Dal 22 al 26 agosto il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige ospita un’interessante mostra fotografica dal titolo Ghiacciai in serra nella quale il visitatore può compiere un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso i ghiacciai alpini e verificare di persona le notevoli trasformazioni verificatesi nell’arco Alpino nell’arco dell’ultimo secolo.

È stata inaugurata alla presenza del presidente dell’Associazione Musei provinciali altoatesini, Bruno Hosp, del presidente dell’ Alpenverein Südtirol Avs, Luis Vonmetz, e del direttore del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Vito Zingerle, la mostra temporanea “Ghiacciai in serra”. L’allestimento si basa sulla documentazione fotografica raccolta dalla Gesellschaft für ökologische Forschung (Società per la ricerca ecologica) di Monaco di Baviera ed è stato organizzato dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige in collaborazione con l’Alpenverein Südtirol (Avs).

La mostra rimarrà aperta presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, in via Botai,1 a Bolzano dal 22 maggio sino al 26 agosto. I ghiacciai delle vette vengono considerati degli indicatori chiave del cambiamento climatico, quasi una sorta di termometro globale della febbre“. Mettendo a confronto foto d’epoca ed attuali foto di ghiacciai delle Alpi la mostra allestita nel Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, in via Bottai,1 a Bolzano, rende visibile la rapida fusione dei ghiacciai avvenuta negli ultimi decenni. “Ghiacciai in serra” documenta non solo il cambiamento drammatico dei ghiacciai nell’arco alpino, ma accenna anche alle conseguenze del loro scioglimento.

La mostra evidenzia che la scomparsa dei ghiacciai comporta, tra l’altro, delle conseguenze per la memoria climatica della terra. Campioni dalla profondità nel “permafrost” con strati di neve mai sciolte o toccate dall’acqua di scioglimento permettono infatti di effettuare delle analisi del clima terrestre degli ultimi secoli e millenni. Negli ultimi 100 anni il limite del “permafrost” si è già innalzato di 150 – 200 metri e con la sua scomparsa si cancella la “memoria climatica” della terra. L’arretramento dei ghiacciai è inoltre un segnale evidente di un riscaldamento terrestre di portata mondiale.

Dalla metà del Xix secolo e con l’inizio dell’industrializzazione i ghiacciai alpini hanno perso mediamente circa un terzo della loro superficie e la metà del loro volume. Una superficie bianca di ghiaccio può riflettere la luce solare fino al 100%. Questo “albedo” diminuisce quando la superficie dei ghiacciai si sporca e si scurisce con polvere e fuliggine. In questo caso il ghiaccio trattiene e assorbe una maggiore quantità di calore solare. La riduzione della superficie di un ghiacciaio è anche un annuncio di frane. Il ghiaccio tiene uniti tra loro macigni di roccia, macerie, sassi e terreno, ma quando questo si scioglie, si sgretolano di conseguenza i pendii delle montagne. Questo può avvenire lentamente, ma anche all’improvviso e in modo inaspettato. La loro riduzione e scomparsa comporterà anche problemi idrici in quanto i ghiacciai sono importanti depositi d’acqua ed in molte regioni potrebbe essere messo in pericolo anche il rifornimento di acqua potabile con rispettive conseguenze economiche.

La mostra è stata ideata da Wolfgang Zängl e Sylvia Hamburger della “Società per la ricerca ecologica” di Monaco ed organizzata dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige in collaborazione con l’Alpenverein Südtirol Avs.