“Trame e colori tra piazze e palazzi”: questo il titolo dell’undicesima edizione di “Città di velluto”, la manifestazione di Ala che, giunta all’undicesima edizione, si propone in una veste diversa, nella quale si possa ricordare l’origine della storia legata alla tessitura del prezioso filo, attraverso il recupero storico della filanda, della roggia e dei luoghi meno conosciuti, ma forse più frequentati dal popolo dei vellutai. Appuntamento all’11, 12, 13, 19 e 20 luglio.

La proposta artistica degli eventi di questa edizione – è stato detto – avrà come riferimento il legame terminologico riscontrabile tra il prezioso tessuto, protagonista del passato, del presente e del futuro della città, con le diverse espressioni culturali e di costume, tipici della società del Xviii secolo, la trama, l’intreccio e il colore: la trama è parte essenziale della struttura di fili che sorregge il velluto sul telaio ma è anche riconoscibile come traccia creativa di meravigliose storie intriganti del Settecento, dalla letteratura ai canovacci per il teatro, alla semplice vita quotidiana; l’intreccio è quel complesso sistema di nodi che si ripetono e alternano a formare disegni delle creazioni di velluto, oltre ad essere riconosciuto come la “miccia” scatenante di bizzarre relazioni, nella vita reale e nella finzione drammaturgica; il colore, che viene realizzato nelle vaste ed emozionanti gamme di tonalità, intensità e grado, esprime anche la tipologia di un racconto o di un avvenimento: il noir, il giallo e il rosa. Il sindaco Tomasoni ha ricordato come “Città di velluto” sia un progetto che ha contribuito a creare le basi per il recupero degli aspetti più significativi di una identità che ha saputo dialogare ed aprirsi ad altri mondi e culture pur mantenendo integro il proprio senso di appartenenza.

“Ala Città di Velluto” si è posta fin dall’inizio alcuni importanti obiettivi. Valorizzare nel segno delle arti il centro storico barocco di Ala, aprendo i suoi palazzi settecenteschi ad una fruizione turistica e riannodando i fili interrotti di una storia affascinante, quella dei vellutai. Rilanciare la memoria di un passato prestigioso in cui regnanti e artisti da tutt’Europa diedero a questo magico luogo, soggiornandovi, il significato simbolico di ponte, di “trait d’union” tra nord e sud. Rinverdire l’identità culturale e sociale della città mettendo in scena la sua storia e la sua comunità. Proporle un futuro nel campo del turismo culturale. Questo grazie ad una serie di contributi e collaborazioni, pubbliche e private, sottolineate con forza e dove il ruolo del volontariato locale è decisivo. L’assessore Cogo ha ribadito che “Ala Città di Velluto si avvia a diventare un marchio che dà valore e promuove la storia e la cultura trentina. La realizzazione del Museo provinciale del Tessuto e delle Arti Tessili rafforzerà ancora di più la direzione fin qui intrapresa”.