Firenze – Ci sarà anche un dito di Galileo, sola reliquia esistente del grande scienziato toscano, tra le 250 attrazioni (capolavori della pittura, disegni, stampe d’epoca, strumenti scientifici e reperti archeologici) in esposizione a Palazzo Strozzi in occasione della mostra dedicata al quarto centenario delle prime scoperte celesti (www.palazzostrozzi.org).

Galileo. Immagini dell’universo dall’antichità al telescopio sarà presentata alla stampa l’11 marzo e resterà ininterrottamente aperta al pubblico dal 13 marzo al 30 agosto, per la curatela di Paolo Galluzzi, direttore dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze.

Si tratta del dito medio della mano destra. E’ protetto da un’ampolla di cristallo che poggia su una base di marmo scolpita con una iscrizione celebrativa dell’astronomo Tommaso Perelli (1704 – 1783). Fu staccato dai resti di Galileo dallo storico Anton Francesco Gori il 12 marzo 1737. L’occasione fu la traslazione della salma dalla originaria sepoltura al sepolcro monumentale fatto erigere nella Basilica di S. Croce per iniziativa di Vincenzo Viviani (1622 – 1703), il più giovane discepolo di Galileo.

Il dito passò poi ad Angelo Maria Bandini che lo fece esporre a lungo nella Biblioteca Laurenziana di cui era direttore. Nel 1841, fu trasferito nella Tribuna di Galileo, appena inaugurata nel Museo di Fisica e Storia Naturale. Insieme agli strumenti scientifici delle collezioni mediceo-lorenesi, dal 1927 è custodito dal Museo di Storia della Scienza (www.imss.fi.it). Oggi in restauro, il Museo riaprirà in ottobre con il nuovo nome di Museo Galileo.

La mostra di Palazzo Strozzi è promossa e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con il Ministero dei Beni Culturali, la Fondazione Palazzo Strozzi (che cura anche la realizzazione), la Regione Toscana e il Comitato per le Celebrazioni Galileiane.