Il Trentino rinnova il ricordo dell’incontro con Papa Giovanni Paolo II. Rinnova la memoria dello straordinario soggiorno (luglio 1984) al passo della Lobbia Alta, tra i ghiacci dell’Adamello. Quell’incontro in alta quota con l’allora presidente Sandro Pertini ha segnato non solo uno dei momenti più intensi e vivi dello storico pontificato di Karol Woityla, ma ha cementato un rapporto speciale con la terra trentina. Oggi esemplarmente rappresentato dalla croce che, sull’Adamello, si erge a perenne ricordo di Giovanni Paolo II. Là, lungo i sentieri e davanti alle nevi che il Papa polacco non smise mai di amare e ricordare.

Quel legame speciale si rinsalda nuovamente con una serie di eventi che ruotano attorno al V Pellegrinaggio dei giovani alla Croce dell’Adamello, in programma sabato 7 e domenica 8 luglio. Centinaia di giovani per un appuntamento che è un momento di spiritualità fortemente condivisa. Un momento che sarà segnato in modo particolare dalla diretta televisiva della Messa celebrata al Passo Lobbia da monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, la Conferenza episcopale italiana e, poco dopo, dalla cerimonia di dedica a Giovanni Paolo II della sala Conferenze ed esposizioni del rifugio “Ai caduti dell’Adamello”. In quella sala troveranno posto tra l’altro gli sci e la picozza appartenuti al Papa polacco: è stato l’arcivescovo metropolita di Cracovia, Stanislao Dziwisz ad acconsentirlo.

E proprio il cardinale Dziwisz sarà a Madonna di Campiglio, il 6 luglio, per la presentazione del libro “Una vita con Karol” nel quale racconta gli anni passati a Roma al fianco del pontefice. E questa presenza (accanto al convegno dedicato al “Volontariato e i grandi eventi”, presente il capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso) conferma come questa edizione del Pellegrinaggio dei Giovani all’Adamello si annunci come straordinaria. Infine, come non evidenziare che la mostra fotografica su Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che verrà inaugurata a Carisolo il 5 luglio, è poi destinata ad essere ospitata a Loreto, in settembre, in occasione dell’incontro che il Papa avrà con i giovani; a Cracovia, nei giorni del terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II; a Sydney, nel 2008, alle Giornate mondiali della gioventù. E’ nota la predilezione che Giovanni Paolo II aveva per l’Adamello: suo padre gliene parlava, ricordando la Guerra 1915-‘18, nel corso della quale molti giovani polacchi, specialmente di Cracovia, inquadrati nell’esercito austriaco, vi avevano combattuto, e molti vi erano morti.

Quando il Papa si recò, nel luglio del 1984, per alcuni giorni al rifugio delle Lobbie Alte, nei momenti di preghiera che si riservava, dal terrazzo del rifugio aveva gli occhi rivolti a una piccola e logora croce di legno, collocata sulla sommità della punta antistante, a quota 3278 metri. Il Papa ritornò sull’Adamello nel 1988: “Era doveroso per il Papa –disse– ritornare qui, dopo essere venuto già una volta da sciatore. Non c’è posto più adatto che invita a questo sacrificio di Cristo. Un posto, un ambiente di tanti sacrifici delle giovani vite, delle giovani persone, dei nostri fratelli nel Signore, caduti”.

Da allora nacque il desiderio di intitolare una cima al Santo Padre. L’occasione di concretizzare questa idea, immediatamente accolta dalla Provincia autonoma di Trento e dal Comune di Carisolo, si verificò il 28 settembre del 1996, nella circostanza della consegna del premio internazionale “Solidarietà alpina”, che annualmente viene conferito a Pinzolo. Con gli organizzatori dei viaggi papali si decise di realizzare una nuova croce, con il granito dell’Adamello, e di collocarla al posto della precedente in legno, in occasione dell’Anno giubilare del 2000, dedicandola a Giovanni Paolo II. Superate con determinazione tante difficoltà, da un’unica lastra di granito si ricavò una stupenda croce, che venne posta sul luogo ove era posizionata la piccola croce di legno sul picco denominato “Punta Croce Giovanni Paolo II”. La Croce venne inaugurata da Giovanni Paolo II attraverso un collegamento video San Pietro-Adamello la sera del 31 dicembre 1999 dopo il Te Deum di fine anno e secolo.

Ora la croce svetta a quota 3278 metri, a ricordo della presenza di Papa Wojtyla e del Giubileo del 2000. E’ meta di un pellegrinaggio di giovani, che si ripete periodicamente, in collegamento con le Giornate Mondiali della Gioventù, anche per fare memoria di due grandi passioni del Papa polacco che sono poi le passioni anche di Benedetto XVI: la montagna e i giovani. L’Adamello è divenuto ormai un simbolo della collaborazione tra il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Cei, la Pastorale giovanile di Trento e la Provincia autonoma di Trento che assegna a questo momento, nel quadro del sostegno alle attività per le politiche giovanili, un alto significato.

Ma quelli che potremmo chiamare “i giorni dell’Adamello” segnano anche una rinnovata tappa di quelle iniziative di collaborazione tra la Provincia autonoma di Trento e la Santa Sede che hanno certamente trovato un momento decisivo proprio in occasione del Giubileo del 2000 quando il Trentino fornì da una parte i 760 metri cubi di legname per allestire il grande altare di Tor Vergata e, dall’altra, organizzò il “Villaggio Trento” per offrire ospitalità all’esercito dei volontari. E’ stato rinsaldato in quell’occasione un legame, sempre percorso dal tratto distintivo dell’impegno dei volontari (non a caso ci sarà un momento pubblico di riflessione su questo tema), che nei prossimi mesi registrerà altri importanti momenti, a partire da quella che è ormai la tradizionale presenza del Trentino in piazza San Pietro nei giorni del Natale, con il presepe.

IL CARDINALE STANISALO DZIWISZ IN TRENTINO – Nel fitto calendario degli appuntamenti legati al Pellegrinaggio dei giovani alla croce dell’Adamello spicca certamente la presenza (venerdì 6 luglio, Palacongressi di Madonna di Campiglio, ore 21) del cardinale Stanislao Dziwisz. Presenterà il libro “Una vita con Karol” (Rizzoli), conversazione con il giornalista Gian Franco Svidercoschi. Un libro che racconta il Papa che ha cambiato il mondo, nell´appassionato ricordo di chi gli è stato a lungo più vicino. “Verrai da me. Qui potrai proseguire gli studi e mi aiuterai”. Con queste parole, l´8 ottobre 1966, l´arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla chiese a un giovane sacerdote polacco di diventare il suo segretario privato, confermandolo nell´incarico anche dopo l´elezione pontificia. Da allora, don Stanislao Dziwisz ha condiviso tutti i momenti importanti della vita di Giovanni Paolo II, organizzando i suoi appuntamenti.