La Galleria civica G. Segantini di Arco e il Museo di Riva del Garda attraverso il Dipartimento del Contemporaneo del Mag – Museo Alto Garda condividono un progetto che ha come comune denominatore Segantini, declinato in due mostre: il ricordo della ricorrenza dei 100 anni dall’inaugurazione del monumento a Giovanni Segantini, realizzato ad Arco da Leonardo Bistolfi, e una ricognizione sul tema della luce, sulla scia dei maestri che lavorarono ad un tema centrale per il Divisionismo.

Il Mag – Museo Alto Garda è un innovativo progetto di museo territoriale: due istituzioni (la Galleria civica G. Segantini di Arco e il Museo di Riva del Garda) che curano e realizzano assieme un progetto culturale unico, ispirato al tema del territorio. Tre diversi ambiti disciplinari sono coordinati da tre responsabili scientifici: i Dipartimenti storico archeologico, storico artistico e del contemporaneo. I primi due in capo al Museo di Riva, il terzo alla Galleria Civica di Arco. Un inedito intreccio di competenze per valorizzare il territorio e la dimensione locale, con l’ambizione di un respiro europeo.

Leonardo Bistolfi. I Monumenti Per Giovanni Segantini, Arco, Galleria civica G. Segantini (via Segantini n. 9, 38062 Arco, tel. 0464 583653, fax 0464 583615, www.galleriacivica-arco.it)

29. 11. 2009 – 28. 02. 2010, inaugurazione: sabato 28 novembre ore 18, a cura di Germana Mazza e Giovanna Nicoletti. Dopo la grande mostra che la Galleria civica di Arco, nel 2008, ha promosso per celebrare i 150 anni dalla scomparsa del maestro del Divisionismo, il progetto: «Leonardo Bistolfi. I monumenti per Giovanni Segantini» scandisce un altro momento storico significativo, i 100 anni dall´inaugurazione del monumento eretto dalla città di Arco in memoria di Segantini. All´indomani della scomparsa di Giovanni Segantini (avvenuta il 28 settembre 1899 sulla cima dello Schafberg, in Engadina), Arco si mobilita per onorare l´artista. Nasce un comitato pro monumento, che in breve coinvolge tutti i protagonisti della vita sociale e culturale della cittadina, per allargarsi successivamente ad altri Comuni, enti, associazioni, personaggi di spicco al di fuori dei confini del Trentino. Il nome di Leonardo Bistolfi, quale amico di Segantini e valente scultore, è suggerito da Alberto Grubicy, mercante d´arte e mecenate del pittore.

L´inaugurazione del monumento avviene dieci anni più tardi, il 24 ottobre del 1909. Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 1859 – La Loggia, 1933) si forma all´Accademia di Brera a Milano e all´Accademia Albertina di Torino, venendo a contatto con il movimento della Scapigliatura lombarda. Diventa in breve un apprezzato scultore, esponendo sul finire del secolo anche alla Biennale di Venezia. Per Segantini realizza due monumenti: nel 1906 quello per la tomba dell´artista a St. Moritz (attualmente collocato sulla scala di ingresso del museo segantiniano della città elvetica) e nel 1909 quello per la città natale del pittore divisionista. Due monumenti fra loro nettamente diversi, il primo simbolista, teso ad evocare “La Bellezza liberata dalla materia” attraverso una figura femminile scolpita senza veli che fuoriesce dal blocco di marmo, il secondo più tradizionale, che raffigura l´artista in abiti da montagna con una tavolozza di colori, in piedi su un profilo roccioso. Nella mostra promossa dal Dipartimento del Contemporaneo, Progetto Mag – Museo Alto Garda e allestita alla Galleria civica G. Segantini di Arco, si analizzeranno i due monumenti attraverso documenti, disegni e una ventina di bozzetti e opere preparatorie. Tra le sculture esposte, il gesso del busto di Segantini, realizzato da Paolo Troubetzkoy nel 1896, al quale probabilmente Bistolfi si richiama nel realizzare il monumento di Arco (il gesso è conservato presso il Museo di Riva), una teoria di teste in gesso collegate al monumento di St. Moritz, il bozzetto delle Alpi e altri gessi preparatori.

La Pittura Dell’800. Verso La Luce, Riva del Garda, Museo di Riva del Garda (Piazza Cesare Battisti, 3/a, 38066 Riva del Garda (Tn), tel. 0464 573869, fax 0464 573868, www.comune.rivadelgarda.tn.it/museo),

29.11.2009 – 28.02.2010, inaugurazione: domenica 29 novembre, ore 11, a cura di Giovanna Nicoletti

Una ventina di opere per rivivere la tensione verso la luce della pittura di fine Ottocento: è la proposta che il Dipartimento del Contemporaneo del Mag – Museo dell´Alto Garda – affianca alla mostra dedicata a Leonardo Bistolfi, I monumenti per Giovanni Segantini, che ad Arco celebra i cento anni dall’inaugurazione del monumento bistolfiano. Una suggestione per inquadrare l´opera segantiniana nelle tensioni del suo tempo. L´inaugurazione è domenica 29 novembre, la mostra prosegue fino al 28 febbraio 2010. È il 1863, in particolare, a segnare una svolta importante: in Francia opere-svolta di artisti come Edouard Manet e Alexandre Cabanel s´interrogano sulle possibilità espressive del linguaggio artistico, in un momento storico di rapida trasformazione, in cui la fotografia – con la sua sensazionale capacità di rendere la verità del dettaglio – spinge la ricerca verso il colore. È così che alla fine del secolo gli artisti si fanno attenti protagonisti d´una rinnovata percezione, e la pittura di paesaggio diventa il mezzo privilegiato per lo studio del vero e della luce.

Il percorso proposto dal Mag è una delle possibili letture attraverso i segni affascinati dalla cultura d’oltralpe mediata dalle ricerche italiane, in particolare quelle legate alle vicende della complessa stagione tra impressionismo e divisionismo: Carlo Fornara, Enrico Cavalli, Lorenzo Peretti junior, Emilio Longoni, Giovanni Battista Ciolina, Bernardino Peretti e Giuseppe Pellizza da Volpedo testimoniano d´un momento in cui l’idea di natura e quindi di luce si sta affermando in un´arte nuova, di rottura con il passato. Specialmente per gli artisti italiani che si trovano a operare in terre di confine, infatti, le storie «straniere» s´intrecciano con le loro: il sentimento di sperimentazione e il desiderio di approfondire il proprio percorso culturale portano necessariamente e con un moto d´urgenza a guardare oltre confine. Conquistati dalla ricerca della luce in alta montagna, sulla scia del lavoro di Giovanni Segantini, gli artisti attraverso la tecnica del divisionismo mettono in luce l’esperienza delle loro escursioni nei paesaggi delle terre di confine, dove molto spesso la composizione è costruita sugli impianti segantiniani.