Il sogno americano, ossia l’idea che chiunque possa raggiungere con le proprie capacità il successo e condurre una vita felice, precede la nascita stessa degli Stati Uniti, risalendo a quel XVII secolo che vide il nuovo continente palesarsi agli occhi degli Europei come la meta ideale di grandi speranze collettive e aspirazioni personali. Figlio di immigrati ruteni dell’estremo lembo orientale dell’Impero austroungarico (oggi corrispondente alla Slovacchia), Andrew Warhola Jr., meglio noto come Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York 1987), incarna nel modo più esaustivo non solo il compiersi del mito americano, che negli anni 60 conquistò l’America underground promiscua e multirazziale, ma ancor più il progressivo mutare della sua valenza nella ristrutturazione socio-economica degli anni 80. Mantenendone intatto il potere immaginifico, Warhol traghetta quel sogno nel suo fatale viaggio dalla creatività downtown del Village e del Lower East Side al bel mondo dell’Upper East Side e di Park Avenue, dove il trionfo del capitalismo usa e getta si prepara a sacrificare ogni necessità ideologica alla vendibilità del prodotto, si tratti di idee o di macchine, di scarpe o di musica rock.

Curata da Achille Bonito Oliva e organizzata da Artes s.a.s., Andy Warhol. The American Dream dal 22 giugno al 15 settembre al MDM Museum di Porto Cervo, racconta le sorti del sogno americano dalla metà degli anni 70 – segnata dal successo di Fame, in cui David Bowie e John Lennon cantavano l’anima di plastica della celebrità – alla rivincita conservatrice degli 80, quando il prodotto si fa mito e la logica del mercato impregna ogni aspetto della vita politica, sociale, culturale. Questa storia viene raccontata attraverso una selezione di opere, provenienti per lo più da collezioni private italiane, giocando intenzionalmente sulla ripetizione ossessiva dei soggetti, praticata da Warhol come mezzo espressivo, e su una riproducibilità potenzialmente infinita dell’immagine tale da competere con la forza persuasiva della pubblicità e l’invadenza della comunicazione massmediale.

La mostra, soprattutto, offre la rara occasione di vedere in anteprima un video inedito (superotto, colore, 110min. circa), girato nel maggio 1982 da Andy Warhol e Peter Wise durante un viaggio da New York a Cape Cod, nel Massachusetts. Il film sarà proiettato nella prima delle 5 sezioni in cui si articolerà la mostra di Porto Cervo, che raccoglierà opere uniche, multipli in edizioni limitata e a larga tiratura, per indagare eredità e attualità di quello che è stato il guru della pop art made in USA e il profeta dei 15 minuti di fama per tutti, consegnando alle moderne democrazie capitaliste l’uguaglianza omologante di una celebrità effimera – quella messa a disposizione dall’industria televisiva – e all’antropologia contemporanea un nuovo mito usa e getta – quello dell’uomo senza qualità con la sua sconfinata ontologia del possibile.

Una sezione sarà dedicata ai ritratti: quelli eseguiti su commissione di noti imprenditori italiani oppure raffiguranti personaggi noti della Factory, come Christa Päffgen alias Nico (l’attrice, cantautrice e modella tedesca che con Warhol condivise glamour, inquietudini e sperimentazione artistica), o quello di Joseph Beuys (con cui Warhol aveva più volte esposto a Napoli nel 1980-82) celebrato come superstar del mondo dell’arte e della comunicazione. Fanno da contrappunto il ciclo Shoes Diamond Dust (1980), in cui la polvere di vetro conferisce un aspetto patinato agli oggetti più comuni, e i Camouflage (1986), dove la simbologia del mimetismo militare è piegata all’estetica espressionista della pittura astratta. Un’altra sezione ripropone i soggetti più noti, gli oggetti di consumo e le icone pop dell’artista sotto forma di rare stampe d´autore, come il portfolio Marilyn, stampato da Aetna Silkscreen Products, New York e pubblicato da Factory Additions nel 1967; la serie Ladies and Gentlemen, realizzata nel 1975 prendendo come modelle le drag queen del club newyorkese The Gilden Grape e poi oggetto da parte di Pier Paolo Pasolini di un saggio scritto in occasione della personale di Warhol a Ferrara; o la serie dedicata allo scrittore danese Hans Christian Andersen nel 1987. Una quarta sezione s’incentrerà invece sulle molteplici collaborazioni avute da Warhol con case discografiche, cantanti e gruppi musicali: da Thelonious Monk ad Aretha Franklyn, dai Velvet Underground ai Rolling Stones. Collaborazioni che hanno visto l’artista vestire i panni del produttore e, più spesso, firmare sin dal 1949 copertine entrate poi nella storia della cultura alternativa. La quinta e ultima sezione, di carattere didattico, muove invece da cinque t-shirt riproducenti opere dell’artista, per costruire attorno all’idea di riproducibilità dell’arte e di “arte applicata” laboratori didattici per bambini e ragazzi.

La mostra segna la prima tappa di un progetto espositivo più ampio, prodotto da Artes s.a.s. e curato da Achille Bonito Oliva, che arriverà nel 2013-2014 al PAN di Napoli, con produzione Spirale di Idee e Artes s.a.s., per poi fermarsi al Kremlin di Kazan in Russia.

Inaugurazione: sabato 22 giugno 2013 ore 18.30

ANDY WARHOL. THE AMERICAN DREAM
22 giugno / 15 settembre 2013, MDM Museum
Promenade du Port, via del Porto Vecchio 1, Porto Cervo – Arzachena (SS)
[email protected], [email protected], tel. 0789.92225
Ingresso libero
Orario da martedì a domenica: dalle ore 17.00 alle 24.00
Per informazioni, prenotazioni visite guidate e prenotazioni gruppi:
Rosy Fuga De Rosa
T. 3394258662, [email protected]