Dal 18 maggio all’1 giugno 2019 gli antichi armadi del Guardaroba storico di Montedomini, a Firenze, ospiteranno La spesa. Non siamo ciò che mangiamo, mostra fotografica di Oriente Plazzi Marzotto a cura di Milena Zunino. La giovanissima artista costruisce 32 immagini in cui il corpo femminile è in stretta relazione con una serie di alimenti, a volte mimati, a volte solo evocati. Accompagnati da didascalie estratte da interviste fatte dalla Plazzi Marzotto a ragazze che soffrono di disturbi alimentari, i fotogrammi in mostra suscitano in chi li osserva emozioni ambivalenti. Ad un primo sguardo possono apparire bizzarri, quasi giocosi, ma poi lasciano subentrare sensazioni più ombrose, dall’angoscia a una sorta di vuoto silente.

Il gioco delle analogie formali e delle possibili metamorfosi messo in atto dalle modelle che interpretano biscotti, verdure e altri alimenti, non fa che dimostrare, enfatizzandola con un’ovvietà che tracima nell’ironia, la distanza che intercorre tra chi imita e ciò che è imitato, vale a dire che non siamo quello che mangiamo. Si nega così un assunto impostosi nel tempo come un luogo comune, sollecitando una riflessione sull’immagine e sul sistema della comunicazione mediatica.

Nel titolo della mostra si nasconde il nodo del discorso giocoso presentato dall’artista per scatti fotografici: non siamo quello che mangiamo perché biscotti, frutta e ortaggi non pensano. “E se è vero – come scrive Andrea Romoli nel bel testo in catalogo – che pensare è giudicare, allora, in assenza di una facoltà critica diffusa, matura, compiuta e consapevole, perché esiliata dalla società, il pensare/giudicare sarà delegato e il pensiero (individuale e collettivo) sarà scalzato dal pensato (da altri). Ne consegue che, tanto il senso di adeguatezza quanto il suo contrario si fonderanno fatalmente sui parametri di più ampia diffusione di predefiniti modelli di rappresentazione, proiezione e percezione”.

L’artista, che sembra seguire la stessa strada di Arcimboldo, che in pieno Cinquecento aveva giocato pittoricamente nel realizzare ritratti giustapponendo ortaggi, pesci o uccelli, la percorre in realtà in senso contrario: nelle istantanee in mostra è infatti il corpo che sembra “fare il verso” a qualcosa di diverso da sé.

Oriente Plazzi Marzotto gioca, come altri prima di lei, sulle analogie formali e smaschera, con l’ironia e la virtuosa bugia dell’arte, il pericoloso inganno della massificazione, per esorcizzarne gli effetti, mirando altresì a sensibilizzare il pubblico verso patologie alimentari sempre più diffuse, spesso non immediatamente riconosciute.

Oriente Plazzi Marzotto nasce a Ravenna nel 1996. Appassionata d’arte, frequenta il Liceo Artistico P. L. Nervi della sua città, dove consegue il diploma di maturità in pittura nel 2015. Successivamente decide di proseguire il percorso artistico iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nella scuola di pittura di Calogero Saverio Vinciguerra.
Prende parte a diversi progetti attinenti al corso di studio, volti alla riqualificazione di spazi pubblici; tra questi, i più significativi, sono: il restauro della parete e delle decorazioni della platea del Teatro dei Concordi presso il Comune di Campiglia Marittima (LI), marzo 2017; il progetto di Arte Pubblica “Volti e maschere” dipinto a tecnica mista su grandi dimensioni, 8×3 metri, commissionato dal comune di Campiglia Marittima e collocato presso Largo Sbarretti, Venturina Terme (LI), giugno 2018. Contemporaneamente agli studi accademici, frequenta il corso di Lingua dei Segni Italiana presso l’Ente Nazionale Sordi di Firenze, dal 2017, significativo anche per quanto riguarda la ricerca pittorica. Nello stesso anno ha accompagnato il regista e attore Massimiliano Finazzer Flory nel comune lombardo di Piuro, per realizzare la documentazione fotografica dello spettacolo teatrale “Essere Leonardo da Vinci”, da lui commissionatole. La versione cinematografica è stata proiettata in prima nazionale all’Odeon di Firenze. Nel maggio 2018 ha iniziato a lavorare al progetto fotografico dal titolo “La spesa. Non siamo ciò che mangiamo”, in principio nato come performance giocosa sulla relazione dei giovani con il cibo e successivamente evolutosi in una tematica più importante e complessa, ovvero quella dei disturbi del comportamento alimentare. Quest’ultimo progetto è ancora aperto ad ulteriori ricerche e approfondimenti, in quanto la mostra che si svolgerà presso il Guardaroba Storico di Montedomini di Firenze, non è l’approdo ma il punto di partenza di una tematica che coinvolge più fattori sociali.

 

LA SPESA

Non siamo ciò che mangiamo

Fotografie di Oriente Plazzi Marzotto

a cura di Milena Zunino

Montedomini, Guardaroba storico

Firenze, via dei Malcontenti 6

18 maggio – 1 giugno 2019

Tutti i giorni dalle 14 alle 18