Mercoledì 13 febbraio alle ore 21, con la proiezione del film Miracolo a Milano di Vittorio De Sica (Italia, 1951, durata 97’), prende il via, nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, il secondo ciclo della rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, a cura di Luciano Morbiato (che introdurrà e commenterà tutti i film), con la collaborazione di Simonetta Zanon.

I cinque titoli proposti fra febbraio e aprile 2019 riprendono e completano il racconto delle opere del primo ciclo, incentrato sul significato di molti luoghi nei quali, dopo una fase segnata da spopolamento, abbandono, mancanza di cura o assenza di progettualità, si definiscono nuovi spazi ecologici e sociali.

Raccontando di città e villaggi, periferie, enclave urbane, quartieri operai e edifici-alveare, i film in programma ci fanno riflettere sulla vita degli aggregati sociali che li abitano, compresi i loro conflitti, e sulle loro trasformazioni. Le soluzioni spettano ad altri ma il cinema, come sempre, ne lascia intravvedere alcune come quella, fantasiosa e poetica, nel capolavoro di De Sica e Zavattini, proposto al pubblico, in tutta la sua attualità, nella serata di apertura.

 

mercoledì 13 febbraio ore 21

Miracolo a Milano, regia di Vittorio De Sica (Italia, 1951, durata 97’).

Serata inaugurale a ingresso libero

Totò il Buono, protagonista del romanzo di Cesare Zavattini, dal quale è tratto il film, sogna un paese “dove buon giorno vuol dire veramente buon giorno”, e non importa se questo paese è una baraccopoli ai margini della città, una Milano che sta passando dalla ricostruzione alla speculazione, rappresentata dai cumenda protetti dalla forza pubblica; se gli abitanti delle baracche sono barboni pronti a dimenticare la solidarietà di classe nell’illusione di elevarsi socialmente. La testarda bontà di Totò, dopo aver guidato l’allegra resistenza dei poveri, riesce a trasformare nel finale una cupa sconfitta in un trionfo della fantasia; così, partendo da presupposti concreti, la “fiaba neorealista” di De Sica e Zavattini, che viene dopo Ladri di biciclette, arriva al volo surreale di Totò e dei suoi compagni al di sopra delle guglie del Duomo.

 

mercoledì 27 febbraio ore 21

Jimmy’s Hall. Una storia d’amore e libertà, regia di Ken Loach (Gran Bretagna, Irlanda, Francia, 2014, durata 105’)

Nel “locale di Jimmy” (nella realtà, la Pearce-Connolly Hall) si ballava, finché gli occupanti inglesi non hanno deciso di chiuderlo, perciò quando Jimmy Gralton ritorna dall’esilio negli Stati Uniti e vuole riaprirlo per farne un luogo di incontro per la comunità irlandese, avrà contro anche la chiesa locale, timorosa delle occasioni di peccato per la gioventù (siamo nel 1921, ma negli anni ’50 in Veneto era lo stesso). Anche nel controllo del tempo libero, ci ricorda il cinema politico di Ken Loach, si esercita il costante, capillare esercizio del potere, repressivo o censorio: nel “capannone di lamiera”, infatti, non si va solo a ballare (incantevole la danza solitaria di Jimmy e Oonagh, che ha strappato un lunghissimo applauso al Festival di Cannes), ma alla lavagna si scrive nell’antica, proibita lingua gaelica o si può fare allenamento di boxe, insomma si può essere liberi.

 

mercoledì 13 marzo ore 21

Un uomo tranquillo di John Ford (USA, 1952, 130’)

Come il protagonista (interpretato da un torreggiante John Wayne), anche John Ford si volge all’Irlanda delle sue origini e riesce a realizzare un capolavoro di leggerezza e di umorismo (premiato con l’Oscar per la regia e per la fotografia).

Il pugile Sean Thornton ritorna dall’America al villaggio per curare il suo senso di colpa, in seguito a un incidente avvenuto sul ring, e per trovare una moglie: la trova nella incantevole ma scontrosa Mary Kate Danaher (che ricorda nel nome la protagonista della Bisbetica domata di Shakespeare). L’incontro–scontro non è solo con la rossa bellezza irlandese (l’attrice Maureen O’Hara) ma anche con il fratello, che esercita la patria potestas (un irresistibile Victor McLaglen), e con l’intero villaggio e le sue tradizioni, come la richiesta di matrimonio affidata ancora al paraninfo (interprete Barry Fitzgerald).

 

mercoledì 27 marzo ore 21

Still Life di Jia Zhang-ke (Cina, 2006, 108’)

Sul lunghissimo corso dello Yangtze, il maggior fiume della Cina (e dell’Asia), si sta costruendo una diga altrettanto grandiosa: il progetto delle Tre Gole, che fornirà energia alle città e alle fabbriche cinesi, ma che prevede il sacrificio di intere comunità lungo le rive, sommerse dal lago dello sbarramento. Il regista Zhang-ke (Leone d’oro a Venezia nel 2006) ha scelto le storie di due persone tra le molte che vengono letteralmente travolte da questa impresa: un operaio che vuole rivedere la figlia e un’infermiera che cerca il marito da cui è stata abbandonata. I due drammi si mescolano allo sconvolgimento del territorio, ne sono un emblema: questo è il significato dei movimenti della macchina da presa che si sposta dagli agglomerati urbani sui fianchi delle montagne agli edifici demoliti in riva al fiume, dagli interni desolati ai volti degli uomini e delle donne.

 

mercoledì 10 aprile ore 21

Visages Villages di Agnès Varda e JR (Francia, 2017, 90’)

Questo “piccolo” tenero film è a suo modo un miracolo, perché è il frutto della collaborazione tra una regista della nouvelle vague del cinema francese, la novantenne Varda (Cléo dalle 5 alle 7, 1962), e il giovane fotografo e video-artista trentenne, che si cela dietro le iniziali JR (e un paio di occhiali neri): insieme decidono di intraprendere un giro della Francia rurale isolata nascosta per esaltare il coraggio di persone che lavorano, che resistono, mantenendo un’ammirevole dignità e un invidiabile gusto per la vita. Gli incontri e i colloqui servono a raccontare storie a modo loro straordinarie, che vengono celebrate dall’uso creativo della fotografia: enormi ritratti in forma di poster vengono esposti sulle pareti di case e stalle (anche il primo piano di una capra può diventare commovente), perfino su un relitto bellico in riva dell’Atlantico.

Auditorium spazi Bomben, via Cornarotta 7, Treviso.

Ingresso unico 5 euro. La serata inaugurale a ingresso libero.

Per le scuole è possibile riservare posti per un’intera classe o per gruppi di studenti: [email protected]

Schede informative consultabili nel sito: www.fbsr.it