Da sabato via alle visite guidate agli scavi archeologici. Da Empoli: “Il primo passo per la costituzione del nuovo Museo della città”. Un teatro romano vastissimo, capace di contenere nel periodo di massimo splendore fino a 15 mila spettatori, poi caduto in disgrazia e quasi dimenticato, ‘sepolto’ sotto le successive costruzioni e ampliamenti di Palazzo Vecchio. Ora l’antico teatro di Florentia torna alla luce, grazie a sei anni di scavi finalmente ultimati (anche se potrebbero esserci ulteriori sorprese) e sarà il più antico ‘pezzo’ del nuovo museo della città che verrà trasferito dalla Biblioteca delle Oblate proprio a Palazzo Vecchio. Le visite guidate partiranno sabato 25 settembre.

Le novità sono state illustrate dall’assessore alla cultura Giuliano da Empoli e da Carlotta Cianferoni, della sovrintendenza dei beni archeologici della Toscana. “Con la riscoperta del teatro romano – ha affermato l’assessore da Empoli – inizia un percorso che porterà a Palazzo Vecchio il Museo della città, attualmente ospitato alle Oblate, e al conseguente allargamento della Biblioteca. Riteniamo infatti che il Museo della città, che racconta la storia di Firenze, sia naturalmente connaturato a Palazzo Vecchio e solo qui, proprio partendo dalle fondamenta e arrivando fino alle terrazze, possa affascinare cittadini e turisti illustrando la tradizione e l’evoluzione millenaria della sede del potere cittadino”.

La sede del Comune poggia le sue fondamenta su un sito di straordinaria importanza storica. Il teatro doveva avere una capienza di quasi 7000 spettatori ma nel periodo di massimo splendore, intorno al I, Ii secolo dopo Cristo, corrispondente alla grandiosa ristrutturazione della città compiuta in età imperiale, si stima che il pubblico potesse arrivare fino a 10-15 mila presenze . Le sue vestigia si estendono su una vasta porzione di terreno sotto Palazzo Vecchio e palazzo Gondi, con la cavea rivolta verso piazza della Signoria e la scena lungo via dei Leoni. Il teatro restò attivo fino al V secolo, e dopo cadde in disuso e venne via via dimenticato. I suoi resti iniziarono gradualmente a riaffiorare nell’Ottocento quando, in occasione del trasferimento a Firenze della capitale del regno d’Italia (1865) fu intrapresa un’intensa seria di campagne di sventramento e ammodernamento del tessuto urbano.

Dopo un’indagine archeologica preliminare effettuata a fine anni ’90, la vera e propria campagna di scavo si è svolta tra il 2004 e il 2010. Lo scavo è stato condotto dalla cooperativa Archeologia sotto la direzione scientifica della sovrintendenza per i beni archeologici della Toscana. I lavori hanno consentito di riportare alla luce alcuni tratti delle burelle (probabilmente da burus, cioè buio), ovvero corridoi, compreso il vomitorium, ossia il corridoio centrale attraverso il quale gli spettatori avevano accesso. E’ inoltre visibile il margine interno della piattaforma dell’orchestra, che nel teatro romano non ospitava il coro come in quello greco, ma era riservata alle autorità. Il ritrovamento di un gruppo di anfore per le derrate alimentari, rotte e riutilizzate per il drenaggio delle acque, ha consentito di datare la costruzione delle burelle alla fine del I o all’inizio del Ii secolo d.C.; tuttavia è probabile che il nucleo originario del teatro risalga all’epoca della fondazione della colonia romana – fine del I sec. A.c. – e che soltanto in seguito sia stato ingrandito. Sui resti d’età imperiale si sovrappongono, per successive stratificazioni, strutture di epoca medievale (Xii-xiv sec.) come pozzi, fondamenta di abitazioni e altri edifici. Tra questi è stato individuato un fronte stradale con portali medievali e relativo selciato, inglobato nel XVI secolo nell’ampliamento di Palazzo della Signoria verso via dei Gondi e via de’ Leoni.

Le visite guidate, a cura dell’Associazione Museo dei Ragazzi di Firenze, si svolgono nei giorni di sabato, domenica e lunedì. Le visite, della durata di un’ora per massimo 20 persone, hanno inizio alle 11.00, 14.30, 15.30 e 16.30. In occasione delle aperture serali di Palazzo Vecchio, sono previste ulteriori visite con inizio alle 17.30 e alle 18.30. La prenotazione è obbligatoria e gratuita. Per informazioni e prenotazioni: telefono 055 276 8224 /8558, tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00; [email protected].

In caso di disponibilità è possibile prenotare direttamente presso il banco informazioni del Museo di Palazzo Vecchio nell’area della biglietteria. Gli scavi sono parzialmente accessibili ai disabili motori (con accompagnatore) e non sono accessibili ai minori di 8 anni per motivi di sicurezza. Il biglietto costa 2 euro in più rispetto al costo del solo museo di Palazzo Vecchio e comprende anche la visita a tutto il Palazzo