La Basilica Palladiana di Vicenza, conclusi i restauri cui è stata sottoposta negli ultimi cinque anni, riapre al pubblico per accogliere una folla di personalità. Quelle ritratte dai maggiori interpreti della pittura italiana e internazionale, dal Quattrocento sino alla fine del Novecento. La mostra Raffaello verso Picasso non è, né vuole essere, una storia completa dell´arte del ritratto. E soprattutto e´ invece una vera e propria storia dello sguardo, con tutte le sue implicazioni anche di natura filosofica e letteraria, messe in evidenza nel libro/catalogo scritto per l´occasione da Marco Goldin.

E´ poi, ovviamente, una magnifica, affascinante e ben circostanziata sequenza di opere-capolavoro che il curatore ha scelto per raccontare una sua interpretazione di questo fondamentale ambito della pittura, proponendo non un percorso di sola successione cronologica ma, come gli è consueto, uno stimolante gioco di confronti, rimandi, assonanze tra artisti e soggetti, tra epoche e scuole. In mostra, una novantina di quadri straordinari, provenienti dai musei dei vari Continenti e da alcune gelose collezioni private sia europee che americane. Raccontano la più grande storia che la pittura ricordi, quella dedicata al volto dipinto. E non a caso il titolo scelto è Raffaello verso Picasso, cioè il lungo percorso che dal senso di una perfezione delle forme giunge fino alla rottura di quella stessa forma, con la ricerca cubista novecentesca.

Il volto e il corpo rappresentati, dall´armonia rinascimentale fino all´inquietudine del Xx secolo. E quel verso del titolo indica allo stesso tempo l´andare da un punto a un altro punto della storia dell´arte – il moto verso luogo – e il senso di una lotta tra l´elemento apollineo e quello dionisiaco. Sviluppata in quattro ampie sezioni tematiche (Il sentimento religioso; La nobiltà del ritratto; Il ritratto quotidiano; Il Novecento. Lo sguardo inquieto), la mostra racconta quella vicenda attraverso immagini celebri. Che dai ritratti e dalle figure per esempio di Fra´ Angelico, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano, Veronese, Dürer, Cranach, Pontormo e poi ancora tra gli altri di Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo arriva fino agli Impressionisti da Manet a Van Gogh, da Renoir a Gauguin, da Cézanne a Monet e ai grandi pittori del Xx secolo da Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Bonnard fino a Giacometti, Balthus, Bacon e Freud. Solo per dire di alcuni tra i moltissimi che compongono a Vicenza questo superlativo museo dei musei. Ma non generico, e invece dedicato all´immagine universale dell´uomo tra sacro e profano. Tra vita quotidiana e celebrazione di sé nella regalità delle corti, tra sentimento religioso e rappresentazione della propria immagine negli autoritratti, soprattutto tra Ottocento e Novecento. Il ritratto che nasce dal coprire un´assenza, che diventa baluardo in vita di fronte all´assenza della vita. Non a caso la riflessione operata da Goldin nel suo libro, parte dai ritratti del Fayum nell´Egitto dei primi secoli dopo Cristo.

Chiusa a Vicenza, solo due settimane dopo, e con un titolo modificato (“Da Botticelli a Matisse volti e figure”), la mostra riaprirà a Verona, in un´altra sede prestigiosa come il Palazzo della Gran Guardia, proprio di fronte all´Arena. Il cuore dell´esposizione resterà lo stesso e una ottantina saranno le opere. E se alcune rientreranno nei musei di provenienza, altre, bellissime, giungeranno a sostituirle. Tanto che si può con certezza dire come la mostra a Verona potrà essere visitata da chi non l´avesse fatto a Vicenza ma anche da chi volesse rivederla con l´ingresso di altri capolavori. Sarà l´ambito nordico a essere ulteriormente descritto, con opere strepitose e rare di Memling e Van Eyck, con il riferimento italiano di Antonello da Messina. Insomma, Verona rappresenterà un motivo imprescindibile per tornare a vedere grande, grandissima pittura. Ad accompagnare le due tappe non sarà il tradizionale catalogo, ma come detto un intero libro scritto per l´occasione da Marco Goldin, sul tema soprattutto del volto e dello sguardo come antecedenti del ritratto.

La mostra in Basilica Palladiana è promossa e sostenuta dalla Città di Vicenza e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Fondazione che ha tra l´altro interamente sostenuto il restauro durato cinque anni della Basilica. Come sempre Linea d´ombra si affianca non solo quale società organizzatrice ma anche come partner importante nella produzione della mostra. Main sponsors di questo grande progetto sono realtà che con Linea d´ombra hanno una consolidata tradizione collaborativa: da un lato Unicredit, che ha individuato nella doppia proposta a Vicenza e Verona – territori in cui è presente in modo profondo e diffuso – la qualità necessaria per una nuova forte partnership, e dall´altro il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta, che sarà uno dei due sponsor principali della mostra nella sua sede vicentina, giungendo così a valicare il quindicesimo anno di collaborazione con la società trevigiana.

Informazioni e prenotazioni: www.Lineadombra.it