Agli inizi vi fu solo una frase provocatoria
Il 9° festival del formaggio di Campo Tures è anche una dimostrazione per lo sviluppo dell’offerta casearia in Alto Adige.

Dal 12 al 14 marzo si svolgerà a Campo Tures il 9° festival internazionale del formaggio. In tre giorni circa 100 produttori di formaggi, provenienti da tutta Europa, presenteranno le loro creazioni. La manifestazione è considerata uno degli eventi del settore più importanti dell’area alpina. Ma per arrivare a questi risultati ci è voluto un impegno notevole.

Circa 10 anni fa la rivista gastronomica tedesca “Essen & Trinken” pubblicò uno speciale supplemento sull’Alto Adige. Questo non è di per sé un fatto strano né tanto meno isolato. Molto spesso riviste di vario genere concentrano la loro attenzione su questa regione. Tuttavia in questo speciale supplemento vi era anche un articolo sullo chef altoatesino per antonomasia, Hansi Baumgartner. La parola del più creativo e capace cuoco del Sudtirolo ha sempre avuto un certo peso per la gastronomia locale e, considerata la sua popolarità e la facilità con cui veniva intervistato, la frase che disse all’epoca sulla cultura casearia dell’Alto Adige ebbe l’effetto di un uragano. Egli sostenne quanto segue: L’Alto Adige ha molto latte, ma poca cultura casearia”. Boom! Un colpo secco e deciso.

Solo pochi chilometri di distanza da Hansi Baumgartner, di Rio di Pusteria, vive, in Valle Aurina, Martin Pircher, commerciante di prodotti alimentari, amico dei piaceri culinari e, come secondo lavoro, produttore di idee insuperabili. Pircher ha percepito le dichiarazioni fatte da Baumgartner nell’intervista rilasciata a “Essen &Trinken” come elettrizzanti e provocanti. Ma a cosa serve, si chiese Pircher, annunciare una tale tesi al mondo intero, se la cultura casearia non riesce a svilupparsi nel lungo periodo?

Di conseguenza nacque il primo “festival del formaggio” di Campo Tures nella Valle di Tures ed Aurina. All’epoca la manifestazione si chiamava ancora “mercato del formaggio” e solo cinque produttori di formaggio presentavano i loro prodotti. All’inaugurazione erano presenti solo 12 persone – di cui tre tennero un discorso di apertura. Ma ciò nonostante un inizio era stato ideato. La tenera e giovane piantina della cultura casearia altoatesina era stata piantata, ora bastava innaffiarla con cura e amore.

Da quei giorni in Alto Adige molto si è mosso intorno ai formaggi e alcune cose hanno dimostrato un notevole miglioramento. Lo “Stilfser” ha addirittura ricevuto il marchio europeo di prodotto a denominazione di origine protetta, raggiungendo quindi un risultato inimmaginabile solo poco tempo prima. Il “Vinschgauer Alpenkäse” (formaggio alpino della Val Venosta – N.d.T.) viene regolarmente premiato nelle manifestazioni di degustazione organizzate a Galltür, in Austria, e qualche malgaro è tornato alla sua baita premiato con argenti e ori. Per tutto questo il festival del formaggio ovviamente non è stato il fattore dominante di sviluppo. Ma ben consapevoli di questo, non si può negare che grazie a questa manifestazione il formaggio locale ha avuto il suo battesimo di presentabilità nell’alta società. Come se ormai non si trattasse più semplicemente di mangiare del buon formaggio, ma di eleggerlo a prodotto di classe, di cui si parla e si deve parlare, filosofeggiare, disquisire, come si fa con il buon vino. Gli amanti del formaggio confermano infatti che i tempi in cui erano rilegati ai margini della buona tavola sono finiti.

Intanto il festival del formaggio di Campo Tures si è evoluto in una delle “più interessanti manifestazioni casearie d’Italia (rivista specializzata Cheesetime), in una vetrina del formaggio per le regioni alpine, in una piattaforma per l’economia del settore in Alto Adige. Durante i tre giorni di festival quasi un centinaio di produttori presentano oggi circa 1000 formaggi diversi. Essi arrivano da Cipro, Polonia, dalla Turingia e dalla Norvegia, dall’Alto Adige e dal resto d’Italia, dall’Austria e dalla Svizzera. Si parla di limitare il numero di partecipanti a non più di 99. La qualità deve prevalere sulla quantità. A convincere non deve essere il prodotto superlativo, ma quello di alta qualità.

Il festival si svolge oramai ogni due anni, per l’esattezza, negli anni a numeri pari e sempre durante il secondo fine settimana di marzo. Nel 2010 la manifestazione cadrà tra il 12 ed il 14 di marzo. Il numero dei visitatori negli anni si è notevolmente ampliato: dalle iniziali 12 a oltre 10.000 persone. Esse giungono da ogni parte. È conosciuta la storia di quella signora di Udine, arrivata con i mezzi pubblici pur di non perdere l’occasione di degustare qualche buon pezzo di formaggio. Quanto grande deve essere la passione per questo prodotto per lasciarsi alle spalle così tanti chilometri? L’interesse dei media è cresciuto in modo esponenziale con lo svilupparsi della manifestazione. I media italiani amano il loro festival del formaggio, mentre quelli tedeschi ne esaltano la varietà e la qualità dei prodotti.

L’unicità del panorama altoatesino, l’autenticità dei prodotti ed il neonato “mondo del formaggio” sono oro colato per il giornalismo dedito al turismo. Il festival del formaggio, trattando il formaggio in tutta la sua interezza, ha reso possibile molto di tutto questo. Questo accade ovviamente nei vari stand di presentazione, ma anche nelle dimostrazioni culinarie con l’associazione altoatesina dei cuochi, durante la degustazione dei caseifici contadini del Sudtirolo, coadiuvata dall’istituto professionale per l’agricoltura, addirittura nell’intrattenimento dei bambini, dove ci si impegna a trasferire anche ai più piccoli nozioni didattiche sul formaggio, durante le molto amate visite guidate di “slow food” attraverso i vari formaggi, nella mostra di libri del settore presso la biblioteca pubblica ed infine anche con l’ufficio postale allestito in modo speciale per l’occasione. Tre giorni all’insegna del formaggio, tre giorni in cui il paese di Campo Tures si trasforma completamente.

Hansi Baumgartner, cuoco, chef, nobilitatore di formaggi di altissimo spessore ed involontaria causa generatrice del festival del formaggio, è un cultore del formaggio della prima ora. E anche quest’anno sarà uno degli espositori. Spesso lui e l’organizzatore del festival del formaggio, Martin Pircher, si sono ritrovati a discutere parola per parola di quella famosa edizione di “Essen &Trinken”. “Sono certo che la frase detta tempo fa non è più di gradimento allo stesso Baumgartner”, sostiene Pircher, “ma gli sono grato per quelle parole, che tanto hanno cambiato il settore del formaggio in Alto Adige. Se il formaggio potesse ringraziare, lo farebbe, ma preferisce solleticare i palati dei suoi tanti amanti, a volte in modo deciso, a volte in modo soavemente lieve”.

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