Castelfiorentino, con il suo “Teatro del Popolo”, che con l´occasione festeggia il primo anno di attività dopo un lungo periodo di chiusura, presenta la prima edizione di un festival ad alto tasso di originalità e che certo sarebbe molto piaciuto a Federico Fellini: il festival internazionale di arte comica. Da sabato 10 a mercoledì 21 aprile il palcoscenico castellano ospiterà la manifestazione – realizzata in sinergia fra Comune di Castelfiorentino, Bcc di Cambiano, Fondazione Teatro del Popolo, Giallo Mare Minimal Teatro e Compagnia C´art – tutta dedicata all´arte del clown e del giullare buffone.

Quattro spettacoli, una conferenza e un seminario: ospiti d´onore Yves Lebreton (il grande “mimo corporeo” francese) e Leo Bassi (giocoliere, attore, comico nato negli Stati uniti da una famiglia di circensi con alcu ni avi di origine italiana). Lebreton animerò (dal 12 al 16 aprile) il seminario “corpo energetico”, tecnica espressiva basata sul linguaggio del corpo. Bassi terrà, martedì 20 aprile, una conferenza-dimostrazione sulle sue particolari tecniche per interagire con il pubblico.

Il festival è stato presentato a Firenze, in Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza di Regione Toscana, in una conferenza stampa introdotta da Paolo Cocchi, assessore toscano alla cultura che ha sottolineato “la bella vitalità del teatro in Toscana” dando poi atto dei “buoni risultati” ottenuti in questo primo anno di nuova attività dal teatro castellano, restaurato e rilanciato con un forte contributo economico proprio di Regione Toscana. Il programma del festival è stato illustrato dal direttore artistico André Casaca, un mimo brasiliano che guida C´art e le iniziative collaterali compr esi i laboratori di arte comica nelle scuole della Bassa Valdelsa: nell´ultimo decennio almeno mille bambini all´anno, non meno di diecimila in totale, sono diventati “clown di scuola” scegliendo, di volta in volta, “Bianco” o “Augusto” (le due tipologie di clown nella tradizione circense occidentale: il pagliaccio autoritario e quello pasticcione) e imparando – come ha riferito il brasiliano André Casaca citando proprio la frase di un bambino – che “il clown fa ridere perché … Guarda con il naso”.