, a cominciare da Un uomo solo al comando, il talk curato da Marco Zatterin (vicedirettore di La Stampa) e Luca Ubaldeschi (direttore di Il Secolo XIX) che il 22 maggio avrà come protagonisti campioni del mondo del ciclismo di ieri e di oggi. In più, incontri, convegni e tante mostre (tra cui Coppi il più grande, Merckx il più forte, suggestiva sfida fotografica tra il Campionissimo e il Cannibale, dal 18 maggio).

Il terzo vertice del triangolo, la terza tappa di questo giro lungo un secolo, è Tortona. Qui Fausto Coppi si spense all’alba del 2 gennaio 1960, ad appena quarant’anni, ucciso dalla malaria contratta il mese precedente in Africa. Anche Tortona sarà protagonista di questo speciale anno coppiano, per esempio con la mostra fotografica Fausto Coppi. La grandezza del mito (dal 17 maggio a Palazzo Guidobono) e con lo spettacolo di musica e racconti Ricordando Fausto cent’anni dopo (a ottobre). Ma Castellania, Novi Ligure e Tortona saranno soprattutto unite domenica 30 giugno da La Mitica, la ciclostorica con biciclette d’epoca e atmosfere vintage dedicata a Fausto Coppi e al fratello Serse, che quest’anno assume un formato e una denominazione eccezionale: La Mitica del Centenario. L’appuntamento in bicicletta sarà anticipato nel weekend tra il 7 e il 9 giugno da una serie di incontri cicloletterari, che animeranno le tre località prendendo spunto dalla ricchissima bibliografia dedicata al Campionissimo.

Se i «colli di Coppi» sono quelli che ondulano il Piemonte sud orientale, una delle imprese più memorabili della sua carriera si è consumata a occidente, sulle montagne che fanno da cerniera tra Italia e Francia. Il 10 giugno 1949, il Giro d’Italia prevedeva la sua diciassettesima e terz’ultima tappa: la Cuneo-Pinerolo. Ancora in lacrime per la tragedia di Superga, il Paese fu consolato dallo sbalorditivo volo dell’Airone. Poco dopo la partenza, Coppi andò in fuga e da solo pedalò per 192 chilometri, superando colli dai nomi e dalle pendenze da brividi: il Maddalena, i francesi Vars e Izoard, il Monginevro, il Sestriere. Tagliò il traguardo di Pinerolo con quasi dodici minuti di vantaggio sul secondo in classifica, un certo Gino Bartali. Quel giorno, complice la radiocronaca di Mario Ferretti, nacque la leggenda: “Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”. Il Campionissimo vinse quel Giro (il terzo dopo il 1940 e il 1947, seguiranno quelli del 1952 e del 1953) e sarà proprio la corsa rosa a offrire la più affascinante celebrazione di quell’impresa: giovedì 23 maggio la dodicesima tappa dell’edizione 102 sarà la Cuneo-Pinerolo. Il percorso è diverso, l’emozione promette di essere fortissima. Il Giro d’Italia ricorderà i 100 anni di Fausto Coppi fin dal giorno precedente, con l’arrivo dell’undicesima tappa a Novi Ligure. E lo farà anche la corsa femminile, il Giro Rosa, che il 5 luglio prenderà il via con la cronometro a squadre Cassano Spinola–Castellania, legando il paese in cui morì Girardengo a Casa Coppi (dove fino a gennaio 2020 si alterneranno diverse mostre).

Molti altri luoghi sono protagonisti di Storia di un Campione. 100 anni di Fausto Coppi, un progetto che è stato realizzato in sinergia con numerose realtà del territorio, agenzie e consorzi. Diversi eventi si sono già tenuti a marzo al Palazzo Monferrato di Alessandria (dove è in programma la mostra gigantografica 100 anni di Fausto Coppi) e al Circolo dei lettori di Torino (che il 29 aprile chiuderà il suo ciclo di appuntamenti con Coppi. L’ultimo mistero, incontro con il giornalista Paolo Viberti e Adriano Laiolo, scrittore, sportivo e grande amico di Coppi, con cui partecipò al tragico viaggio in Alto Volta del 1959). Ma la mappa si estende fino alla Liguria e comprende decine di altre proposte: tra sport e spettacolo, presentazioni di libri ed enogastronomia (i colli di Coppi sono anche quelli del Gavi e del Dolcetto), convegni ed eventi per famiglie, targhe celebrative e folder filatelici e numismatici, memoria e intrattenimento, culminando in una serie di iniziative concentrate attorno al 15 settembre 2019, la data ufficiale del centenario.

Oltre che di una partenza, ogni gara ciclistica ha però bisogno di un arrivo. Nel giro ideale condotto da Storia di un Campione nei luoghi e nella leggenda di Fausto Coppi, questi due punti coincidono: nel 2019 sarà infatti terminato a Castellania Coppi L’ultimo chilometro, lo straordinario murales di 450 metri quadrati che si estende su tre muri della Strada Provinciale 135, a poca distanza dal mausoleo dedicato ai fratelli Fausto e Serse. L’opera è realizzata da Riccardo Guasco, illustratore e pittore nato ad Alessandria nel 1975, e già oggi accoglie e accompagna i tanti cicloamatori che vengono a pedalare sulle strade del Campionissimo, quasi a trasmetterne i valori e la passione nel nuovo secolo. Tante cose sono cambiate – nella società, nei luoghi, nel ciclismo – ma tante rimangono le stesse: dietro a ogni curva si nasconde un nuovo orizzonte, in cima a ogni salita si schiude un diverso paesaggio, al termine dell’ultimo chilometro c’è un traguardo da superare. Come ben sapeva l’uomo solo al comando e sempre in fuga.

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