Il Carnevale in Valle di Cembra si ispira ad antiche tradizioni popolari. A Grauno rivive una festa tra le più antiche del Trentino, dove i protagonisti non sono le maschere o le sfilate in costume, bensì un pino. La festa è già cominciata la notte dell’Epifania, quando i giovani hanno tagliato alcuni rami dell’albero per adornare le quattro fontane del paese, dando così il via simbolico al Carnevale. Il momento clou arriverà, però, il martedì grasso, vale a dire il 23 febbraio, quando un grande abete, spogliato dai rami verrà trascinato nella piazza del borgo.

Qui avrà inizio una singolare commedia che narra fatti e fattacci della gente del luogo e si conclude con “il battesimo” del pino da parte dell’ultimo sposo dell’anno, diventato capro espiatorio di tutte le vicende cattive. A sera l’albero, ricoperto di paglia, viene trasportato al “doss del Carneval” (il colle del Carnevale) e piantato nella “busa del Carneval”, la fossa profonda sette metri usata tutti gli anni a questo scopo. Qui lo sposo ha il compito di dare fuoco al grande tronco che arde subito come una gigantesca torcia visibile da tutta la valle. Ancora oggi i più vecchi del paese sanno trarre dall´andamento delle scintille auspici sui prossimi raccolti.

A Sover e a Grumes, sempre in Valle di Cembra, si festeggia invece il “Trato Marzo”, una manifestazione popolare di tradizione secolare con la quale i giovani salutano oggi come in passato l’arrivo della primavera con canti, grida di gioia e spari. Le sere dall’1 al 3 marzo un gruppo raggiunge un’altura visibile dal paese e dà il via alla festa attorno al falò. L’allegra brigata tenta di attrarre l’attenzione dei compaesani gridando le coppie dell’anno, proponendo abbinamenti impossibili tra vedovi e vedove, brutti e belli, giovani e anziani, sottolineandone pregi e difetti. Alle strofe e ai richiami si alternano sempre canti popolari accompagnati dal suono della fisarmonica. In passato questa festa, che affonda le proprie origini in antichi riti pagani legati al culto della dea Giunone, venne proibita per la sagacia e la crudeltà delle battute ma in alcune zone della Valle di Cembra era un’usanza tanto radicata che finì col tramandarsi comunque.

Info: www. visitpinecembra.it