Il cinema d’autore presentato all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia torna a farsi vedere in altre città del Veneto. La Regione infatti, dopo le apprezzate “Le Giornate della Mostra”, con film selezionati dalla “Settimana Internazionale della Critica”, è pronta a pro­porre in cinque città venete alcuni film della Sezione “Corto Cortissimo”.

La proposta, realizzata in collaborazione con la FICE (Federazione Italiana dei Cinema d’Essai) delle Tre Venezie e la Mo­stra del Cinema, si articolerà in cinque serate tra Padova, Belluno, Rovigo, Verona e Vicenza. Un’ulteriore importante occasione di valorizzare lavori di alta qualità che hanno poca (se non rara) occasione di essere distribuiti nelle sale cinematografiche, proiettati eccezionalmente in apertura di serata. Lavori che sfidando i lungometraggi sul campo della durata sfiorano al massimo la mez­z’ora e riescono comunque a raccontare una storia, ad emozionare il pubblico. Inoltre l’intesa vin­cente tra Regione, Fice e la Biennale di Venezia è destinata a promuovere in futuro altre iniziative capaci di evidenziare le potenzialità culturali del Veneto, dalle sale agli autori, dai grandi festival alle opere d’essai.

La tournée di “Corto cortissimo” parte il 2 novembre da Padova, al MultiAstra, seguita il 5 novembre dal Cinema Italia a Belluno, il 9 novembre da Cinergia a Rovigo, l’11 novembre dal Cinema Patronato Leone XIII a Vicenza e il 16 novembre dal Cinema Pindemonte a Verona. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle 21, con ingresso gratuito. In cartellone, con un’unica proiezione di 90 mi­nuti, quattro cortometraggi:

UERRA di Paolo Sassanelli (16’), dove si racconta il primo Dopoguerra nel Sud Italia per bocca dei nonni che ci ricordano chi siamo e da dove veniamo; LA SECONDA FAMIGLIA di Alberto Dall’Ara (27’) sul tema del pregiudizio e della paura dell’altro in un contesto paradossalmente caratteriz­zato dall’impegno sociale; SO CHE C’E’ UN UOMO di Gianclaudio Cappai (30’), un film autobio­grafico di relazioni familiari, di destini ineluttabili; IL GIOCO di Adriano Giannini (18’), dove l’immensamente grande e l’universo del dettaglio sono tenuti uniti dalla fantasia di un bambino. Tutte le informazioni sui film presentati sono consultabili nel sito www.spettacoloveneto.it <http://www.spettacoloveneto.it>

Le trame dei film

IL GIOCO di Adriano Giannini Soggetto: dal racconto “Il gioco della mosca” di Andrea Camilleri Sceneg- giatura: Adriano Giannini Fotografia: Daniele Massaccesi Montaggio: Mauro Bonanni Musica: Enrico Melozzi Inter- preti: Mattia Di Stefano, Liborio Di Stefano, Emanuele Vaccaro, Gianluca Taibi, Giuseppe Emanuele, Gabriele Vasile Cozzo, Alessio Vasile Cozzo Produ- zione: Andrea Vinci, Adriano Giannini (Ombla Production) Origine: Italia, 2009 Durata: 18’

Sinossi: Sicilia 1950. Su una spiaggia sette ragazzi sono impegnati in un gioco da loro ideato. È una scommessa, si puntano soldi, chi vince prende tutto. Cosa aspettano? Cosa cercano di evocare? Perché quell’inusuale rito preparatorio? Quale creatura vogliono attrarre? Gennarino, il più piccolo, sembra custodirne il segreto. Sarà lui, infatti, a rivelarci l’identità della “misteriosa creatura”. Commento del regista: L’immensamente grande e l’universo del dettaglio, uniti insieme dalla fantasia del bambino. Fotografare l’innocenza di un mondo segreto, che si sta per aprire alla nuova cultura occidentale, mi ha permesso di esplorare fantasie che sfociano nel suono profondo delle gole marine siciliane.

SO CHE C’E’ UN UOMO di Gianclaudio Cappai

Sceneggiatura: Gianclaudio Cappai Fotografia: Emiliano Fiore Montaggio: Sara Pazienti (A.M.C.) Scenografia: Alessandro Bertozzi Costumi: Gianni Addante Musica: Piernicola Di Muro Suono: Stefano Campus, Max Gobiet, Marzia Cordò Interpreti: Giorgio Carminati, Ugo Piva, Daniela Virgilio, Roberta Mattei, Francesca Bianco Produzione: Bruno Paschina, Alessio Ortu, Samuel Carro (Hirafilm), Demiurgos Film Origine: Italia, 2009 Durata: 30’ Sinossi: In uno squallido casale di campagna, sotto un caldo afoso e opprimente, si trascinano i dubbi, le paure e i malesseri di una famiglia senza controllo. A tensioni mal represse fa eco una promiscuità morbosa, e il perturbante s’insinua in ogni gesto e rumore. Se poi il grande assente è il futuro, non basta la follia di un figlio dolcemente crudele a mascherare quel senso di ineluttabilità contro cui è inutile combattere. Commento del regista: Ho fatto un film strano. Eppure la materia trattata è cosi vissuta che ogni elemento autobiografico sprigiona un forte bisogno di catarsi, se non di esorcismo. Nell’animo di questi personaggi c’è un universo sull’orlo del collasso, che a volte può essere silenzio e sopportazione, oppure grido e rivolta. Finanche morte. Il mio sguardo impietoso su di loro vuole sì cogliere la fragilità di certi rapporti, ma soprattutto le incongruenze e le ambiguità dei nessi che li tengono uniti.

LA SECONDA FAMIGLIA di Alberto Dall’Ara

Sceneggiatura: Andrea Cedrola, Stefano Grasso, Carlotta Massimi, Alberto Dall’Ara Fotografia: Ethel Pistritto Montaggio: Huan Eul Lee Scenografia: Lara Sikic Costumi: Alice Bucelli Musica: Roberto Boarini Suono: Vincenzo Schiavo, Giulio Capanna Interpreti: Alba Rohrwacher, Rinat Khismatouline, Karina Drahynych, Claudia Della Seta, Alberto Di Stasio, Alessandro Mistichelli Produzione: Elisabetta Bruscolini (CSC Production), Medusa Film Origine: Italia, 2009 Durata: 27’ Sinossi: Roma, Margherita giovane assistente sociale, venticinque anni, dà lezioni di italiano ad Alina Radtchenko, da poco in Italia, e instaura con la famiglia della bambina un rapporto che va al di là di quello professionale. I problemi cominciano quando la madre di Margherita è vittima di un’aggressione e i sospetti cadono su Roman, un conoscente dei Radtchenko. Margherita diventa preda di un conflitto interiore nel quale il dubbio si fa strada fino a stravolgere anche i rapporti di amicizia più profondi. Commento del regista: La cultura può estirpare il pregiudizio? L’apertura mentale e l’impegno sociale sono sufficienti ad allontanare la paura dell’altro, o è possibile che la cosa più terrificante sia, in realtà, scoprire qualcosa che non si vuole conoscere di se stessi?

UERRA di Paolo Sassanelli

Sceneggiatura: Paolo Sassanelli, Antonella Gaeta Fotografia: Federico Annicchiarico Montaggio: Michele Sblendorio (A.M.C.) Scenografia: Daniele Trevisi Costumi: Veronica Lopez Suono: Valentino Giannì Interpreti: Dino Abbrescia, Totò Onnis, Angela Iurilli, Andrea Montani, Pietro Pollonio, Donato Fanelli, Rita Milillo, Roberto Petruzzelli, Michael Paul Kremmerlein Produzione: Tommaso Arrighi (Mood Film) Origine: Italia, 2009 Durata: 16’ Sinossi: Bari, estate 1946. La guerra è finita ma non soffiano venti di pace tra Paolo e Luigi. Ferito di striscio in Abissinia, Paolo vorrebbe la pensione dal sindacato. Luigi gli ricorda il suo passato da fascista. La discussione si anima quando Paolo perde l’ennesima partita a scopa. Il figlioletto Antonio assiste silenzioso all’umiliazione del padre. Con i soldi avuti dalla madre per il pranzo compra un fucile giocattolo e col piccolo esercito di fratellini marcia verso casa per dare il fucile al padre, così che possa rivalersi. Commento del regista: Per raccontare il primo dopoguerra del sud Italia mi sono affidato all’umanità infinita dei miei nonni, che è quella che noi italiani condividiamo nella memoria delle nostre famiglie e che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo. Il mio maestro dice sempre “Se riesci a mostrare la poesia della vita e con un semplice gesto commuovere, stai facendo qualcosa che ha valore!”. È quello che ho provato a fare.