Fratta Polesine, Villa Badoer, 30 gennaio 2010 – 13 giugno 2010

Villa Badoer, il capolavoro architettonico di Andrea Palladio a Fratta Polesine, accoglie anche quest’anno una ideale “appendice” della mostra di Palazzo Roverella.
Nei magnifici saloni affrescati da Giallo Fiorentino saranno infatti imbanditi rari esemplari di vasellame da tavola in porcellana e maiolica finemente dipinta, fra cui alcuni pezzi scelti del notevole servizio “del tulipano verde”. Accanto si ritroveranno altri oggetti unici d’uso quotidiano, pregevoli per tipologia e decorazioni.
Tutto l’esposto proviene dalle collezioni dei Musei Civici di Treviso. Si tratta di pezzi tutti di epoca settecentesca e di manifatture venete o trevigiane, testimonianza di una produzione che univa agli usi domestici e quotidiani l’esibizione, nelle grandi casate, di ceramiche “da parata” di splendida manifattura.

E’ una occasione unica per riscoprire queste meraviglie, già ammirate qualche anno fa in un’ampia mostra a Ca’ da Noal a Treviso e da allora non più esposte al pubblico.
Se la bellezza dei pezzi esposti farà luccicare a più d’uno gli occhi, va detto che il contenitore, ovvero Villa Badoer, non è assolutamente da meno.
Palladio in questa che è la più meridionale delle sue ville, ha dato un esempio tra i più impressionanti della sua creatività.
Vittorio Sgarbi, che qui è di casa, ha opportunamente rilevato come Villa Badoer, con gli emicicli delle barchesse, anticipi ciò che, enormemente amplificato, Bernini alcuni secoli più tardi ha creato a Roma intorno a Piazza San Pietro. Ed è in una delle barchesse che si può fare un viaggio nel tempo sino a tremila e più anni fa, quando in queste terre era all’apice una civiltà che sapeva lavorare materiali preziosi provenienti da territori lontani e commercializzarli in terre altrettanto lontane. Le necropoli di questi insediamenti stanno restituendo testimonianze davvero interessanti che ora è possibile ammirare nel Museo Nazionale Archeologico allestito nella barchessa di destra di Villa Badoer. Un museo che non sa di museo ma di modernissima “macchina del tempo”. Davvero imperdibile.

La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dall’Accademia dei Concordi e dalla Provincia di Rovigo, in collaborazione con i Civici Musei di Treviso e con il patrocinio e la collaborazione della Regione del Veneto