Fossato di Vico (PG) – Il 20 Gennaio ricorre la festa in onore del martire ucciso a colpi di frecce nell’anno 288, santo italiano di origine francese e venerato come martire dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa.
Spesso, in passato, Sebastiano veniva invocato come protettore contro la peste, mentre oggi è invocato contro le epidemie in generale, insieme a San Rocco ed è anche il santo patrono della polizia municipale.

Secondo la leggenda il santo visse quando l’impero era guidato da Diocleziano. Divenuto alto ufficiale dell’esercito imperiale, fu il comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell’Imperatore. Quando Diocleziano che aveva in profondo odio verso i fedeli a Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano esclamò: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me.”; fu quindi da lui condannato a morte, trafitto da frecce. Sempre secondo la leggenda, dopo questo martirio fu abbandonato perché i carnefici lo credettero morto, ma non lo era, e fu amorevolmente curato e riuscì a guarire. Cercando il martirio, sarebbe ritornato da Diocleziano per rimproverarlo e questi avrebbe ordinato di flagellarlo a morte, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima. Ambrogio (340-397) nel suo Commento al salmo 118 riferisce che Sebastiano era originario di Milano e si era trasferito a Roma. Informazioni e leggende sulla sua vita sono narrate nella Legenda Aurea scritta da Jacopo da Varagine ed in particolare nella Passio Sancti Sebastiani (“Passione di San Sebastiano”), opera a cura di Arnobio il Giovane, monaco del V secolo. Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l’inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio martyrum, il più antico calendario della Chiesa di Roma e risalente al 354.

Tuttavia le biografie e le leggende che lo narrano al servizio di Diocleziano a Roma o l’intervento di di Ivo l’Imperatore nelle vicende del suo martirio, comprese quelle attestate da Sant’Ambrogio poco dopo, sono spurie perché Diocleziano non risiedette mai a Roma. Sebastiano, martirizzato sotto Diocleziano, viene raffigurato solitamente trafitto da frecce. La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette “di San Sebastiano”. San Sebastiano sarebbe stato martirizzato sui gradus helagabali ovvero i gradini di Elagabalo. In quello stesso luogo venne eretta una chiesa in suo nome. I gradini di Elagabalo si identificano, forse, in un tempio Romano sul versante orientale del palatino.

San Sebastiano a Fossato di Vico

Come viene riportato da Luigi Galassi nella pubblicazione “Le cinquanta chiese della storia fossatana”, sappiamo che ” … San Sebastiano diventa patrono di Fossato dalla seconda metà del Quattrocento in poi…poichè è in quest’epoca che sorge un po’ ovunque il culto di tale santo, considerato in virtù delle sue piaghe un efficace prottettore dalla peste, che si manifesta anche con piaghe; e benché la peste sia diffusa nei territori delle milizie mercenarie ogni volta che li attraversano, i medievali non colgono il nesso tra queste milizie e la peste che lasciano dietro di sé ed attribuiscono quest’ultima ad una volontà punitiva di Dio, al quale ricorrono – più volentieri che ai medici- attraverso l’intercessione del santo ritenuto in merito più idoneo, San Sebastiano, appunto. Non a caso la fossatana chiesa di San Sebastiano, voluta mezzo millennio fa dal Comune – ma in dimensioni che non sono quelle attuali – a protezione della comunità dalla peste, è tuttora comunale”.

A Fossato di Vico, in occasione della Festa di San Sebastiano vige il detto “San Bastiano frittellaro” ed è dunque tradizione preparare il dolce tipico della zona “Le frittelle”.
Molti sono i modi di cucinarle, ma la vera ricetta delle frittelle non è semplice da ritrovare.

Info: Comune di Fossato di Vico tel. 075-914951 – www.comune.fossatodivico.pg.it
Infopoint 075-919591